Pd, Udc e Idv insieme scrivono a Napolitano, contestando il metodo di voto
La maggioranza lo difende: "Nessuna imposizione del governo al Parlamento"
Intercettazioni, scontro sulla fiducia
L’Anm: "Così muore la giustizia penale"
Durissimo attacco dell’associazione magistrati: "E’ come chiederci
di tutelare la sicurezza dei cittadini uscendo disarmati e con un braccio legato" *
ROMA - Oggi la Camera vota la fiducia al ddl intercettazioni ed è scontro con l’opposizione che, unita, scrive al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Pd, Udc e Idv insieme contestano il ricorso al voto di fiducia, ma anche i contenuti del provvedimento, col suo ledere la libertà di stampa. Ma ancora più duro è l’attacco al disegno di legge che arriva dall’associazione nazionale magistrati: così, avvertono i magistrati, "muore la giustizia penale".
La lettera a Napolitano. "Confidiamo, signor presidente - conclude la missiva firmata dal capogruppo del Pd, Antonello Soro, dal vicepresidente dei deputati Udc, Michele Vietti, e dal capogruppo Idv, Massimo Donadi - nel suo intervento, nelle forme che riterrà opportune, per restituire pienezza di contenuti democratici al dibattito parlamentare sulle leggi". Il "dubbio legittimo è che il governo usi impropriamente l’istituto della fiducia come strumento di controllo della propria ’amplissima maggioranza’", denunciano i ancora i rappresentanti dell’opposizione.
La difesa della maggioranza. "E’ errato parlare di un’imposizione del governo al Parlamento: il ricorso alla fiducia e il fatto che del testo in materia di intercettazioni se ne parli da troppo tempo ha portato a renderlo finalmente legge", dice il viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, e aggiunge: "Il testo è stato largamente modificato rispetto a quello iniziale anche e soprattutto con il contributo dell’opposizione".
L’attacco dell’Anm. La riforma delle intercettazioni segna nei fatti "la morte della giustizia penale in Italia": questa la dura presa di posizione dell’associazione, contro norme che "rappresentano un oggettivo favore ai peggiori delinquenti". E "impediranno alle forze di polizia e alla magistratura inquirente di individuare i responsabili di gravissimi reati". In pratica, prosegue l’Anm, è come se governo e Parlamento chiedessero "alle forze dell’ordine e alla magistratura inquirente di tutelare la sicurezza dei cittadini uscendo per strada disarmati e con un braccio legato dietro la schiena".
L’allarme sulla mafia. "Per la riconoscibilità dell’associazione mafiosa, le intercettazioni sono importanti. Bisogna stare attenti a dire ’ma tanto per le indagini sulla mafia rimangono’, perché a volte si risale all’associazione mafiosa partendo da altri tipi di indagine, da reati minori". Lo dice il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i risultati dell’operazione sulle infiltrazioni camorristiche in Toscana, che ha portato a otto arresti, 18 denunce e sequestri di beni per 20 milioni di euro.