ESSERE GIUSTI CON KANT E FREUD ....
Nota a margine di “Il male, un’illusione? Intervento al Convegno Internazionale UNESCO” *
A quanto pare, dopo Derrida e dopo Foucault, non è solo difficile “essere giusti con Freud” ma anche con Kant! Immersi nella palude “acherontica” del “monomito” (James Joyce) dell’ultimo uomo (Nietzsche), non riusciamo più a capire la ragione di Kant che riprende, per dare la sua “Risposta alla domanda: che cosa è l’Illuminismo?”, le parole del suo famoso motto (“sàpere aude”) da Orazio (Epistole, I, 2, v. 40) e, per affrontare il problema “della coesistenza del principio cattivo accanto a quello buono o del “male radicale nella natura umana” , nel capitolo primo di “La religione entro i limiti della sola ragione”, (Laterza, 1979), in testa al “§ 3. L’uomo è cattivo per natura”, cita ancora Orazio (Satire, I. 3. 67): “Vitiis nemo sine nascitur” (“nessuno nasce senza difetti”). Non è perché abbiamo perso il “ben dell’intelletto” e, con esso, il filo di Arianna -lo spirito critico e l’amore conoscitivo ?! O no?! Boh e bah?!
* Cfr. Sergio Benvenuto, di “Il male, un’illusione? Intervento al Convegno Internazionale UNESCO” , "Le parole e le cose", 15 giugno 2020.