"X AGOSTO" (10 AGOSTO): "DA COPERNICO IN POI L’UOMO ROTOLA VERSO UNA X" (NIETZSCHE, 1886).
MEMORIA, STORIA E LETTERATURA
Aicune note intorno alla poesia di Giovanni Pascoli:
X Agosto
San Lorenzo, io lo so perchè tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perchè sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole, in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano, in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
ANTROPOLOGIA CHIASMATICA ("NEXOLOGIA") E COSMOLOGIA:
TERRA E CIELO. Nel suo testo, Pascoli tocca corde molto prossime alle riflessioni di Nietzsche sul tema della cosiddetta "morte di Dio" (e dell’Uomo). La questione appare essere personale, ma si contestualizza in un orizzonte universalmente umano, antropocosmico: la "X", posta davanti ad "Agosto", non richiama solo l’incognita e l’ignoto, ma anche e soprattutto la "X" greca (il "Chi" della relazione, della "nexologia" antropologica e cosmologica.
"DA COPERNICO IN POI L’UOMO ROTOLA VERSO UNA X" (NIETZSCHE, 1886). Con Carducci (v. "Pianto antico": Il testo autografo, legato alla morte del figlioletto Dante avvenuta nel 1870, reca la data giugno 1871) e, con Pascoli (v. "X agosto": il testo fu pubblicato il 9 agosto 1896, ma è legato alla morte del padre Ruggero, ucciso mentre tornava a casa dal mercato in circostanze misteriose il 10 agosto 1867, il giorno in cui si celebra san Lorenzo, quando Pascoli ha appena 12 anni), e, volendo, con Nietzsche, si comprende meglio da una parte il senso dell’euforia tecnologica dell’ inno "A Satana" (Carducci, 1863) e, al contempo, l’allarme di Nietzsche, che, riaggiornando la lezione di Diogene di Sinope, ricorda
e, ancora, dello stesso Pascoli, della incapacità epocale dell’uomo del suo tempo (che annuncia già Kafka) di leggere "sotto le stelle, il libro del mistero" (G. Pascoli, "Il libro", 1907).