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UN FALSO FILOLOGICO, ANTROPOLOGICO E TEOLOGICO. DIO e’ AMORE ("CHARITAS") non MAMMONA ("CARITAS"), COME SCRIVE BENEDETTO XVI ("Deus caritas est", 2006).

Così "il Dio del denaro" inganna Papa Ratzinger, e Papa Ratzinger inganna gli uomini.... e rende cieco anche Enzo Bianchi - di Federico La Sala

domenica 31 maggio 2009 di Federico La Sala
"CHARISSIMI" .... DIO e’ AMORE ("CHARITAS") non MAMMONA ("CARITAS" - "CARO-PREZZO")!!! Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo...
UN FALSO FILOLOGICO E TEOLOGICO. Così "il Dio del denaro" inganna Papa Ratzinger, e Papa Ratzinger inganna gli uomini.... e rende cieco anche Enzo Bianchi.
Enzo Bianchi sa che, pur usando la parola "caro" per esprimere il valore economico e quello affettivo, l’unica (...)

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> Così "il Dio del denaro" inganna Papa Ratzinger, e Papa Ratzinger inganna gli uomini.... Il dominio del denaro e l’immigrazione. Cosa ci insegna il caso Rosarno (di Enzo Mazzi).

domenica 10 gennaio 2010


-  Cosa ci insegna il caso Rosarno
-  L’immigrazione e il dominio del denaro

di Enzo Mazzi (il’Unità, 10.01.2010)

L’aggressione a Rosarno dei neri e la loro rivolta disperata sono archiviate in breve come le precedenti con qualche orripilante ma assai popolare invettiva contro l’indulgenza verso l’immigrazione clandestina e con qualche lacrima compassionevole verso i poveri schiavi trattati come bestie randagie. E i clementini della piana del Tauro non ebbero alcun sussulto al mercato della frutta e la politica continuò il suo balletto e tutti ci voltammo dall’altra parte a cercar sedativi contro l’angoscia montante per un futuro senza speranza.

Mentre i fatti di Rosarno andrebbero assunti come sintomo di un cancro che divora la società ormai a livello mondiale. Per cercar terapie finché c’è tempo. Nella società fondata sul dominio assoluto del danaro siamo tutti neri. È il danaro, nuova divinità, che si è impossessato delle nostre anime e dei nostri corpi e ci ha sfrattati da noi stessi.

La società del benessere è ridotta a una fortezza assediata. Ma è una illusione alzar mura, installare body scanner, e rovesciar barconi. Il nemico che ci assedia non è l’immigrazione. Siamo noi nemici a noi stessi. La crisi è dentro la struttura stessa della città.

Un nuovo umanesimo s’impone. Ma il suo centro non è più la città. Anzi presuppone il crollo delle mura e lo prepara. È la vendetta del sangue di Remo. Il fondamento di un nuovo patto non può che trovarsi nell’essere umano in quanto tale, indipendentemente dal luogo di nascita e dal colore della pelle. Il risveglio di una tale consapevolezza non è né facile né indolore.

Ed è qui che si apre uno spazio significativo e caratterizzante non solo per la politica ma per il volontariato e più in generale per l’associazionismo. Purtroppo la strada più facile è quella dell’assistenzialismo. Ma è una strada scivolosa. L’assistenzialismo, comunque rivestito, non crea parità di diritti.

Chi ha a cuore l’obbiettivo dell’affermazione dei diritti di cittadinanza per tutti, come diritto pieno, comprensivo dei diritti sociali, e come diritto inalienabile della persona, non può fare a meno di impegnarsi sia sui tempi brevi della mediazione politica, per raggiungere il raggiungibile, qui e ora, sia sui tempi lunghi della trasformazione culturale, in mezzo alla gente.

E direi che l’associazionismo più che tappar buchi e metter toppe, dovrebbe imboccare più decisamente proprio la strada della trasformazione culturale. Tendere a smontare i paradigmi culturali, ideologici e anche religiosi, che sono all’origine della discriminazione. Con pazienza infinita e con umiltà, senza tirare la pianticella per lo stelo. Ma anche con tanta coerenza e fermezza. Senza vendere mai tutto sul mercato dell’emergenza e senza sacrificare mai tutto sull’altare della mediazione politica.


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