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EUROPA E GUERRA DELL’ORA DI RELIGIONE. QUANDO IL PASSATO DOMINA IL PRESENTE E SOFFOCA LO SPIRITO DELLA LIBERAZIONE, DELLA COSTITUZIONE, E DEL DIALOGO ...

L’ ORA DI RELIGIONE. A BERLINO, GIA’ UNA GUERRA, UN "KULTURKAMPF". A ROMA, IL PRESIDENTE DELLA CEI, BAGNASCO, E IL MINISTRO GELMINI LA STANNO PREPARANDO. Una nota di Andrea Tarquini e una di Gianni Santamaria

venerdì 24 aprile 2009 di Federico La Sala
[...] Come modello, nell’Anno Paolino c’è l’Apostolo del­le genti. Un promotore di dialogo e cultura. Non a ca­so l’incontro vedeva ieri seduti al tavolo con Bagna­sco, la Gelmini, Annicchiarico e la sua vice, suor Fe­liciana Moro, anche il responsabile nazionale del Ser­vizio nazionale per il progetto culturale Vittorio Soz­zi e il vice Ernesto Diaco, che oggi prenderà la paro­la nella seconda giornata di lavoro. Più volte, infine, è ritornato l’accorato appello di Benedetto XVI (...)

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> L’ ORA DI RELIGIONE. A BERLINO, GIA’ UNA GUERRA, UN "KULTURKAMPF". --- Oggi nella capitale tedesca il referendum voluto dall’associazione di fedeli cattolici «Pro Reli». Obiettivo: cancellare l’obbligo di insegnamento dell’etica nelle scuole introdotto dalla maggioranza Spd-Linke... Merkel si schiera con i cattolici (di Gherardo Ugolini).

domenica 26 aprile 2009


-  Ora di etica o religione, Berlino al voto
-  Merkel si schiera con i cattolici

-  di Gherardo Ugolini (l’Unità, 26.o4.2009)

Oggi nella capitale tedesca il referendum voluto dall’associazione di fedeli cattolici «Pro Reli». Obiettivo: cancellare l’obbligo di insegnamento dell’etica nelle scuole introdotto dalla maggioranza Spd-Linke.

La crociata divide la capitale: i quartieri orientali per il no, quelli occidentali per il sì Socialdemocratici difendono la novità dell’insegnamento civico introdotto nel 2006 Per vincere la battaglia i referendari dovranno avere almeno il 25%

Etica o religione? La metropoli più laica e secolarizzata d’Europa (il 60% degli abitanti si dichiara non credente), tradizionalmente moderna e trasgressiva, fiera delle sue «diversità» a partire dal sindaco gay Klaus Wowereit, è diventata nelle ultime settimane il teatro di una guerra di religione in cui gli opposti schieramenti si combattono con slogan e parole d’ordine da guerra fredda che nessuno avrebbe immaginato vent’anni dopo la caduta del Muro. L’associazione di fedeli

La crociata è partita mesi fa con la nascita dell’iniziativa civica denominata Pro Reli, cioè «per la religione»: un’associazione di fedeli cattolici e protestanti, sostenuta dalla Cdu, che si batte perché venga cambiato il sistema d’insegnamento della religione in vigore nelle scuole di Berlino. Attualmente gli scolari delle medie e superiori a partire dai tredici anni frequentano obbligatoriamente lezioni di etica, mentre l’insegnamento della religione è facoltativo. Questo dispositivo, che costituisce un eccezione rispetto al modello praticato negli altri Länder tedeschi, è stato introdotto nel 2006 dalla maggioranza Spd-Linke al governo della città, in quanto ritenuto il più idoneo per una comunità in cui sono rappresentate decine di etnie e di confessioni religiose. L’insegnamento di etica è concepito come una forma di educazione civica che trasmette i valori fondamentali della costituzione tedesca ed educa alla convivenza pacifica tra cittadini di vario orientamento e provenienza.

I fautori di «Pro Reli» si sono mobilitati contro questo meccanismo che giudicano penalizzante per la fede cristiana e hanno raccolto oltre 250mila firme tra i cittadini per introdurre l’obbligo di scegliere o religione o etica. È precisamente questa la materia del contendere, su cui oggi si svolge un referendum al quale sono invitati a partecipare oltre 2,4 milioni di berlinesi.

E la polemica si è fatta inevitabilmente rovente. «Votare sì è una questione di libertà», «La fede sposta le montagne», «Libertà di scelta»: chi gira per le strade della capitale tedesca non può evitare di imbattersi in megacartelloni con queste frasi scritte a carattere cubitali. La campagna pubblicitaria di Pro Reli, che ha fatto proseliti anche tra alcuni gruppi musulmani, è tutta giocata sul concetto di «libertà»: la libertà di scelta che la sinistra al governo di Berlino avrebbe conculcato imponendo i corsi di etica a tutti. Dall’altra parte i cartelloni della Spd ribattono con lo slogan «Etica o religione? Noi le pratichiamo entrambe».

Alla vigilia del referendum ha pensato bene di scendere in campo anche Angela Merkel proclamando il suo voto a favore di Pro Reli. «Spero che il maggior numero possibile di cittadini si dichiari a favore dell’insegnamento della religione» ha esortato la cancelliera. L’opinione pubblica appare divisa sull’argomento, con una prevalenza del no nei quartieri orientali (ex Ddr) e del sì in quelli occidentali.

Ma il vero pericolo per i referendari è che succeda come lo scorso anno in occasione della consultazione sulla chiusura dell’aeroporto di Tempelhof, allorquando i promotori del referendum, pur ottenendo la netta maggioranza dei voti, non raggiunsero il quorum e di conseguenza il risultato fu dichiarato nullo.

La sfida

Qui sta il punto: ai sostenitori di Pro Reli non sarà sufficiente ottenere più consensi degli altri. Per farcela davvero bisognerà che per la loro iniziativa votino almeno 612mila cittadini, pari al 25% dei berlinesi aventi diritto. Altrimenti tutto resterà come prima.


la Repubblica, 26.04.2009

"Ora di religione esempio di sana laicità" Il Papa: è parte integrante della scuola

CITTÀ DEL VATICANO - Per papa Ratzinger l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica non è «un’interferenza o una limitazione della libertà», ma - al contrario - è un esempio «di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva» in Italia e in tutti i paesi dove è istituito.

Benedetto XVI ne ha parlato ieri ai circa 8000 insegnanti di religione che hanno preso parte alla tre giorni di Meeting sull’Irc voluto dalla Cei, aperto giovedì scorso dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. «L’insegnamento della religione cattolica - secondo il Papa - è parte integrante della storia della scuola in Italia, e l’insegnante di religione è una figura molto importante nel collegio dei docenti. È significativo che con lui tanti ragazzi si tengano in contatto anche dopo i corsi». Presente all’udienza anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. (o. l. r.)


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