PSICOANALISI STORIA E FILOLOGIA. PER CERCARE DI CAPIRE QUANTO DI VIVO CI SIA ANCORA NEL PERCORSO DI FREUD, FORSE, è OPPORTUNO PRIMA DI TUTTO NON CONFONDERLO CON UN "FREUDOLENTO" MARPIONE CHE VA IN GIRO A VENDERE "UN CARPIONE DI VERITà" PRESO CON "ESCA DI FALSITà" (PER DIRLA COME POLONIO).
L’ENIGMA DELLA SFINGE E IL SEGRETO DELLA PIRAMIDE: L’ "ETICA DELLA PSICOANALISI" (J. LACAN) O LE "COSTRUZIONI NELL’ANALISI" (S. FREUD)?!
La questione è epocale, edipica, ma non nel senso banalizzato e dominante. Freud ha capito il suo errore, recupera tutto il suo coraggio iniziale, e precisa con determinazione il senso del suo progetto nel solare testo sulle "Costruzioni nell’analisi"! Se Howard Carter ha scoperto la tomba di Tutankhamon (1922), Freud ha compreso che il "segreto" della sua psicoanalisi non è solo una questione di tecnica (1937)! Per costruire le Piramidi (anche la sua Istituzione Psicoanalitica) non serve più consultare Platone: la "freudolenza" del marpione, con la sua "esca di falsità" (per dirla, ancora, con Polonio) puà essere utile per prendere qualche "carpione di verità", ma serve solo per portarla a Plutone.
ARCHEOLOGIA, PSICOANALISI, E SPIRITO CRITICO. A gloria di Freud, è da dire che la domanda su Edipo è da mettere accanto alla famosa "That is the question" di Amleto (Shakespeare) e alla sollecitazione ultima di Kant di reinterrogare tutta la tradizione culturale dell’Europa a partire dalla antropologia, dalla questione antropologica ("Logica", 1800). Con le considerazioni fatte sulle "Costruzioni in analisi", Freud, con le sue anguille (non con qualche "#carpa di verità"), non solo è riuscito a raggiungere gli Stati Uniti d’America, ma è stato capace di attraversare la Manica e di portare "in salvo", nel Paese di Howard Carter, a Londra, anche "L’uomo Mosè e la religione monoteistica", l’opera su cui ha dedicato tutta la sua vita.
COSTRUZIONI (NON INTERPRETAZIONI) NELLA PSICOANALISI FREUDIANA: IL SOGGETTO NON E’ UNO (NEMMENO DA SOLO), I SOGGETTI SONO DUE, E TUTTO E’ DA RIPENSARE. Le riflessioni di Freud sulle "Costruzioni nell’ analisi", a mio parere, possono essere preziose proprio per imparare a "dialogare" (Niccolò Machiavelli insegna) meglio anche con l’opera d’arte, e, in questo caso, con l’ "Amleto" di Shakespeare. Per una comprensione quanto più rispettosa del’opera, è necessario prima un grande lavoro "archeologico" e poi, a partire dai "dati acquisiti", proporre una sintesi (ri-costruzione) da verificare - per non prendere un granchio, o, peggio, prendere un carpione di verità con un’esca di falsità (alla #Polonio, con fraudolenta mente)!
QUESTIONE ANTROPOLOGICA (KANT, "Logica", 1800). Se si vuole continua a vivere, a lavorare e a pensare ancora nell’orizzonte platonico della "Scuola di Atene", nel "mondo come volontà e rappresentazione" dell’ "uomo supremo" non c’è che da ammetterlo e rendersene conto: le "costruzioni" nella psicoanalisi di Freud, però, non sono per nulla paragonabili alle #costruzioni degli onnipotenti sofisti (signori e signore) delle scuole t(al)ebane psicanalitiche contemporanee (laiche e religiose). Non è il caso di riflettere di più sulla pratica clinica della psicoanalisi tradizionale e accogliere la "vecchia" sollecitazione di Elvio Fachinelli di aprire alla analisi come "nexologia" e, infine, a una rinnovata e altra "fenomenologia dello spirito"!?