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CONOSCI TE STESSO!!! Dopo millenni di riflessione, la nostra identità ("tautòtes" - greco) ancora nella culla o, meglio, nella bara ("taùto" - napoletano)

LA FILOSOFIA E IL NARCISISMO "DIALOGICO". AMORE DELL’ALTRO O AMORE DI SE’? E’ LO STESSO. Una "risposta" di Umberto Galimberti

lunedì 23 marzo 2009 di Federico La Sala


Amore dell’altro o amore di sé?
Scrive lo psicoanalista americano Stephen Mitchell: "Se io ti do il mio amore, che cosa ti sto dando di preciso? Chi è l’Io che sta facendo questa offerta? E chi, per inciso, sei tu?"
Risponde Umberto Galimberti *
Ancora non riesco a capire la differenza, se di differenza si tratta, tra il desiderio dell’altro e la cura di se stessi nel sentimento amore. Mi spiego meglio. Nella coppia è desiderabile (...)

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> LA FILOSOFIA E IL NARCISISMO "DIALOGICO". AMORE DELL’ALTRO O AMORE DI SE’? E’ LO STESSO. Una "risposta" di Umberto Galimberti

domenica 6 febbraio 2011
Sono rimasta colpita della lettera suddetta perché poteva essere stata redatta in tutto ciò che scrive da me. Sono stata per quasi 9 anni in un rapporto pseudo con una persona tale con la differenza che ero riuscita a liberarmene indenne un paio di anni fa con la forte volontà di non tornarci più per ricascarci in nome del mio(solo del mio amore) di nuovo sperando che un giorno sarebbe cambiato tutto. I primi anni mi facevo coraggio essendo stata giovane inesperta credendo che le finte depressioni, stati di assoluta latitanza sua, carenza di empatia sarebbero cambiati dopo le su fughe da me e nuove avventure che magari avrebbero segnato la svolta in positivo sia per me che sia per lui in una relazione duratura con un’altra al costo di perderlo. I primi anni con tanto dolore avevo sempre accettato i suoi stati d’animo che percepivo come sofferenti, incapaci di cambiare le cose tra di noi - tra di lui e il mondo circostante, mi faceva pena quando si scusava per essere “sbagliato”, incapace di sentire per altri o me che erano amiche/amici che si teneva superficialmente allontanati o abbandonati per tornarci a bussare alla porta ogniqualvolta dopo un paio di mesi trascorsi a casa sua. Non ero consapevole del pericolo che costituiva lui per la mia psiche nei primi anni. Era brillante a lavoro, disciplinato, autoritario, esigeva il rispetto dovuto. Io lo stimavo per la sua ambizione e rendimento a lavoro. Ero giovane, convinta che non bisognava amare una persona o voler del ben ad un’amico per sentire un minimo di empatia, partecipazione, condivisione per l’altra persona. Quando stonata, incredula a certe cose dette cercavo sempre di dispiegare punti di vista umani soggettivi a libero arbitrio di ognuno ma comunque espressi in base ad un proprio e vero essere se stessi con la partecipazione di un proprio sentire. Invece mi sbagliavo, se i primi anni stentavo di credere agli inganni, raggiri, scuse, scenari inventati alla fine ho dovuto constatare con grande rammarico di quanto fossero stati recitati, finti tutti i suoi atteggiamenti e parole copiate magari da uno dei tanti film visti in TV e che non riusciva a dire qualsiasi cosa sentita da dentro, qualsiasi cosa. Gli mancava un’autentico sentire per qualsiasi cosa per quanto banale fosse stato, diceva di essere stato dispiaciuto per certe vicende, accadimenti ma mai si sentiva chiamato a risponderci con fatti o parole autentiche, scaturite da lui . Qualsiasi cosa mai avesse detto ....ci doveva essere sempre poi sempre un suo tornaconto o la voglia di impressionare. Per via di tanti anni a volte capitava (rare) di sentirlo denigrare qualcuno per poi scoprire l’indomani che non era vero per niente e sembrava amico migliore della stessa persona. Nella lettera sopracitata aveva detto l’autrice che lui diceva di non potere stare con lei perché a lui deprimevano i suoi stati di depressione. Nel mio caso non poteva(voleva) assistermi con la sua presenza nel momento e neanche dopo che mi era mancata la persona più vicina a me con la scusa che la morte gli dava il magone e lo deprimeva soprattutto se persone giovani. Non era mai contento e mi criticava di continuo per i miei comportamenti ai quali si aggrappava di quando si stufava di me e mi scaricava peggio di un pezzo di merda per raccogliere ciò rimasto di me dopo un paio di mesi confessandomi che tutto era finito con l’altra. Faceva appello alla grande intesa sessuale quando in modo