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Memoria della libertà....

A FREUD (Freiberg, 6 maggio 1856 - Londra, 23 settembre 1939), GLORIA ETERNA!!! IN DIFESA DELLA PSICOANALISI. Federico La Sala risponde a Dario Antiseri. E lo scontro piace. La loro dialettica è tutta da gustare - lo scritto è del prof. Federico La Sala

A seguire, i testi di riferimento
venerdì 16 maggio 2008 di Emiliano Morrone
[...] "anche se il futuro riplasmerà o modificherà questo o quel risultato delle sue ricerche, mai più potranno essere messi a tacere gli interrogativi che Sigmund Freud ha posto all’umanità; le sue scoperte scientifiche non si possono né negare, né occultare (...) e se mai alcuna impresa della nostra specie umana rimarrà indimenticabile, questa sarà proprio l’impresa di Sigmund Freud" (Thomas Mann) [...]
Costituzione dogmatica della chiesa "cattolica"... e costituzione dell’Impero del Sol (...)

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>IN DIFESA DELLA PSICOANALISI. --- TRA TABACCO, PIPE, E SIGARI, E FUMO, A VIENNA, CON WILHELM STEKEL, IN CASA FREUD: UNA "DISCUSSIONE SUL FUMARE" (1903).

venerdì 14 aprile 2023

PSICOANALISI, STORIOGRAFIA, E FILOLOGIA:

      • TRA TABACCO, PIPE, E SIGARI, E FUMO,
      • A VIENNA, IN CASA FREUD, UNA "DISCUSSIONE SUL FUMARE",
      • CON WILHELM STEKEL (Boiany, 18 marzo 1868 - Londra, 25 giugno 1940). Alcune note:

A) Una citazione dal verbale di una riunione della Società psicologica del mercoledì (primo nucleo della Società psicoanalitica), pubblicato in un articolo del 28 gennaio 1903 da Wilhlem Stekel, tradotto e curato di Michele Lualdi:

"Un piccolo studio accogliente di un illustre neurologo. Il padrone di casa siede allo scrittorio e fuma una piccola pipa inglese.
-  Lo “s p i r i t o i r r e q u i e t o” si adagia su una morbida poltrona e fuma come il suo maestro, per quanto possibile con ancor più agio, una pipa inglese. Il “t a c i t u r n o” maneggia con grande abilità ed eleganza una sottile sigaretta. Il “s o c i a l i s t a” tira tranquillamente da un #Virginia, con una faccia molto seria.
-  Suonano.
-  Entra l’“i n d o l e n t e”. Il padrone di casa gli offre un #sigaro. [...]" (W. Stekel, Discussione sul fumare).

B) CONSIDERATO CHE A VIENNA, al Museo della Hofburg nelle liste dei sigari fumati dal Kaiser Franz Joseph è presente anche il sigaro "Virginia", forse, è bene dedicare allo “s p i r i t o i r r e q u i e t o” (di Stekel), che "fuma come il suo #maestro [...] una pipa inglese", maggiore attenzione (cfr. "Passando da Stekel. Edizione critica dell’Autobiografia di WilhelmStekel" di Michele Lualdi).

C) IL NOME DI DIO. A memoria di Stekel, ricordo l’importante nota di Freud sul "#significato della #successione delle vocali":

"Indubbiamente ha suscitato frequenti obiezioni l’affermazione di Stekel che, nei sogni e nelle associazioni, i nomi che devono rimanere nascosti appaiono sostituiti da altri che rassomigliano ai primi solo in quanto contengono la stessa successione di vocali. Però un’evidente analogia si incontra nella storia della religione. Tra gli antichi Ebrei il nome di Dio era tabù; non lo si poteva pronunciare né scrivere. (Vi sono molti altri esempi del particolare significato dei nomi nelle civiltà arcaiche). Tale divieto riceveva un’obbedienza così implicita che, a tutt’oggi, rimane sconosciuta la vocalizzazione delle quattro consonanti del nome dio (JHVH). Però il nome era pronunciato Jehova prendendosi in prestito le vocali della parola Adonai («Signore»), nei confronti della quale non vigeva tale proibizione (Reinach, 1905-12, 1, 1)." (cfr. S. Freud, "Opere", 1911, vol. 6).

Federico La Sala


NOTE SUL TEMA:

1) - Freud e la sua debolezza: i sigari:

      • "Quando il nipote di Sigmund Freud, Harry (17 anni), rifiutò l’offerta di un sigaro da parte dello zio, da questi si sentì dire:
      • “Ragazzo mio, fumare è una delle più grandi e più economiche soddisfazioni della vita, e se decidi di non fumare, non posso che essere dispiaciuto per te”. [...] Iniziò a fumare a 24 anni, come racconta egli stesso in una lettera che scrisse all’età di 72 anni: -***“Cominciai a fumare a 24 anni, all’inizio sigarette, ma subito dopo esclusivamente sigari, fumo ancora oggi è sono molto riluttante a togliermi questo piacere”.(Dr. Giuliana Proietti 28 Aprile 2020).

2) -I SIGARI DI MARCEL DUCHAMP E I SIGARI DI JACQUES LACAN. Un ricordo di Gianfranco Baruchello (6 marzo 2017):

      • "[...] Duchamp quando era venuto a Roma in occasione di una mia mostra era stato ospite a casa mia: mi ha rivelato cosa vuol dire ospitare un “vero” fumatore. Io e mia moglie gli avevamo lasciato la stanza da letto, lui è rimasto quasi una settimana, e fumava dieci-dodici sigari Rumbo Regalia al giorno.
      • Quando Duchamp ripartì lasciò per mesi odore di sigari nella stanza, nell’armadio non si poteva mettere nulla: era diventata l’ambasciata sulla terra del vizio dei Rumbo Regalia!
      • Poi c’era anche un altro motivo per cui avevo cercato recentemente dei sigari: io avevo lavorato con Jacques Lacan, che fumava però i Partagas Culebras, tre sigari intrecciati insieme che si strappano. Esistono dei suoi film, in cui tiene delle lezioni con questo sigaro in bocca: in uno un suo allievo si alza e protesta con lui, lui ascolta e alla fine di questo discorso fa una tirata di sigaro e dice: “Voila, l’amour”.
      • Questo è il sigaro, per me è legato a Duchamp prima e poi a Lacan. "(ZERO.EU Marco Scotti il 16 febbraio/6 marzo 2017

FLS


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