Ansa» 2009-07-11 12:44
OBAMA IN GHANA: QUI DOPO G8 PERCHE’ AFRICA NON E’ SOLA
ACCRA - Il presidente Barack Obama ha deciso di recarsi in Ghana dopo il G8 per dimostrare che "l’Africa non é separata" dal contesto internazionale. Lo ha detto il presidente Usa, incontrando oggi ad Accra, in Ghana, il capo dello Stato John Atta Mills.
dall’inviato Cristiano Del Riccio
L’AQUILA - Per il presidente Barack Obama ’La Mia Africa’ non è il Kenya delle radici paterne ma piuttosto il Ghana, ex-capitale del commercio di schiavi ma oggi terra di democrazia e buon governo. Così l’inquilino della Casa Bianca sarà protagonista oggi in Ghana di un evento storico: la prima visita nell’Africa nera del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti.
Una scelta che ha lasciato l’amaro in bocca ad altri paesi - come la Nigeria ed il Kenya - che si sono visti superare dal Ghana nella corsa a dare per primi il benvenuto ad Obama. L’inquilino della Casa Bianca considera infatti il Ghana un modello da additare per il resto dei Paesi africani: è un Paese che ha effettuato con successo almeno cinque elezioni democratiche e nell’ultima ha prevalso per pochi voti l’opposizione facendo scattare un cambio di governo incredibilmente fluido.
Così Barack Obama ha scelto Accra per il quarto importante discorso di una serie iniziata a Praga (contro la proliferazione nucleare) e proseguita al Cairo (sui rapporti col mondo musulmano) e quindi pochi giorni fa a Mosca (sui rapporti tra Usa e Russia). In Ghana il discorso sarà centrato sul buon governo e sullo sviluppo della democrazia in Africa.
Un soggetto che ha eliminato automaticamente Paesi come il Kenya (Obama si é detto preoccupato per la conflittualità permanente esistente nel paese di suo padre) o come la Nigeria, il ’Gigante Addormentato’ dell’Africa, dove dilaga la corruzione. Invece Obama potrà portare il Ghana come esempio da seguire. E la evoluzione positiva del paese sarà ulteriormente accentuata dall’unica visita turistica prevista: il Castello di Cape Coast, un maniero convertito nel 1700 a deposito degli schiavi in attesa di essere caricati sulle navi dei negrieri per un viaggio senza ritorno. I sotterranei del castello ospitavano migliaia di schiavi in catene, un orribile ammasso umano, e la stretta porta che gli schiavi dovevano attraversare per essere imbarcati sulle navi, a volte dopo mesi di prigionia nei sotterranei, era chiamata giustamente ’La Porta Senza Ritorno’.
Una visita piena di emozioni per Obama, che da candidato ha sempre evitato di menzionare il colore della sua pelle (facendo una eccezione in occasione della polemica innescata dalle parole incendiarie del suo pastore nero, il reverendo Jeremiah Wright) e che nei suoi primi mesi di presidenza non ha mostrato di voler dare priorità particolari ai problemi africani (distratto da Afghanistan, Nord Corea, Iran e questione israelo-palestinese).
Ma questo viaggio in Ghana sembra segnare una svolta, sottolineata dalla sempre maggiore importanza assunta per la amministrazione Obama dal problema della sicurezza alimentare, che ha visto l’inquilino della Casa Bianca molto attivo su questo fronte al G8 a L’Aquila. Un problema destinato a tornare in primo piano nel discorso di domani di Obama ad Accra.
Un discorso dove il presidente Usa cercherà di spiegare che la corruzione ed il malgoverno dilaganti in molti Paesi africani non possono essere attribuite unicamente al razzismo e al neo-colonialismo dell’Occidente. "Non credo in queste scuse: sono profondamente convinto che gli africani debbano essere responsabili per l’Africa - ha detto pochi giorni fa - L’Occidente o gli Stati Uniti non sono responsabili per gran parte delle disastrose politiche che abbiamo visto in Africa in questi ultimi anni".