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IL BERLUSCONISMO, IL CATTOLICESIMO DEGLI AFFARI ("CARITAS"), E LA COSTITUZIONE DEL CRISTIANESIMO ("CHARITAS"). Una testimonianza cristiana del Terzo Millennio dopo Cristo ....

CLANDESTINI. I DESTINI DEGLI ITALIANI E DELLE ITALIANE, NELLE MANI DEI CLAN ASSOCIATI DI MAMMASANTISSIMA E MAMMONA ("CARITAS"). Una nota di Paolo Farinella, prete - a cura di Federico La Sala

Al grido di "Forza Italia"!!! Il parlamento clandestino dichiara illegale la clandestinità (degli immigrati). Il decreto vergognoso del governo della vergogna.
domenica 5 luglio 2009 di Federico La Sala
[...] Di fronte all’Italia che di degrado in degrado corre verso il buco nero dell’indecenza generalizzata, non riusciamo ancora ad udire un belato, un vagito, un gridolino della gerarchia cattolica che pare abbia assunto come nuovo stemma le tre scimmie storiche: non vede, non sente e non parla. La luce che doveva stare sul monte per illuminare le coscienze, è stata spenta e messa in sicurezza sotto il moggio, chiusa a chiave e la chiave buttata a mare. Il silenzio dei vescovi è un (...)

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> CLANDESTINI. ---- Se l’Italia fosse Bologna (di Carlo Lucarelli).

venerdì 8 gennaio 2010

Se l’Italia fosse Bologna

di Carlo Lucarelli (l’Unità, 8 gennaio 2010)

Ultimamente per una serie di motivi, anche letterari, mi capita di incontrare, sia in Italia che all’estero, molte persone che vengono dall’Eritrea.

Tutte le volte che mi chiedono dove abito io rispondo, per semplificare, che sto in un paese vicino a Bologna e quando lo dico - dico quella parola, Bologna - il mio interlocutore fa subito un sorriso e un cenno di assenso, anche se magari, a Bologna, non c’è mai stato. Bologna, mi dicono, è stata molto importante per gli eritrei durante gli anni in cui il loro paese era impegnato a combattere per l’indipendenza dall’Etiopia del regime sanguinario di Menghistu in una guerra che è durata trent’anni.

A Bologna molti fuoriusciti avevano trovato rifugio e ogni anno si teneva una grande festa, una specie di festival, che riuniva gli eritrei come in una seconda patria.

Oggi quella festa non c’è più e Bologna forse è meno importante in quel senso, ma il ricordo positivo di quel suono - Bologna! - è rimasto e quando dici ad un eritreo - anche negli Stati Uniti, come mi è capitato - che sei di quella città hai subito l’impressione di stargli più simpatico.

E siccome è una gran bella sensazione quella di stare istintivamente simpatico a qualcuno - perché è sempre molto più gratificante essere amati che odiati - ed è anche un buon punto di partenza per qualunque cosa, a me piacerebbe che anche quando dico che sono italiano chi mi sta davanti faccia lo stesso sorriso e lo stesso cenno di assenso.

Perché in Italia c’è stato bene - come turista, come lavoratore, come rifugiato, come persona e basta - e che per questo, guarda un po’ gli sto subito più simpatico.


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