Chiara Frugoni, medievista e massima esperta di s. Francesco, ha appena pubblicato "Quale Francesco"
Intervista a Chiara Frugoni
realizzata da Gianni Saporetti (*)
LA REGOLA CHE NON PASSO’
Perché le pareti della Basilica superiore rimasero bianche per quasi cinquant’anni? La sofferta vicenda della Regola francescana e la scoperta che i dipinti non si rifanno solo alla “Legenda Maior” di Bonaventura, ma anche alle conferenze parigine, dalle quali si può capire, ad esempio, perché nelle scene Francesco è scalzo e con la barba, mentre i suoi frati sono rasati, hanno i sandali e apparentemente non stanno affatto seguendo la Regola. Intervista a Chiara Frugoni.
Chiara Frugoni, medievista e massima esperta di san Francesco, ha appena pubblicato Quale Francesco, Il messaggio nascosto negli affreschi della Basilica di san Francesco d’Assisi, Einaudi, 2015. Possiamo partire dal titolo: perché "Quale Francesco”?
Sono partita da una constatazione. La Basilica di Assisi è una basilica doppia. In quella inferiore Francesco è stato trasportato nel 1230. Era la basilica per i pellegrini; su una parete c’è la storia della passione di Cristo, sull’altra una storia di Francesco molto semplice, solo cinque scene; i pellegrini andavano avanti vedendo questa specie di rispecchiamento tra la storia di Francesco e quella di Cristo, e arrivavano all’altare dove sapevano, anche se è invisibile, che sotto c’era la tomba di Francesco. Questi due programmi esistono ancora nella basilica inferiore, ma sono stati sventrati: siccome c’erano troppi pellegrini, hanno aperto le cappelle laterali per far circolare la gente. Quindi in genere adesso i pellegrini non vanno in quella inferiore, ma in quella superiore.
Quella superiore però non è mai stata concepita per i pellegrini, per i forestieri, era la grande aula per le riunioni ufficiali dove si celebravano i cosiddetti Capitoli, cioè dove le rappresentanze delle autorità francescane si riunivano, discutevano della regola, degli adattamenti, ecc. Addirittura nell’abside c’è ancora la cattedra papale, perché spesso queste riunioni erano presiedute dal Papa. Oggi chi entra è talmente assuefatto alla fama, alla bellezza, che praticamente non vede quello che vede, cioè non si accorge della complessità e della stranezza delle scelte delle storie francescane.
Ebbene, mi sono chiesta: se Francesco riposava nella basilica inferiore dal 1230, come mai fino almeno al 1277-’78, le pareti della basilica superiore sono rimaste bianche? E la mia risposta è che era molto difficile decidere "quale Francesco” raccontare. Il tema è un po’ questo.
Da un lato, infatti, c’erano Francesco e i suoi intendimenti, per cui i frati dovevano andare scalzi, mangiare solo per il giorno senza poter mettere da parte per il giorno dopo, lavorare con le loro mani, non potevano chiedere l’elemosina, dovevano essere sempre in viaggio, e se stavano fermi dovevano andare nei lebbrosari, niente cultura, per non insuperbire. Ecco, questo era Francesco: una scelta aperta ai laici e alle donne perché il progetto era partito su due binari paralleli.
Dall’altro lato bisogna però sapere che già alla fine della vita di Francesco i frati cominciano a protestare. Addirittura fanno pressioni affinché si dimetta perché non lo vogliono più.
Nel 1221, si raduna in Assisi il capitolo detto "delle stuoie”. È presente anche il cardinale Ugolino, futuro Papa Gregorio IX, che si fa appunto tramite dell’esortazione di alcuni compagni a scegliere una regola più tradizionale.
A quel punto Francesco si arrabbia moltissimo, e dice: "Io non voglio seguire né la regola di san Benedetto, né di san Francesco, né di sant’Agostino, io voglio seguire la regola che mi ha dato Dio. È il Vangelo la regola da seguire”.
Da quell’incontro esce così una regola molto bella, molto articolata, in cui per esempio si dice come i frati devono vivere fra i saraceni, mentre la Chiesa vuole la crociata; ma questa regola non passa. Non la vuole il Papa, ma non la vuole neanche la maggioranza dei frati. C’è proprio questa tragedia delle regole che Francesco continua a scrivere e che i frati dicono di aver perduto o che bocciano.
Si arriva così al 1223, tre anni prima della sua morte, in cui Francesco infine accetta una Regola molto più censurata, dove sono state eliminate praticamente quasi tutte le cose più nuove. Finalmente questa Regola viene approvata.
Per lui però è veramente uno smacco terribile. Tant’è vero che poco prima di morire scrive il suo testamento in cui recupera tutto quello che era stato cassato e dice: ... (continua)