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Calabria, lo scrittore Mauro Minervino attaccato dall’intellettuale Pasquino Crupi. Il caso pone il problema della difesa di chi, vivendoci, racconta la regione

Sotto accusa il libro "La Calabria brucia"
venerdì 14 agosto 2009 di Emiliano Morrone
Cari amici,
vi segnalo una vicenda che mi preoccupa non poco. Sul quotidiano "Calabria Ora" di ieri, è uscito un pezzo (in basso in formato jpg) a firma di Pasquino Crupi, definito "intellettuale in trincea" in una biografia reperibile al seguente link, http://www.cittadelsoledizioni.it/autore.php?id=141. Nel suo scritto, l’autore replica a una recensione di Caterina Provenzano del libro "La Calabria brucia", di Mauro Minervino, antropologo e letterato che vive e lavora in Calabria.
Crupi (...)

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> Calabria, lo scrittore Mauro Minervino attaccato dall’intellettuale Pasquino Crupi. Il caso pone il problema della difesa di chi, vivendoci, racconta la regione

domenica 16 agosto 2009
Ho letto l’articolo di Caterina Provenzano e il pezzo su San Luca del libro di Minervino. Non c’è che dire, i toni sono forti, forse potrei dire eccessivi. Sicuramente ci sono le case con i portoncini blindati e con le telecamere, ma credo che in questo San Luca non sia diversa dagli paesi della Locride, da Palizzi a Monasterace. Anche se questi paesi si credono diversi non è così. Certo a San Luca la ndrangheta la percepisci di più la noti di più, putrorppo siamo un paese isolato e non abbiamo strade di collegamento, nè la provinciale si può considerare una strada decente. Non attacco il libro di Minervino, per non averlo letto, nè il pezzo su San Luca. Effettivamente certe cose ci sono, forse non nei termini del libro, ma ci sono, come non attaco la risposta di Crupi, sempre appassionato, mi auguro come dice Crupi che Minervino abbia visto San Luca. Vedendolo, sicuramente si sarebbe reso conto delle cose che ha scritto, ma anche di realtà diverse, di gente che laboriosa che lavora, che cerca di evitare il contatto con la delinquenza, ma come si può evitare tutto questo. La gente vede che le istituzione a parole sono contro la ndrangheta, ma poi nei fatti vede cose diverse e si regola di conseguenza. Senza poi dimenticare che San Luca ha avuto ed ha una forte presenza politica del partito comunista e pds, ds e altri nomi che si perde il conto, dal 1970 in poi è stato amministrato da sindaci quasi tutti comunisti. Ecco quello che vede la gente. Succede una cosa a San Luca e tutta la regione Calabria ( il 70% dei consiglieri inqisiti!) si alza in piedi. Giustamente su certi fatti. Uccidono due ragazzi di 15 e18 anni, rom, e nessuno parla. Ma! Mi viene da credere quello che scriveva un commentatore su Gazzetta del Sud: che si parla e sparla di San Luca solo per farsi pubblicità, non perche si abbia voglia di fare qualcosa e cambiare quello che si può. Non voglio parlare delle cose positive che anche a San Luca ci sono, per non essere ipocrita e negare l’evidenza. però una cosa la voglio dire: tutti i paesi della locride sono come San Luca e da quanto ho capito dall’articolo della Provenzano la Calabria non è diversa da San Luca, fatte le debite eccezioni e proporzioni, solo che a San Luca chi non ci sono vicoli per svicolare e nessuno li costruisce perchè questa situazione fa comodo. I soldi della ndrangheta dove vanno a finire? non certo a San Luca, dove non ci sono centri commerciali nè lidi nè negozi decenti nè niente altro. Diceva Corrado Alvaro: "La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile".

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