subdolo riusciva a farmi tornare sui passi per puntualmente sbattermi un’altra in faccia il cui esito sarebbe stato da definire con la scusa che ero troppo paranoica, gelosa e che aveva bisogno di altro e che tanto mi conosceva già e sapeva quello che poteva avere con me per cui doveva lanciarsi e provare altro. Ora dopo tanti tanti anni è finito, ho cercato per vendetta di lanciare qualche messaggio a una collega giovana essendo consapevole del torto fatto perché come risultato ho ottenuto la rappresaglia sua con la ragazza raggirata spiccicata tra i pocchi amici, meglio parenti che possa ostentare pubblicamente su una rete sociale. Sta vivendo quella vita brillante dove gli scheletri e le ragazze vere frequentate di cui interessato per periodi, cestinate e riprese non appariranno mai. Non parlo neanche del egoismo suo dove contavano unicamente i bisogni suoi e quando da un giorno all’altro chiudeva come se non fosse niente non ti avesse mai conosciuta vista o altro e si interessava di assolutamente niente di niente perché esaurito l’interesse incentrato unicamente nel piacere di quella frequentazione per quel periodo tu gli servivi. Le cose dolorose che mi rattristano tutt’ora sono il fatto che lui in cambio di aver cercato di capirlo, riprenderlo, assecondarlo, riusciva a sospettarmi di avergli rubato qualcosa ....a riprova che neanche tanti anni di conoscenza bastino ad uno come loro perché talmente rivolti ai bisogni loro e disinteressati alla sorte dell’altro (a meno che non si tratti della persona da conquistare al momento dove però giocano, recitano vivono un copione escogitato.....”adesso voglio costruire una relazione”) che persino dopo tanti anni di conoscenza - accettazione riescano a giudicare male l’altra persona mentre in realtà sono loro di cui diffidarsi e se possono ti fregano senza batter ciglio. Anni fa mi ero lasciata di già esterrefatta delle pretese sempre più incalzanti riguardo ai nostri rapporti. Allora decisi di interrompere io quando chiedeva esperienze nuove insieme a qualcun altro. Per quanto mi sforzavo di non vederci niente di male non ce la facevo a frequentarlo per come spiegava, diceva le cose. Un’esperienza al di fuori del comune con qualcuno che si conosce da anni di per sé è interpretazione soggettiva da accordare o no in comune, però quando qualcuno mi dice a parole testuali di vedere altre persone come un’oggetto da usare, sento un bisogno urgente di scappare il più lontano possibile....non ricordo quanti mesi fosse durata la fuga e il tentativo di iniziare una vita mia, più di due , tre....Arrivati a capolinea, cestinata in risposta alla umiliazione subito da me dove di fronte ad un pubblico sconosciuto gli davo addosso per il sorriso e le parole confortanti categoricamente smentite l’indomani mi ha piantato per avergli recato una brutta immagine e la paura che avessi potuto graffiargli la macchina nuova..............allora quando mesi dopo gli chiesi ricordo nostro unica cosa di nessun valore materiale mi rispondeva prima con una bugia e poi che non c’era motivo perché nel darmi non ci avrebbe guadagnato mentre allora ci guadagnava , mi è venuta su la rabbia per tutti gli anni sprecati nel dubitare che fosse possibile che esistano persone cosi...addirittura tutt’ora non riesco a darmi pace perché talmente ambivalente, malata e fuori da qualsiasi immaginazione quella realtà dove mi vedo imbrigliata io tuttora a livello di sentimenti negativi che tornano sempre di nuovo.... Quando hai voluto bene a qualcuno alla fine gli auguri del bene, ma lui ha fatto in modo di incontrarmi starmi vicino e all’indomani scrivermi che già da tanto non sente niente e che ora quella appena conosciuta da poco verrà a casa sua... lasciando il tutto nel vago, giocando, non dicendo niente di concreto cercando di girare il coltello e fregandosene niente mentre nei periodi dove era solo e tu non volevi più saperne ti faceva appello alle esperienze passate con tanto di domande sulla vita se hai ragazzo etc...ed ora è stato lui a lasciarti nel vago nell’incertezza , sarà vero che stavolta ne ha invitata una a casa sua....ha saputo giocare di nuovo , convinta che non fosse vero per niente l’altra a casa mai, gioca su varie fronti sperando di avermi demolita finalmente con le allusioni e messaggi che frequenta una giovanissima straniera...convinta che stia da solo a casa sua come tutti gli anni al ritorno nel paese suo.......

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