di Frédéric Mounier
in “La Croix” del 19 novembre 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)
Con parole scelte Benedetto XVI ha espresso sabato il suo sostegno alla strategia messa in atto dall’episcopato francese per opporsi al “matrimonio per tutti”. Esprimendosi davanti a 39 vescovi venuti dalla Francia settentrionale ed orientale in visita ad limina in Vaticano, Benedetto XVI ha ricordato che “nei dibattiti importanti di società, la voce della Chiesa deve farsi sentire senza posa e con determinazione nel rispetto della tradizione francese in materia di distinzione tra le sfere di competenza dello Stato e quelle della Chiesa”.
Sottolineando che quest’ultima non può essere “ridicolizzata o emarginata nella sola sfera privata” il papa ha esortato i fedeli “impegnati nella vita pubblica” a “manifestare le loro convinzioni cristiane, senza arroganza ma con rispetto” e in particolare ad “essere attenti ai progetti di leggi civili che possono arrecare pregiudizio alla protezione del matrimonio tra uomo e donna,al la salvaguardia della vita dal concepimento fino alla morte, e al giusto orientamento della bioetica in fedeltà ai documenti del magistero”.
Alcuni minuti prima, Benedetto XVI aveva attentamente ascoltato il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese, che aveva spiegato i principi della strategia confermata durante l’ultima Assemblea generale a Lourdes: “Nei dibattiti di società a cui ci troviamo confrontati, cerchiamo di suscitare e di unirci agli interrogativi degli uomini di buona volontà. Radicati nella tradizione ebraico-cristiana, ci sforziamo di formulare, alla luce della fede, gli imperativi della morale universale di modo che coloro che cercano il bene possano aderirvi, ancorché non cristiani.”
Questo atteggiamento di reciproca comprensione tra Roma e la Francia era già stato notato giovedì, quando i vescovi si sono recati, nel quadro della loro visita ad limina, al Pontificio Consiglio per la famiglia. Erano stati allora calorosamente accolti da Mons. Vincenzo Paglia, nuovo presidente di questo consiglio dal giugno 2012, che ha “espresso apprezzamento per il coraggio della preghiera del 15 agosto”, “un modo esemplare di porre interrogativi alla società”, secondo lui, più feconda delle “manifestazioni di forza inefficaci”.
Il giorno dopo, alla Congregazione per la dottrina della fede, guardiana del dogma, non si è parlato del “matrimonio per tutti”. E non lo si era fatto neanche in occasione dell’incontro, sabato 20 ottobre, tra il ministro dell’interno francese per i culti, Manuel Valls, e il “ministro degli esteri” di Benedetto XVI, Mons. Dominique Mamberti. Questa relativa discrezione è un modo di rispettare l’autonomia dell’episcopato francese, dato che Roma si limita a ripetere, quando è pubblicamente necessario, la posizione classica della Chiesa sul matrimonio.