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ABRUZZO: RICOSTRUZIONE A RISCHIO CLAN. Per comprendere ciò che rischia l’Abruzzo si deve partire dall’Irpinia, dal sisma di 29 anni fa, da un paese vicino Eboli

Terremoto d’Abruzzo e Camorra. Saviano, cittadino onorario de L’Aquila, visita le zone del sisma e lancia l’allarme - a cura di pfls

L’unica cosa da fare è la creazione di una commissione in grado di controllare la ricostruzione.
martedì 14 aprile 2009 di Federico La Sala
[...] Avevo un’idea del tutto diversa di questo terremoto. Credevo avesse preso soltanto il borgo storico, o le frazioni più antiche. Non è così. Tutto è stato attraversato dalla scossa. Dovevo venire qui. E il motivo me lo ricordano subito: "Te lo sei ricordato che sei un aquilano..." mi dicono. L’Aquila fu una delle prime città anni fa a darmi la cittadinanza onoraria. E qui se lo ricordano e me lo ricordano, come un dovere: presidiare quello che sta accadendo, raccontarlo. Tenere (...)

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> Terremoto d’Abruzzo e Camorra. ---- Le mani della Mafia sul terremoto de L’Aquila. È questo l’allarme che lancia la Procura della Repubblica della città e la Direzione nazionale antimafia (di .C. Fusani e R. Rossi)

martedì 14 aprile 2009

La Regione Abruzzo infiltrata dalla mafia

di C. Fusani e R. Rossi *

Le mani della Mafia sul terremoto de L’Aquila. È questo l’allarme che lancia la Procura della Repubblica della città e la Direzione nazionale antimafia. Secondo il rapporto della magistratura, la Mafia potrebbe avere un ruolo di primo piano nella gestione degli appalti per la ricostruzione del capoluogo.

Per gli investigatori Cosa Nostra è già presente nel territorio. Aveva iniziato a infiltrarsi nella pubblica amministrazione regionale da alcuni mesi. Il settore di riferimento è quello «degli appalti e dello smaltimento dei rifiuti attraverso la costituzione e il trasferimento in Abruzzo di società che potrebbero servire da un lato come serbatoio per il riciclaggio di denaro sporco e dall’altro per ottenere finanziamenti pubblici e appalti per lo smaltimento dei rifiuti». In particolare la prova di un legame tra amministrazione pubblica e criminalità organizzata sarebbe in un’indagine su un’impresa costituita da alcuni anni, i cui movimenti societari hanno portato a ritenere «che serva ad operazioni di riciclaggio o altre attività illecite che richiedano la copertura di esponenti politici».

Ora, dopo il sisma, il timore di ulteriori infiltrazioni mafiose cresce in maniera esponenziale. «L’esperienza del passato - dice il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso - per le ricostruzioni del dopo terremoto dell’Irpinia ci serve da esperienza per valutare e prevenire quello che può accadere in Abruzzo. L’esperienza - aggiunge il procuratore - impone di rendere più trasparenti gli appalti del dopo terremoto facendo anche attenzione a come vengono gestiti i fondi milionari e a quali imprese vengono affidati i lavori con trattativa privata».

Anche per questo, per una questione di trasparenza, l’inchiesta sul terremoto che la Procura de L’Aquila sta portando avanti contro ignoti diventa di importanza fondamentale. Sarà «la madre di tutte le inchieste», spiega il procuratore Alfredo Rossini, «troveremo i responsabili. Sarà un lavoro lungo ma lo faremo». I reati per i quali si indaga saranno quelli di «disastro colposo e omicidio plurimo». Il lavoro della magistratura, affiancata da un pool di tecnici, inizierà con gli edifici pubblici strategici, come la prefettura, il comune, il tribunale e l’ospedale. Un immobile, quest’ultimo, con un’anomalia sorprendente emersa nelle ultime ore: la struttura era priva di agibilità.

Quando la notizia è filtrata il direttore generale dell’Asl Roberto Marzetti si è affrettato a dare all’Ansa una precisazione tecnica che conferma la notizia. L’agibilità non c’era. L’edificio era «dotato di un’agibilità parziale, cioè reparto per reparto», ma senza risultare accreditato in maniera definitiva. Il problema, come spiega l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Ermanno Lisi, potrebbe essere solo formale, legato alle procedure di accatastamento. Ma di fronte a una città intera venuta giù, può essere che la forma diventi sostanza.

La prima cosa che la magistratura intende verificare è la qualità dei materiali e la loro resistenza. In gergo si chiamano indagini granulometriche. Che verranno fatte anche negli edifici privati. Come la Casa dello studente, crollata alla prima scossa. Al momento sembra esclusa la pista dell’utilizzo della sabbia marina nell’impasto del cemento, in quanto quattro volte più costosa rispetto a quella di cava. Il problema è un altro. Per risparmiare sui costi una parte del materiale utilizzato sembrerebbe non essere stato trattato bene. Come la ghiaia, che non sarebbe stata ripulita. E poi il ferro, con il quale si salda il cemento, non sembrerebbe avere le caratteristiche giuste. Quello ritrovato nella Casa dello studente era liscio e non zigrinato. I pilastri erano attaccati alle travi, poi, con quattro ferri, mentre di solito pilastri e travi sono costruiti in un unico blocco.

Ma c’è anche un altro capitolo da verificare: eventuali violazioni nella definizione del rischio. L’Aquila, secondo i geologi, ha una grado di sismicità massimo, di I° grado. Per la Regione, invece, il rischio era più basso (II° grado). Con un tratto di penna si è risparmiato sul cemento. Ma non sulla sicurezza.

* l’Unità, 14 aprile 2009


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