CRISI
Il Papa: "Ora diamoci nuove regole" Monito sulla Siria: "Basta violenze"
Benedetto XVI al discorso di inizio anno per il corpo diplomatico. "Non sono colpiti solo i paesi più avanzati, ma anche quelli in via di sviluppo. Giovani frustrati e disorientati nelle loro aspirazioni ad un avvenire sereno". E sulla repressione del regime di Damasco: "La politica dialoghi, bene osservatori indipendenti" *
CITTA’ DEL VATICANO - "Nuove regole che assicurino a tutti" di vivere dignitosamente e sviluppare le proprie capacità a beneficio di tutti. Le chiede il Papa per la crisi economica che, nata in Occidente, incide anche sui Paesi in via di sviluppo. Uscire dalla crisi, dice, non significa solo "arginare le perdite individuali" o "nazionali". Parole inequivocabili che Benedetto XVI ha pronunciato parlando al Corpo diplomatico.
La crisi economica e finanziaria mondiale "non ha colpito soltanto le famiglie e le imprese dei Paesi economicamente più avanzati, ma ha inciso profondamente anche sulla vita dei Paesi in via di sviluppo", ha detto Benedetto XVI nel suo discorso d’inizio anno rivolto al Corpo diplomatico accreditato in Vaticano, nel quale ha parlato toccaro diversi temi, dalla primavera araba alle violenze contro i cristiani, dall’Africa alla libertà religiosa, "primo dei diritti umani".
Ma è sulla crisi economica che il Pontefice si è concentrato particolarmente. Nei paesi dell’Occidente dove ha avuto origine, ha detto Benedetto XVI, si è creata una situazione difficile "in cui molti, soprattutto tra i giovani, si sono sentiti disorientati e frustrati nelle loro aspirazioni ad un avvenire sereno". In particolare, infatti, "gli effetti dell’attuale momento di incertezza colpiscono particolarmente i giovani". "Dal loro malessere - ha ricordato Papa Ratzinger - sono nati i fermenti che nei mesi scorsi hanno investito, talvolta duramente, diverse regioni".
La crisi attuale è anche "politica e sociale", ha ricordato, e rappresenta "la drammatica espressione di un profondo malessere" della società. Deve diventare l’occasione per "riflettere sull’esistenza umana e sull’importanza della sua dimensione etica, prima ancora che sui meccanismi che governano la vita economica: non soltanto per cercare di arginare le perdite individuali o delle economie nazionali, ma per darci nuove regole che assicurino a tutti la possibilità di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacità a beneficio dell’intera comunità", sottolinea il Papa.
Siria, bene osservatori internazionali. Sul fronte estero, un riferimento preciso va alla crisi in Siria 1, in cui, secondo il Pontefice occorre fermare subito le violenze. "Sento una grande preoccupazione per le popolazioni dei Paesi in cui si susseguono tensioni e violenze, in particolare la Siria, dove auspico una rapida fine degli spargimenti di sangue e l’inizio di un dialogo fruttuoso tra gli attori politici, favorito dalla presenza di osservatori indipendenti".
Iraq e Medio Oriente: Riconciliazione e politiche coraggiose per la pace. Benedetto XVI ha deplorato anche i recenti attentati in Iraq 2, incoraggiando le autorità a "proseguire con fermezza sulla via di una piena riconciliazione nazionale". In Medio Oriente, il Pontefice auspica una politica coraggiosa da parte dei leader israeliani e palestinesi, in favore della pace.
Libertà religiosa primo dei diritti umani. Commentando poi, i recenti attacchi alle chiese in Nigeria 3, il Papa chiede maggiore protezione per i cristiani, che in diverse parti del mondo sono marginalizzati, senza diritti, vittime di violenza. "Nel continente africano... è essenziale che la collaborazione fra le comunità cristiane e i governi aiuti a percorrere un cammino di giustizia, di pace e di riconciliazione, in cui i membri di tutte le etnie e di tutte le religioni siano rispettati. E’ doloroso constatare che tale meta, in vari paesi di quel continente, è ancora lontana". La libertà religiosa, continua, è il "primo dei diritti umani, perché essa esprime la realtà più fondamentale della persona. Troppo spesso, per diversi motivi, tale diritto è ancora limitato o schernito".
Italia, rapporto equilibrato fra Chiesa e Stato. Per quel che riguarda l’Italia, il Papa chiede che "si continui a promuovere un rapporto equilibrato fra Chiesa e Stato e in tal modo possa essere da esempio anche per altri Paesi. "Le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato italiano - ha aggiunto Papa Ratzinger - hanno attraversato momenti difficili dopo l’unificazione. Nel tempo, però, hanno prevalso la concordia e la reciproca volontà di cooperare, ciascuno nel proprio ambito, per favorire il bene comune".
Difendere la famiglia. Preoccupazione è stata espressa dal Papa per "le misure legislative che non solo permettono, ma talvolta addirittura favoriscono l’aborto, per motivi di convenienza o per ragioni mediche discutibili". Sullo stesso piano Benedetto XVI ha collocato anche "le politiche lesive della famiglia" che "minacciano la dignità umana e il futuro stesso dell’umanità". La famiglia, "fondata sul matrimonio di un uomo con una donna", va invece difesa, ha concluso.
* la Repubblica, 09.01.2012:
http://www.repubblica.it/esteri/2012/01/09/news/papa_nuove_regole-27796412/?ref=HREA-1