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PAIDEIA. EDUCAZIONE ALLA SOVRANITA’ DEMOCRATICA ..... "AVERE IL CORAGGIO DI DIRE AI GIOVANI CHE SONO TUTTI SOVRANI" (don Lorenzo Milani).

ESAMI DI MATURITA’. SECONDA PROVA SCRITTA: PEDAGOGIA. Due tracce ... im-possibili - a cura di Federico La Sala

giovedì 4 giugno 2009 di Federico La Sala
STORIA, MEMORIA ED EDUCAZIONE: "MEDITATE CHE QUESTO E’ STATO". CON GRAMSCI, PRIMO LEVI E KURT H. WOLFF: SULLA ZATTERA DELLA MEDUSA, SU UN OCEANO DIPINTO, CON L’AMORE COGNITIVO.
EDUCAZIONE, INSEGNAMENTO, E SOCIETA’: LA PATRIA, LA NOSTRA PATRIA E’ LA LINGUA, NON LA TERRA NON IL SANGUE. Dante e Saussure insegnano. Materiali sul tema
IL MONDO COME SCUOLA, LA FACOLTA’ DI GIUDIZIO, LA CREATIVITA’, I NATIVI DIGITALI, E L’ATTIVISMO CIECO NELLA CAVERNA DI IERI E DI OGGI. Materiali (...)

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> ESAMI DI MATURITA’ 2009. SECONDA PROVA SCRITTA: PEDAGOGIA. ----Testo integrale delle tracce del SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO.

venerdì 26 giugno 2009


-  Pag. 1/3 Sessione ordinaria 2009
-  Seconda prova scritta
-  BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
-  CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
-  Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
-  Tema di: PEDAGOGIA

-  Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:

I

«La vera tolleranza non è indifferenza alle idee o scetticismo generalizzato. Presuppone una convinzione, una fede, una scelta etica e nello stesso tempo l’accettazione del fatto che siano espresse idee, convinzioni, scelte contrarie alle nostre. La tolleranza comporta una sofferenza nel sopportare l’espressione di idee, secondo noi, nefaste, nonché la volontà di assumere questa sofferenza. Vi sono quattro gradi di tolleranza: il primo, formulato da Voltaire, richiede di rispettare il diritto di proferire un discorso che ci sembra ignobile; ciò non significa rispettare l’ignobile, significa evitare di imporre la nostra concezione dell’ignobile per proibire un diritto di parola. Il secondo grado della tolleranza è inseparabile dall’opzione democratica: la caratteristica della democrazia è di nutrirsi di opinioni diverse e antagoniste; così, il principio democratico ingiunge a ciascuno di rispettare l’espressione delle idee antagoniste. Il terzo grado obbedisce alla concezione di Niels Bohr, secondo cui il contrario di un’idea profonda è un’altra idea profonda; in altri termini, vi è una verità nell’idea antagonista alla nostra, ed è questa verità che si deve rispettare. Il quarto grado consegue dalla coscienza del fatto che gli umani sono posseduti dai miti, dalle ideologie, dalle idee o dagli dei, così come consegue dalla coscienza delle derive che trascinano gli individui ben più lontano e altrove rispetto a dove volevano arrivare. La tolleranza vale evidentemente per le idee, non per gli insulti, le aggressioni, le azioni omicide.» E.MORIN, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, trad. ital. S. LAZZARI, Milano 2001

Il candidato esponga le sue riflessioni sul testo sopra riportato e si soffermi, in particolare, sulle seguenti questioni:
-  che cosa si intende per principio di tolleranza?
-  qual è il ruolo del principio di tolleranza nello svolgimento dell’attività educativa?
-  in che senso l’educazione è anche educazione alla tolleranza?



