Ansa» 2009-03-21 09:37
FINI PORTA LA DESTRA NEL PPE, ULTIMO CONGRESSO DI AN
di Milena Di Mauro
ROMA - Un coro di voci bianche aprirà con l’Inno di Mameli l’ultimo congresso di Alleanza Nazionale, prima della convergenza nel Pdl, plasticamente rappresentata con un palco a forma di ponte, che simboleggia appunto il ’passaggio’. Toccherà al ’reggente’ Ignazio La Russa parlare ai 1.800 delegati in apertura delle assise e prima degli altri big della destra.
Ma l’intervento più atteso è senz’altro quello di Gianfranco Fini, domenica a tarda mattina. La giacca da presidente della Camera resterà appesa ad un attaccapanni a Montecitorio, quando Fini prenderà la parola per decretare lo scioglimento di An nel Pdl, naturale approdo della strategia di allargamento della destra iniziata a Fiuggi.
Fini rimetterà i suoi abiti istituzionali ad una settimana di distanza, quando nella stessa location, il sabato successivo, parlerà dopo il presidente del Senato Renato Schifani alle prime assise del Pdl.
Ma al di là dei panni indossati, in entrambe le occasioni emergerà con chiarezza che Fini non si candida per i prossimi anni ad una infruttuosa guerriglia di contrapposizione con l’incontestato leader del partito che nasce, Silvio Berlusconi. Fini camminerà lungo un percorso suo, fatto di contenuti, scelte e posizioni assunte, tutte nel segno di una destra nuova, plurale, aperta, aconfessionale, includente. E lo spiegherà nelle ultime assise di An a chi ancora non ha del tutto assimilato la nuova ’svolta’, come ha di nuovo fatto parlando con i colonnelli nel giorno della vigilia.
"Vedrete", crea suspance il leader di An in chi gli chiede anticipazioni sul discorso. Nulla di scritto, solo una scaletta da sviluppare a braccio, cosa per la quale di recente è stato indicato come il migliore tra i politici italiani. Come quando chiese ai missini di "lasciare la casa del padre con la certezza di non farvi più ritorno", Fini spronerà la destra ad andare verso il Pdl senza difendere nicchie minoritarie, ma allargando, includendo, avvicinando anche chi è estraneo al progetto con proposte ed idee. Altro che ’corrente’ di An nel Popolo della Libertà. "Non preoccupiamoci dell’identità della destra, ma dell’Italia dei prossimi 20-30 anni", è stato del resto il messaggio della vigilia al partito, dal bianco salotto di ’Porta a Porta’.
Niente più "copertina di Linus" del partito identitario, niente esitazioni nel proseguire il passo iniziato a Fiuggi. Se c’é un invito a restare uniti, a non disperdersi nel grande nuovo contenitore politico, è per dare più forza alle idee della destra. "L’Italia ha bisogno di un grande progetto per affrontare i temi globali", ha spronato il leader negli ultimi giorni. Il Pdl è indispensabile, serve alla destra a crescere ancora, a calarsi nelle sfide dei nostri tempi, a realizzare una vocazione oggi maggioritaria. In fondo non è che la realizzazione, quasi vent’anni dopo, di quell’andare ’oltre il Polo’ prospettato da Pinuccio Tatarella. E ancora prima, azzarderà qualcuno al congresso, dal leader missino Giorgio Almirante quando lanciò la "Destra nazionale" in doppiopetto. "Probabilmente mi commuoverò, c’é sempre un cuore oltre al cervello", ha detto Fini in vista dell’appuntamento.
Apre La Russa. Illustrerà la mozione che scioglierà An e spiegherà i passaggi essenziali dello statuto del Pdl che, dopo estenuanti riunioni Fi-An, è prossimo a vedere la luce.