Re Giorgio
Napolitano, un presidente interventista oltre i limiti della decenza istituzionale
di Maurizio Viroli (Il Fatto, 12.07.2014)
Il presidente Napolitano ripetutamente interferisce sulle prerogative del Parlamento intervenendo mentre è in corso il processo deliberativo in palese violazione del principio cardine dell’ordinamento repubblicano in base al quale “quando il Parlamento parla, il presidente tace” come dichiarò a suo tempo Arrigo Levi, consigliere di Ciampi. Più grave ancora è stata l’offesa inflitta alla Repubblica quando ha accettato il secondo mandato.
Quattordici anni configurano un mandato più lungo di quello (nove anni) che la Costituzione assegna ai giudici di Corte costituzionale. In un ordinamento repubblicano più alta è la funzione di garanzia, più lungo è il mandato, come attesta ad esempio il caso americano ove i giudici della Supreme Court sono nominati a vita. Un presidente con mandato più lungo dei giudici pone il presidente in questione al di sopra dei giudici della Corte costituzionale.
Anche in questo caso si vede bene la differenza fra un presidente di formazione comunista (Napolitano ) e un presidente di formazione azionista (Ciampi). Invitato a servire per un secondo mandato Ciampi rispose infatti(cito a memoria) “mal si confà in ordinamento repubblicano il rinnovo di un mandato già così lungo come quello del Presidente della Repubblica. Per Napolitano (altro segno della sua formazione comunista) lo Stato è in primo luogo governo, all’esistenza di un governo, possono essere sacrificate le più elementari considerazioni di decenza. Né è prova l’invenzione e il sostegno ai governi di larghe intese con delinquenti conclamati quali Berlusconi, senza che nessuna situazione d’emergenza lo imponesse.
Al quale Berlusconi, in spregio del principio del governo della legge, Napolitano non ha mancato di esprimere comprensione dichiarando, l’indomani della sentenza definitiva di condanna, che era opportuna la riforma della giustizia.
Più dell’etica conta la politica: ecco allora la lettera di solidarietà alla vedova Craxi nella quale il presidente parla addirittura(cito a memoria e devo verificare, di ‘accanimento giudiziario’ contro lo ‘statista’ morto latitante. Ed ecco pure lettera alla moglie di Almirante elogiato per la sua lealtà costituzionale.