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PASQUA DI RESURREZIONE, 2009: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici). DIO E’ AMORE (Charitas) - non "MAMMONA" (Benedetto XVI, "Deus caritas est")!!!

L’ULTIMO PAPA CEDE IL PASSO A ZARATHUSTRA: "CHI AMA, AMA AL DI LÀ DEL PREMIO E DELLA RIVALSA". Una pagina di Nietzsche - a cura di Federico La Sala

lunedì 13 aprile 2009 di Federico La Sala
[...] Detto a tre occhi - disse argutamente il vecchio papa (perché era cieco da un occhio) - nelle cose di Dio ne so più io dello stesso Zarathustra; e può ben essere così. Il mio amore ha servito a lui per tanti anni, la mia volontà ha fatto sempre quanto lui voleva. Un buon servitore sa tutto, e sa anche le cose che il suo padrone spesso nasconde a se stesso.
Era un Dio nascosto, pieno di segreti. Per dir la verità, ad avere un figlio ci arrivò per vie traverse. Alla soglia del suo (...)

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> L’ULTIMO PAPA CEDE IL PASSO A ZARATHUSTRA: "CHI AMA, AMA AL DI LA’ DEL PREMIO E DELLA RIVALSA". ---- iL DIO CHE NON C’E’. Testo preparato da Alberto Maggi per la conferenza, organizzata dalla UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalistici), di ieri ad Ancora.

mercoledì 13 maggio 2009

IL DIO CHE NON C’È

Testo preparato da Alberto Maggi per la conferenza di ieri ad Ancora, dal titolo “Il dio che non c’è”. La conferenza è stata organizzata dalla UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalistici) è ha suscitato molte polemiche ancora prima del suo svolgimento. Quello che pubblichiamo è il canovaccio, poi sarà disponibile anche il video della stessa conferenza che è lievemente diversa rispetto a questo scritto.

-  unione degli atei e degli agnostici razionalisti
-  Il dio che non c’è
-  ancona, 12 maggio 2009,
-  ore 17
-  sala conferenze palazzo bottoni

Da quando il dott. Svarca mi ha gentilmente invitato a tenere questo incontro con voi, conferenza che a quanto pare ha suscitato apprensione in certi ambienti e preoccupazione in altri, ho cominciato a pensare alla tematica da trattare, “il dio che non c’è”, e la mia attenzione è stata attratta da tre affermazioni che di seguito elenco:

Il 22 aprile Rita Levi Montalcini, grande donna e grande scienziato, ha compiuto ben 100 anni, cento anni in splendida forma intellettuale e morale. Alla richiesta se credesse o no in un dio, la Montalcini ha risposto: “Invidio chi ha la fede. Io non credo in dio. Non posso credere in un dio che ci premia e ci punisce”.

Le faceva quasi eco, una settimana dopo su Repubblica, nella sua tanto breve quanto interessante Amaca, Michele Serra, il quale prendendo spunto da quei fondamentalisti religiosi, sia cristiani che islamici, per i quali l’influenza suina era un castigo di Dio, scriveva che:

“Una delle prove dell’inesistenza di Dio, perlomeno del Dio pedante e cattivo invocato in questi casi, sta nel fatto che alcuni dei suoi seguaci in terra non vengano folgorati all’istante ogni volta che dicono una cazzata” (Michele Serra, La Repubblica, L’amaca, 29 aprile 2009).

[...] (PER CONTINUARE A LEGGERE TUTTO IL TESTO, PREMERE SULLA ZONA ROSSA SOTTOSTANTE)

L’episodio biblico conosciuto come il sacrificio di Isacco (Gen 22,1-19) vuole modificare l’immagine di Dio, far comprendere che se altre divinità esigevano il sacrificio dei figli, il Dio d’Israele, Yahvé, lo rifiuta. Colui che chiede ad Abramo di sacrificargli il figlio è Elohîm, nome comune della divinità: “Elohîm mise alla prova Abramo” (Gen 22,1) chiedendogli di offrirgli in olocausto il suo unico figlio.

Colui che impedisce il sacrificio non è Elohîm, bensì Yahvé, il Dio d’Israele: “L’Angelo di Yahvé disse: non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male!” (Gen 22,12).

Il significato della narrazione è chiaro: mentre le altre divinità (Elohîm) chiedono sacrifici umani, Yahvé, il Dio d’Israele, non li accetta.


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