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Società civile

Calabria, Abbazia florense: appello di "la Voce di Fiore" ai movimenti. "Insieme per salvaguardare il monumento"

venerdì 24 luglio 2009 di Emiliano Morrone
L’Abbazia florense, legata al pensiero e all’opera del teologo Gioacchino da Fiore (1135-1202), per il cardinale Carlo Maria Martini «il più grande profeta del secondo millennio», è stata sequestrata dalla Procura della Repubblica di Cosenza il 4 luglio scorso. Le ragioni sono di necessaria e improrogabile tutela.
I lavori di restauro del monumento, finanziati dall’Unione europea con 1.490.000 euro e dal Comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza) con 260.000 euro (provenienti da prestito (...)

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> AI CALABRESI D’OGNI DOVE. Bisogna decidere dove vogliamo andare. Discutiamo del futuro della nostra Calabria (di Emiliano Morrone)

venerdì 31 agosto 2018

AI CALABRESI D’OGNI DOVE

di Emiliano Morrone

Bisogna decidere dove vogliamo andare. Intendo dire qual è il nostro obiettivo come popolo della Calabria, come comunità che si sfalda sboccando a Roma, Bologna, Milano, in Svizzera, Germania, Canada o altrove, spesso con rabbia viscerale, senso di liberazione e una valigia zeppa di nostalgia. Esuli, nomadi, sospesi tra l’anima e l’inferno meridiano degli estremi conflitti: bellezze e ingiustizie, cuori di spugna e di pietra, povertà e denaro bruciato, dolore di massa e ignoranza di casta. Non di rado mi ritrovo a parlarne con amici lontani come Salvatore Sellaro.

Discutiamo del futuro della nostra Calabria, oppressa dalle logiche mafiose di palazzo, prima che dalla pervasività delle cosche. Il potere si alimenta d’apparenza, sicché spaccia l’ordinario per conquista, quando qui manca l’essenziale: lavoro, sanità, diritti primari e servizi di base. Soprattutto, non abbiamo coscienza dell’avvenire della nostra regione dato il momento storico, segnato da un capitalismo criminale che affama e distrugge, schiavizza e divide con l’obiettivo d’impedire l’emancipazione culturale, politica, economica e civile.

Non è più possibile accettare l’emigrazione e lo spopolamento come fatti naturali e inevitabili. E non serve a nessuno difendere gli apparati politici e burocratici, che rifiutano di affrontare il problema, storico, della subalternità di questa nostra terra di confine.

Emiliano Morrone


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