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"VINCERE". Il film di Marco Bellocchio sarà presentato a Cannes. Racconta un duce inedito. Di una donna perseguitata e del figlio Benito Albino

MUSSOLINI, IDA DALSER, E BENITO ALBINO MUSSOLINI: UNA TRAGEDIA ITALIANA. Sul film di Marco Bellocchio, una nota di Michele Anselmi, un’intervista al regista di Aldo Cazzullo, e una nota di Malcom Pagani - a cura di pfls

Ida fu sua moglie, sempre. «Accusò il fratello Arnaldo». Lo stesso che sulla Gazzetta Ufficiale mutò l’identità di Albino «Gli fece assumere un altro cognome. Cambiò la vita di una persona e quella di una nazione».
giovedì 7 maggio 2009 di Federico La Sala
[...] Racconta Bellocchio che il finale è cambiato rispetto al progetto. «Pensa­vo di chiudere il film con una scena am­bientata dopo la Liberazione: il cogna­to di Ida Riccardo Paicher, l’uomo che non aveva saputo difenderla, esce da un cinema richiamato dalle sirene del­la polizia, assiste agli scontri di un cor­teo politico con le bandiere rosse e tut­to, e soccorre una ragazza ferita. Poi mi sono detto che il film non meritava un finale consolatorio. È una tragedia, e così deve finire» (...)

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>MADDALENA SANTORO. Un’intellettuale salentina nella storia dei Mussolini. La donna segreta di Arnaldo, fratello del duce (di Vito A. Leuzzi)

domenica 24 luglio 2016

Maddalena Santoro

Un’intellettuale salentina nella storia dei Mussolini

La donna segreta di Arnaldo, fratello del duce

di Vito Antonio Leuzzi (La Gazzetta del Mezzoggiorno, 24.07.2016)

C’è una figura di donna da conoscere, da approfondire: è la singolare figura di intellettuale salentina il cui nome è Maddalena Santoro. Con la sua scrittura, riesce nel primo dopoguerra a Milano ad occupare uno spazio non marginale nello scenario politico-culturale segnato dall’ascesa del fascismo.

È lei la protagonista di un recente volume di Nicola Fanizza, dal titolo Maddalena Santoro e Arnaldo Mussolini. La storia d’amore che il duce voleva cancellare, (Edizioni dal Sud, pagg. 160, euro 15,00).

L’autore, con una accurata e documentata ricerca d’archivio, traccia il contesto della formazione di Maddalena Santoro nella Lecce del primo Novecento e il suo intimo sodalizio con Caterina Tanzarella, originaria di Ostuni, sua coetanea al Liceo «Palmieri» di Lecce.

Nel volume si analizza l’intensa corrispondenza tra le due amiche, carica di vicende intime legate ai rispettivi contesti socio-familiari, e si ripercorre la storia della narrativa della Santoro e il suo «tenace desiderio di rendere trasparente il mondo femminile». La scrittrice, per la sua costante attenzione ai romanzi che parlano dell’anima femminile, ottiene un incarico redazionale nel 1921, a Milano, presso la Casa editrice Alpes.

In questo contesto si colloca il legame di Maddalena con Arnaldo Mussolini, fratello minore del capo del fascismo, che nella capitale economica d’Italia svolge un ruolo politico-culturale rilevante come direttore de Il Popolo d’Italia e come responsabile, tra l’altro, della «Scuola di mistica fascista»; mentre la sua amica di Liceo, Caterina, su una sponda opposta, segue le traversie del marito, l’intellettuale di formazione repubblicana Piero Delfino Pesce, originario di Mola di Bari e direttore di Humanitas, la rivista degli intellettuali democratici, soppressa dal fascismo dopo il delitto Matteotti.

Maddalena Santoro svela all’amica il fascino esercitato su di lei da Arnaldo «con il suo solito sorriso bonario», mite e riflessivo (la casa editrice Alpes, rilevata dal fratello di Mussolini, con i consigli della Santoro e di Massimo Bontempelli pubblica il primo romanzo di Alberto Moravia Gli Indifferenti).

La relazione sentimentale tra la scrittrice e il fratello del duce si carica progressivamente di aspetti drammatici e di lati oscuri «per i tormenti legati alla sua condizione di essere amante di un uomo sposato» che per lungo tempo le aveva celato anche la presenza di tre figli.

In una missiva «compromettente», Maddalena svela a Caterina Tanzarella questi ed altri particolari, relativi anche al capo del fascismo che era sposato civilmente con Rachele Guidi, madre dei suoi primi tre figli (ad Arnaldo viene, infatti, affidato il compito di gestire anche sul piano legale i rapporti con i tre figli del fratello Benito). Scrive Fanizza: «Dalla lettera emerge che Maddalena aveva esercitato sul duce pressioni dirette e indirette - attraverso il fratello - per convincerlo a far battezzare i suoi figli, come di fatto avvenne il 2 aprile 1923».

In questo difficile contesto esistenziale, Maddalena scrive il suo primo romanzo Trasparenze femminili con la casa editrice Bemporad che pubblica opere di Sibilla Aleramo, Matilde Serao, Annie Vivanti.

A Caterina, in una lettera del 26 luglio del 1923 comunica: «Ho scritto un libro. Un romanzo a quanto pare non brutto [...]. Ho preferito la Bemporad all’Alpes, perché più importante e più nota anche nell’Italia meridionale».

Nella puntuale e articolata indagine di Fanizza, che mette in luce gli aspetti politico-affaristici del duce e di suo fratello Arnaldo (coinvolto nella tangentopoli milanese del 1930 e custode, tra l’altro, di un ingente patrimonio finanziario e di molti segreti, tra cui le vicende connesse al delitto Matteotti), balza all’attenzione l’attività di rigido controllo e di censura nei confronti della Santoro, esercitata dalla polizia segreta dopo l’improvvisa scomparsa di Arnaldo nel dicembre del 1931.

Maddalena, stabilitasi a Firenze in un appartamento che le aveva comprato Arnaldo, non riesce più a concentrarsi (aveva in precedenza scritto Fanatici d’Amore e L’inutile gloria, quest’ultimo pubblicato nel 1932). «Ovunque va - scrive Fanizza - avverte di essere seguita. La polizia politica controlla ogni suo movimento; si sente osservata» (la scrittrice si era rifiutata di consegnare agli emissari del duce le lettere di Arnaldo). La sua vita privata si complica, contribuendo sempre di più alla sua infelicità, dopo la relazione sentimentale con il conte Paolo Alberto Colombini che secondo le normative della polizia politica aveva subito «numerose condanne per truffa». Tutte vicende che arricchiscono di particolari la sua già interessante biografia, che sembra uno spaccato delle vicende italiane del primo Novecento.

La scrittrice continua a scrivere novelle, articoli di moda, commedie, ma la sua vita è minata da una grave malattia nel 1938. Le sue pubblicazioni si fermano al 1941, tre anni prima della sua morte, avvenuta a Triuggio, in provincia di Monza, il 13 febbraio 1944.


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