Caro Francesco,
condivido parola per parola quello che hai scritto con consapevolezza politica e umana. Ero presente al comizio elettorale che hai fatto a San Giovanni in Fiore con Marco Ferrando. Ti ho già detto che gli uomini di sinistra (si fa per dire...) sangiovannesi si vergognano di sentire parole forti come popolo, proletari, bene comune. Ho già scritto dell’importanza dei comizi e della deprecabile pratica del porta a porta. Ho visto nel tuo comizio passione e idee; ho trovato conferma che le idee non sono mai inattuali, semmai lo è una loro gestione distorta e abusata. Occorre ritornare alle idee, combattendo i loro detrattori; occorre ritornare al senso della politica: la distribuzione delle risorse e il benessere collettivo. Per fare ciò, bisogna partire da un prerequisito imprescindibile: l’onestà. Mi devi consentire di aggiungere che bisogna bandire alcune tendenze di livellamento, specie se verso il basso. Una società giusta - dimmi se sbaglio in questa lettura di Marx - non è una società di eguali, ma una società in cui a detenere i mezzi di produzione siano tutti gli uomini e non pochi. Ognuno ha le proprie inclinazioni che occorre valorizzare per l’interesse collettivo.
Con stima,
Vincenzo Tiano