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IL PAESE DI PULCINELLA (1994-2009). Il Presidente della Repubblica grida: Forza Italia. Il Presidente del Partito grida: "Forza Italia"..... Chi è il vero Presidente della Repubblica?!!! IL "QUIZ" CONTINUA ....

IL PRIMATO DELL’ITALIA NEL MONDO: LA PRIMA REPUBBLICA A LUCI ROSSE DEL PIANETA. "La politica dell’intimità". Un’analisi di Barbara Spinelli - a cura di Federico La Sala

martedì 23 giugno 2009
[...] La tirannide dell’intimità descritta da Richard Sennett nel 1974 comincia così: con la politica personalizzata, con la comunità casalinga o clanica opposta alla società, alla res publica. L’intimità è tirannica perché i muri trasparenti separano anziché unire: per sfuggire allo sguardo che ti spia, non resta che il silenzio. Nell’open space «siamo tutti visibili e isolati» (Sennett, Il declino dell’uomo pubblico, Bruno Mondadori 2006). Di questa cultura Berlusconi è artefice, (...)

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> LA PRIMA REPUBBLICA A LUCI ROSSE DEL PIANETA. --- Scandalo Ruby, il gip di Milano:"Berlusconi a giudizio immediato". Il Cavaliere a processo il 6 aprile per concussione e prostituzione.

martedì 15 febbraio 2011


-  BUFERA GIUDIZIARIA SUL PREMIER

-  Scandalo Ruby, il gip di Milano:
-  "Berlusconi a giudizio immediato"

-  Il Cavaliere a processo il 6 aprile per concussione e prostituzione.
-  Il Viminale e la ragazza parti lese
-  Bersani: dimissioni e voto subito

MILANO Il Gip di Milano ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Silvio Berlusconi per i reati di concussione e prostituzione minorile. Il processo si aprirà il 6 aprile davanti alla quarta sezione penale composta da 3 donne: Giulia Turri, Carmen D’Elia e Orsola De Cristofaro. La decisione ha immediatamente fatto esplodere la polemica tra i partiti con la maggioranza che parla di «uso politico della giustizia» e l’opposizione, col segretario del Pd Pierluigi Bersani in testa, che chiede le «dimissioni» del premier e le «elezioni anticipate».

Tutto inizia con una nota firmata dal presidente dell’ufficio Gip, Gabriella Manfrin: «In data odierna il giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo, ha depositato il decreto con cui si dispone giudizio immediato a carico dell’onorevole Silvio Berlusconi». La procura gli contesta di aver abusato della qualità di presidente del Consiglio per indurre i funzionari della questura di Milano, la notte tra il 27 e il 28 maggio dell’anno scorso, ad affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti e per avere avuto rapporti sessuali con la minorenne ad Arcore tra il 14 febbraio e il 2 maggio. Parti offese vengono indicati il ministero dell’interno, la giovane marocchina e i tre funzionari della Questura presenti quella notte, Pietro Ostuni, Giorgia Iafrate e Ivo Morelli. «Ora andremo in udienza», si limita a dire il capo dei Pm Edmondo Bruti Liberati. L’accusa sarà sostenuta dagli stessi Pm che hanno svolto le indagini: Ilda Boccassini, Antonio Sangermano e Pietro Forno. «Ce lo aspettavamo», ha dichiarato Piero Longo, uno dei legali del premier.

Sul fronte politico, tra i primi a intervenire il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: «Il governo va avanti resistendo a questi tentativi di manomettere l’equilibrio politico del Paese». «Mai nella storia d’Italia vi è stato un uso della giustizia così finalizzato alla lotta politica. È inevitabile un intervento del Capo dello Stato». Sollecita il ministro per l’Attuazione del Programma Gianfranco Rotondi. E a scendere in campo è anche il ministro della giustizia Angelino Alfano: «Evidentemente il Gip non ha tenuto conto del voto della Camera», dice aggiungendo che il tema «attiene alla sovranità e all’indipendenza del Parlamento» sulle quali non è il governo «che deve intervenire». Non c’è però nessun motivo per le dimissioni del premier: «E la presunzione d’innocenza?».

Il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini invita invece Berlusconi «a difendersi davanti ai giudici» e risparmiare «al Paese la figura di un presidente del Consiglio processato per prostituzione minorile». No comment infine da parte della Lega: «Non rispondo a questa domanda». Taglia corto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

* La Stampa, 15/02/2011


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