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"VINCERE". Il film di Marco Bellocchio sarà presentato a Cannes. Racconta un duce inedito. Di una donna perseguitata e del figlio Benito Albino

MUSSOLINI, IDA DALSER, E BENITO ALBINO MUSSOLINI: UNA TRAGEDIA ITALIANA. Sul film di Marco Bellocchio, una nota di Michele Anselmi, un’intervista al regista di Aldo Cazzullo, e una nota di Malcom Pagani - a cura di pfls

Ida fu sua moglie, sempre. «Accusò il fratello Arnaldo». Lo stesso che sulla Gazzetta Ufficiale mutò l’identità di Albino «Gli fece assumere un altro cognome. Cambiò la vita di una persona e quella di una nazione».
giovedì 7 maggio 2009 di Federico La Sala
[...] Racconta Bellocchio che il finale è cambiato rispetto al progetto. «Pensa­vo di chiudere il film con una scena am­bientata dopo la Liberazione: il cogna­to di Ida Riccardo Paicher, l’uomo che non aveva saputo difenderla, esce da un cinema richiamato dalle sirene del­la polizia, assiste agli scontri di un cor­teo politico con le bandiere rosse e tut­to, e soccorre una ragazza ferita. Poi mi sono detto che il film non meritava un finale consolatorio. È una tragedia, e così deve finire» (...)

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> MUSSOLINI, IDA DALSER, E BENITO ALBINO MUSSOLINI: UNA TRAGEDIA ITALIANA. ---- L’incubo di Albino, figlio di Mussolini (di Corrado Augias).

martedì 7 luglio 2009
Egregio Dottor Augias, il film "Vincere" di Marco Bellocchio comincia con una scena che Lei ben conosce: ossia, quella in cui l’impetuoso Mussolini socialista sfida Dio a fulminarlo entro cinque minuti per provare che esiste. Rammento che Lei stesso aveva rievocato l’episodio in una sua trasmissione. Secondo il mio modesto parere "Vincere" rappresenta un’opera di secondo piano nella filmografia di Marco Bellocchio. Perquanto disseminata di stile autoriale, la pellicola svela la velleità del regista piacentino nel voler coniugare gli stilemi del melodramma con l’imprinting da film futurista. L’assunto è, in realtà, piuttosto elementare (il Mussolini socialista ha sedotto Ida Dalser, il Mussolini interventista l’ha illusa, infine il Mussolini fascista l’ha abbandonata a un tragico destino: come ha fatto con l’Italia) e fa di "Vincere" un film assai inferiore rispetto a "Buongiorno, notte!", ad esempio, dove Bellocchio mostrava il cosiddetto "stream of consciousness" tanto della brigatista, che rapì e uccise Aldo Moro, insieme ai suoi compagni di lotta armata, quanto dello sfortunato padre del compromesso storico. Sarebbe stato più utile all’economia della storia che Bellocchio avesse spiegato la trasformazione del futuro Duce da pacifista a interventista in modo meno effettistico e superficiale così da andar oltre la visione univoca e donare all’argomento una ricchezza di contenuti che, anziché disperdersi nel facile sentimentalismo, poteva infondere un carattere di obbiettività alla tragica vicenda della coraggiosa Ida Dalser.

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