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A FRANCESCO E CHIARA DI ASSISI. A DANTE E ALL’ ITALIA. "Deus charitas est: et qui manet in charitate, in Deo manet, et Deus in eo" (1 Gv., 4.1,21).

SE UN PAPA TEOLOGO SCRIVE LA SUA PRIMA ENCICLICA, TITOLANDOLA "DEUS CARITAS EST" ("CHARITAS", SENZA "H"), E’ ORA CHE TORNI A CASA, DA "MARIA E GIUSEPPE", PER IMPARARE UN PO’ DI CRISTIANESIMO. Una nota di Federico La Sala

DAL DISAGIO ALLA CRISI DELLA CIVILTA’: FINE DEL "ROMANZO FAMILIARE" EDIPICO DELLA CULTURA CATTOLICO-ROMANA
giovedì 28 febbraio 2013 di Federico La Sala
[...] Il grande discendente dei mercanti del Tempio si sarà ripetuto in cor suo e riscritto davanti ai suoi occhi il vecchio slogan: con questo ‘logo’ vincerai! Ha preso ‘carta e penna’ e, sul campo recintato della Parola, ha cancellato la vecchia ‘dicitura’ e ri-scritto la ‘nuova’: “Deus caritas est”
[Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2006]!
Nell’anniversario del “Giorno della memoria”, il 27 gennaio, non poteva essere ‘lanciato’ nel ‘mondo’ un (...)

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> SE UN PAPA TEOLOGO SCRIVE LA SUA PRIMA ENCICLICA ---- MENZOGNA E ABUSO DI POTERE. La bomba americana (Jérôme Anciberro - "temoignag-echretien")

sabato 7 luglio 2012

La bomba americana

di Jérôme Anciberro

-  in “www.temoignagechretien.fr” del 6 luglio 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

Il Vaticano e la principale organizzazione di religiose cattoliche americana hanno iniziato un braccio di ferro, il cui esito potrebbe avere gravi conseguenze sulla vita religiosa. Tra i temi che Mons. Müller, il nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (CGF) si troverà a trattare prioritariamente, quello della Leadership Conference of Women Religious (Conferenza delle religiose americane, LCWR), non è stata oggetto di grande attenzione da parte della stampa europea.

È l’esatto contrario di quanto avvenuto oltre Atlantico, dove i principali media, da CBS al New York Times, hanno ampiamente informato su un avvenimento che minaccia di far esplodere una gran parte della vita religiosa cattolica americana.

accuse infondate e un processo non trasparente

La LCWR, che conta circa 1500 membri che rappresentano circa l’80% delle 55 000 religiose cattoliche americane, si trova oggi in una situazione pericolosa derivante da un doppio controllo romano, condotto, da un lato, da parte della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica (CIVCSVA) su tutti gli istituti religiosi femminili americani non di clausura e, dall’altro lato, dalla CDF, che ha fatto una “valutazione” dottrinale specifica della LCWR.

Dire che questa valutazione è stata accolta male, è poco: in un comunicato del 1° giugno, l’ufficio esecutivo della LCWR dichiarava che era stata avviata sulla base “di accuse infondate e di un processo imperfetto, non trasparente”. Il rapporto della CDF, precisa la LCWR, sarebbe stato inoltre “causa di sandalo e di dolore in tutte la comunità ecclesiale” e avrebbe accentuato “la polarizzazione” tra cattolici di sensibilità diverse.

Effettivamente, e contrariamente a molte azioni condotte dalla CDF, il grande pubblico americano - cattolico e non solo - ha reagito in maniera forte alla messa in discussione della LCWR. Il 12 giugno, le responsabili della LCWR hanno incontrato a Roma il cardinal Levada, prefetto della CDF a cui ora è succeduto Mons. Müller. In base ai comunicati dell’una e dell’altra parte, i dialoghi sono stati completi e diretti, ma difficili.

In un’intervista concessa al National Catholic Reporter, il cardinal Levada non ha esitato a parlare di un “dialogo tra sordi”, non escludendo una “decertificazione” canonica se le suore non si sottomettessero alle richieste del Vaticano (riscrittura degli statuti della LCWR, controllo prioritario degli interventi pubblici...).

dottrina cattolica

La LCWR è conosciuta per le sue posizioni aperte, sia in ambito sociale che nel suo rapporto con l’evoluzione dei costumi. La CDF le rimprovera di lasciare la parola, durante le sue assemblee annuali, a persone che intervengono esprimendo idee in contrasto con la dottrina cattolica, in particolare sulle questioni di morale sessuale (contraccezione, omosessualità), ma anche sulla questione dei ministeri.

La cosa non è nuova: nel 1979, la presidente della LCWR aveva già chiesto, in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II negli Stati Uniti, che le donne fossero considerate idonee a tutti i ministeri nella Chiesa.

Ogni anno, la LCWR assegna un premio ad una religiosa, il cui impegno riflette quello della LCWR in maniera particolarmente marcata. L’ultima “neo-laureata”, Carol Keehan, Figlia della Carità e presidente della Catholic Health Association (associazione cattolica per la salute), a cui sono associati circa 650 ospedali americani, si è risolutamente impegnata a favore della riforma dell’assicurazione sanitaria sostenuta da Barack Obama, mettendosi così in posizione diversa rispetto a quella dell’episcopato americano.

La LCWR è l’associazione ampiamente maggioritaria delle religiose americane, ma non è l’unica. Certe congregazioni sono affiliate al Council of Mayor Superiors of Women Religious (CMSWR), nata da una scissione della LCWR risalente agli anni ’90. Secondo vari studi, l’età media alla CMSWR, più tradizionale, sarebbe molto più bassa rispetto a quella constatata alla LCWR.

È quindi sulla base di un rinnovamento generazionale ed ideologico a rovescio - in quanto le più giovani sono le più legate ad una visione gerarchica e molto inquadrata della vita religiosa - che si svolge questo braccio di ferro, di cui si conoscerà l’esito solo in agosto, durante la riunione generale annuale della LCWR che dovrebbe allora far conoscere la sua risposta alle richieste del Vaticano


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