-  Pag. 2/3 Sessione ordinaria 2009
-  Seconda prova scritta
-  BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
-  CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
-  Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
-  Tema di: PEDAGOGIA

II

«Inoltre, le scelte di un bambino non dipendono tanto da una presa di posizione in favore del bene e contro il male, ma da chi suscita la sua simpatia e la sua antipatia. Più un personaggio buono è semplice e schietto, più è facile per un bambino identificarsi con lui e respingere quello cattivo. Il bambino si identifica con l’eroe buono non a motivo della sua bontà ma perché la condizione dell’eroe esercita un forte richiamo positivo su di lui. L’interrogativo che si pone per il bambino non è: “Voglio essere buono?” ma “Come chi voglio essere?”. Il bambino decide questo proiettando tutto se stesso in un singolo personaggio.» B. BETTELHEIM, Il mondo incantato, Milano 2008

Il candidato illustri il passo sopra riportato soffermandosi in modo particolare sull’educazione sentimentale del bambino, sull’acquisizione di comportamenti etico-morali e sui meccanismi di proiezione della personalità.


III

«Trovarsi a vivere in una società complessa e sovente disorientata, anche nella micro società scolastica, in cui ci si trova di fatto riuniti per ragioni varie, e impegnarsi a farne una vera comunità di vita e di lavoro, significa maturare la capacità di cercare e di dare un senso all’esistenza e alla convivenza e di elaborare dialetticamente i costrutti dell’identità personale e della solidarietà, della libertà e della responsabilità, della competizione e della cooperazione. In questa prospettiva, l’ordinamento giuridico, che trova nella Costituzione il suo nucleo generativo e il suo fondamentale impianto organizzativo, non va considerato come uno dei tanti schemi astratti e immutabili con cui la scuola obbliga gli studenti ad affaticare la memoria, ma come un germe vitale, che si sviluppa lentamente, e non senza ostacoli e resistenze di tipo interno ed esterno, nella vita dei ragazzi e in quella della classe e della scuola. Tale ordinamento si rivela progressivamente come potente strumento per capire, per accettare e per trasformare la realtà, per impostare relazioni, per affrontare e risolvere in modo non violento i conflitti a tutti i livelli e per immaginare e promuovere nuove regole, coerenti con quei principi e con le linee portanti dell’ordinamento democratico.» Documento d’indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, MIUR 2009

Il candidato rifletta sul tema proposto ponendo soprattutto l’attenzione sui seguenti punti:
-  convergenza fra istruzione ed educazione;
-  valore formativo dello studio della Costituzione;
-  esercizio della cittadinanza attiva.


-  Pag. 3/3 Sessione ordinaria 2009
-  Seconda prova scritta
-  BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
-  CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
-  Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
-  Tema di: PEDAGOGIA

IV

«I bambini e i ragazzi stranieri si trovano di fronte a compiti di sviluppo e ostacoli comuni ai loro coetanei autoctoni (apprendere, riuscire, superare prove e prestazioni, diventare autonomi e responsabili), ma devono affrontare anche sfide proprie e particolari: ridefinire il rapporto tra le memorie e le generazioni, costruirsi un’identità in situazione migratoria, ricercare una collocazione che non sia perennemente in bilico tra i due mondi. Apprendere nella migrazione comporta quindi la capacità di mobilitare risorse per far fronte alle sfide esterne, alle aspettative diverse che provengono da istituzioni educative differenti, al senso di provvisorietà e indefinita appartenenza che a volte si accompagna al viaggio nel nuovo Paese. Più che di situazione di disagio, per i bambini dell’immigrazione si può dunque parlare di vulnerabilità, cioè di una condizione di “fragilità” dovuta ai rischi di disequilibrio nelle relazioni principali. [...] In termini di relazione tra apprendente e insegnanti, nella grande maggioranza delle scuole, i docenti si assumono il ruolo positivo ed efficace di “facilitatori” di apprendimento e di iniziatori rispetto al nuovo viaggio, reale e simbolico.» G. FAVARO (a cura di), Alfabeti interculturali, Milano 2000

Il candidato esprima le sue riflessioni sul testo proposto soffermandosi in particolare sui seguenti punti:
-  l’educazione interculturale;
-  l’accoglienza degli alunni stranieri;
-  la funzione del mediatore linguistico-culturale.



-  Durata massima della prova: 6 ore.
-  È consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano.
-  Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.


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