Caro Francesco,
non comprendo questa tua "oliverizzazione" del discorso. Perché continui a legare Oliverio a Vattimo e De Magistris? Possiamo mettere insieme il grigio metropolitano col rosso e l’arancio dei campi irradiati dal sole?
Il padre del pensiero debole e il magistrato più coraggioso d’Italia non hanno nulla da spartire coi con chi ha gestito la cosa pubblica in Calabria, qualunque sia il suo nome.
Con Nietzsche, non si può costruire, se prima non si distrugge. Siamo o non siamo prigionieri d’un sistema i cui reggitori, di là dai partiti di provenienza, pensano al proprio utile?
Qui c’è una proposta politica: anzitutto liberarsi della classe dirigente attuale, quella di San Giovanni in Fiore e quella calabrese. Chi ha fallito, non può ancora avere la faccia tosta di presentarsi agli elettori. Basta, ci vuole il coraggio di cambiare, servono uomini nuovi, idee nuove e partecipazione corale al farsi della politica.
Con la stima di sempre, emiliano