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KARL MARX NON ERA UN "MARXISTA" E "IL CAPITALE" DI KARL MARX E’ UNA CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA CAPITALISTICA E DELLA TEOLOGIA CATTOLICO-MAMMONICA (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006).

IL CAPITALE DI REINHARD MARX: UNA ENNESIMA APOLOGIA DEL "PLATONISMO PER IL POPOLO" E DEL RAPPORTO SOCIALE DI PRODUZIONE CAPITALISTICO. Una recensione di Vito Punzi - a cura di Federico La Sala

lunedì 18 maggio 2009 di Federico La Sala
[...] Dif­ficile trovare in questo testo elementi che lo distinguano in maniera sostanziale dalla lunga tradizione di dottrina sociale così co­me è nata e si è costituita all’interno della Chiesa cattolica (si vedano per esempio le frequenti citazioni dagli scritti «sociali» di Giovanni Paolo II). Tanto che anche sulla questione delle regole, seppur invocate con forza, l’arcivescovo richiama l’uomo al suo essere «soggetto morale», dunque alla sua facoltà di assumersi delle responsabilità (...)

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> IL CAPITALE DI REINHARD MARX --- LA CHIESA TEDESCA SI SCOPRE “MARXISTA”. Il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco-Frisinga, sarà per i prossimi sei anni il presidente della Conferenza episcopale tedesca

lunedì 17 marzo 2014

PRESIDENZA DEI VESCOVI: LA CHIESA TEDESCA SI SCOPRE “MARXISTA” *

37559. MÜNSTER-ADISTA. Il card. Reinhard Marx, dal 2008 arcivescovo di Monaco-Frisinga, sarà per i prossimi sei anni il presidente della Conferenza episcopale tedesca, succedendo a mons. Robert Zollitsch, di Friburgo, che lascia per raggiunti limiti di età. I vescovi lo hanno eletto il 12 marzo al termine della loro assemblea primaverile, svoltasi a Münster dal 10 al 13 marzo. Marx è uno dei personaggi di maggiore spicco non soltanto nell’episcopato tedesco - che pure, in questo momento, ha un ruolo di rilievo nella Chiesa europea, basti pensare al recente dibattito sulla comunione ai divorziati risposati - ma anche in Curia: papa Francesco lo ha infatti scelto, lo scorso anno, per il suo G8 e, appena qualche settimana fa (8/3), lo ha anche nominato coordinatore del nuovo Consiglio per l’Economia.

Marx, dunque, è destinato ad occupare un ruolo di rilievo in un episcopato, quello tedesco, estremamente polarizzato, caratterizzato da punte avanzate e intransigenti conservatori. 60 anni, corporatura imponente, appassionato di sigari e del buon vino, considerato un riformatore, Marx si è rivelato, negli ultimi anni, come una delle figure più significative e forti della Chiesa tedesca, anche grazie alle sue capacità di mediazione “politica” e di comunicazione, e alla stima di cui gode, anche a livello internazionale. Nel 2010 è stato il primo vescovo (e finora l’unico) ad affrontare con grande rigore ed esaustività la questione degli abusi sessuali perpetrati dal clero e recentemente ha “sfidato” il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nonché suo concittadino card. Gerhard Ludwig Müller sulla questione dei divorziati risposati. Marx, infatti, è sempre stato al primo posto nel chiedere un cambiamento deciso di rotta nelle varie questioni che la pastorale familiare abbraccia, e a considerare il prossimo Sinodo dei vescovi come un’occasione preziosa in questo senso. In occasione dell’ultimo Concistoro, l’arcivescovo di Monaco aveva condiviso a tal punto la relazione del card. Walter Kasper (v. notizia su questo stesso numero) da volerla pubblica: «I sacramenti - ha detto in una conferenza stampa in Germania all’indomani del Concistoro - non dovrebbero essere intesi come una sorta di strumento disciplinare”, ma «di guarigione».

La sua elezione era tutt’altro che scontata, dal momento che numerosi e gravosi sono gli incarichi che ricopre: oltre a quelli già citati in Curia, Marx è presidente della Comece, la commissione dei vescovi dell’Ue, e grande cancelliere dell’unica università cattolica tedesca ad Eichstätt-Ingolstadt; è stato inoltre alla guida della commissione episcopale sui temi sociali ed economici. Grazie al suo rigore espressivo e di pensiero, è stato chiamato come interlocutore in ambiti anche molto eterogenei, dal forum economico di Davos all’Università di Oxford. Prima dell’assemblea dei vescovi aveva rilasciato un’intervista al quotidiano della sinistra alternativa Tages Allgemeine Zeitung, in cui condivideva la critica al capitalismo di papa Francesco.

La sua elezione, decisa al quinto scrutinio, ovviamente non ha accontentato tutti, e c’è chi teme che in questo nuovo ruolo Marx possa imporre eccessivamente il suo peso. «Il presidente non è un papa nazionale», ha detto il vescovo di Augsburg mons. Konrad Zdarsa; deve solo fare il «moderatore», ha aggiunto il vescovo di Münster mons. Felix Glenn: «Deve garantire un’unità nella Conferenza. Vi possono essere opinioni diverse, e ci sono, ovviamente, in un organismo formato da 66 “leader alfa”, ma lui deve riuscire a tenere insieme tutto».

È evidente che, nella situazione in cui versa la Chiesa tedesca, sconvolta da diverse tempeste che ne hanno messo in discussione la credibilità, tra cui quella, ultima in ordine di tempo, della diocesi di Limburg e del suo vescovo “spendaccione” mons. Franz-Peter Tebartz van Elst, Marx dovrà essere molto più che un semplice moderatore: grazie alla sua indole positiva ed energica, sono in molti a sperare in un nuovo inizio. Senza contare in prospettiva la rilevanza del presidente della Conferenza episcopale, se si deve prestare fiducia alla volontà espressa dal papa di dare alle Conferenze maggiori competenze.

Marx, nativo della Westfalia, ha compiuto i suoi studi di teologia e filosofia a Paderborn, Parigi, Münster e Bochum. Ordinato sacerdote nel 1979, dieci anni dopo ha ottenuto il dottorato in Teologia. Nel 1996 è stato nominato vescovo ausiliare a Paderborn e, dopo aver anche insegnato presso la locale Facoltà teologica, nel 2001 è stato scelto come vescovo a Treviri, prima di approdare nel 2008 a Monaco. Dal 1999 al 2008 è stato presidente della Commissione episcopale Giustizia e Pace, nonché del ZentralKomitee der Deutschen Katholiken. Nel 2010 la nomina cardinalizia. Ha incarichi anche all’interno del Pontificio Consiglio per i Laici e della Congregazione per le Chiese orientali. (ludovica eugenio)

* Adista Notizie n. 11 del 22/03/2014


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