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FEBBRE SUINA: ALLARME OMS, A QUOTA 5 ....

PESTE SUINA: PER L’OMS, POSSIBILE PANDEMIA. Secondo l’OIE, l’organizzazione mondiale della salute animale, gli allevamenti di maiali non sono responsabili.

Le fasi di allerta dell’Oms. I sei gradi di allerta corrispondenti alle fasi di sviluppo di una pandemia (scheda).
martedì 28 aprile 2009 di Federico La Sala
[...] L’ultimo aggiornamento fornito dalla Commissione europea , diffuso prima dell’annuncio sugli ultimi casi accertati, riferisce di 10 casi in Spagna, 5 in Gran Bretagna, 3 in Germania e 1 in Austria. "Tutti questi casi hanno alle spalle un viaggio in Messico, tranne un caso spagnolo in cui la trasmissione è avvenuta all’interno della famiglia" si legge in una nota. Il Centro europeo di controllo e monitoraggio "continua a monitorare da vicino la situazione", spiega ancora Bruxelles (...)

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> PESTE SUINA: PER L’OMS, POSSIBILE PANDEMIA. --- "Presto nel 100% del pianeta". Un portavoce di Ginevra: «Il virus ha raggiunto 160 dei 193 paesi membri»-

venerdì 24 luglio 2009

La Stampa, 24/7/2009

-  FEBBRE SUINA

Influenza, l’allarme dell’Oms: "Presto nel 100% del pianeta"

Un portavoce di Ginevra: «Il virus ha raggiunto 160 dei 193 paesi membri»

GINEVRA Il virus dell’influenza «A» è ormai arrivato praticamente ovunque (in 163 Paesi su 193), ha ucciso circa 800 persone e il suo comportamento al momento non è cambiato, ma occorre vigilare nel caso mutasse o diventasse più aggressivo. È la fotografia sull’andamento della prima pandemia del secolo, quella da febbre suina, scattata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). «Al momento, non abbiamo notato alcun mutamento nel comportamento del virus», ha detto il portavoce, Gregory Hartl, nel consueto briefing da Gimevra, e il principale problema rimane la rapida propagazione e, in certi Paesi, la sua concentrazione in gruppi specifici. «Quel che vediamo è un’espansione geografica», ha detto ancora Hartl. «L’avanzata del virus continua e si avvicina al 100 per cento dei Paesi». Proprio alla luce delle proporzioni raggiunte dalla pandemia, l’organizzazione ha raccomandato ai Paesi membri di non sottoporre più ai test di laboratorio coloro che si sospettata abbiano contratto il virus, di concentrare gli sforzi nel contenere il contagio e nella cura dei malati con sintomi gravi. I Paesi devono invece continuare a informare su ogni decesso causato dal virus AHN1 e confermato dal laboratorio.

Il nuovo virus continua a propagarsi così rapidamente -ha detto ancora Hartl, spiegando la trasmissione sostenuta del virus nell’emisfero settentrionale dove è estate- perchè nessuno è immune di fronte a un virus che è nuovo; e come tutti i virus dell’influenza, circola più facilmente nei climi freddi (di qui, la velocità di propagazione che si registra nell’emisfero meridionale dove è inverno). «Dobbiamo essere però consapevoli che il virus potrebbe cambiare e dobbiamo essere pronti per questo». Le prime dosi di vaccino dovrebbero essere pronte in pochi mesi («All’inizio di autunno nell’emisfero settentrionale»), ma non è ancora chiaro se ci sarà bisogno di un’unica iniezione o doppia, perchè i trials clinici sono appena iniziati ((in Australia e presto anche negli Usa).

Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano, la diffusione quasi nel 100 per cento dei Paesi «era comunque attesa, perchè l’A/H1N1 è un virus che si diffonde rapidamente». «È importante, però, che malgrado la diffusione galoppante il virus rimanga uguale a se stesso, e quindi rimanga piuttosto blando e facilmente guaribile». Rimane l’allarme per i Paesi in via di sviluppo, dove le strutture sanitarie sono meno accessibili e con minori mezzi. In Italia, secondo il virologo, la preoccupazione maggiore è per i costi sociali della pandemia, i cosiddetti costi indiretti dovuti alle giornate di lavoro perse o alle attività economiche ferme«. Quanto alle scuole, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha confermato che riapriranno regolarmente e, nonostante il diffondersi del virus, non ci sarà nessuno slittamento.


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