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PER IL "15O° ITALIA", COSTITUZIONALMENTE, FORMALMENTE E LEGALMENTE, TOGLIERE LA PAROLA : ITALIA, DALLE MANI DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA", DEL PRESIDENTE DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’"!!!

L’OCCUPAZIONE DELLA LEGGE E DELLA LINGUA ITALIANA: L’ITALIA E LA VERGOGNA. Un’analisi di Gianrico Carofiglio - a cura di Federico La Sala

RESTITUIRE LA PAROLA "ITALIA" AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO, AL PARLAMENTO, E A TUTTI I CITTADINI E A TUTTE LE CITTADINE D’ITALIA
martedì 25 agosto 2009 di Federico La Sala
[...] Oggi, nel nostro paese, lo stato di salute delle
parole è preoccupante. Stiamo assistendo a un processo patologico di conversione del linguaggio
a un’ideologia dominante attraverso l’occupazione della lingua.
E l’espropriazione di alcune parole chiave del lessico civile. È un fenomeno riscontrabile nei media
e soprattutto nella vita politica, sempre più segnata da tensioni linguistiche orwelliane [...]
LA LIBERTA’, LA "PAROLA" E LA "LINGUA" DELL’ITALIA, E IL COLPO DI STATO (...)

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> L’OCCUPAZIONE DELLA LEGGE E DELLA LINGUA ITALIANA: L’ITALIA E LA VERGOGNA. ---- Sanare le ferite aperte, dal 1860 ad oggi, tra il Nord e il Sud dell’Italia si può (di Giulia Cerino - A Teano per un’Unità d’Italia bis).

venerdì 7 maggio 2010

L’INIZIATIVA

-  A Teano per un’Unità d’Italia bis
-  "Il 26 ottobre firmiamo un patto"

Un incontro di tre giorni tra movimenti, sindaci e associazioni dell’altraeconomia. Per discutere di federalismo, green economy, pace e Meridione e convergere su un documento che "rivaluti il passato". Per smetterla con le bugie e ricomporre il pezzi del puzzle italiano siglando un accordo di unione tra il Nord e il Sud

di GIULIA CERINO *

ROMA - Sanare le ferite aperte, dal 1860 ad oggi, tra il Nord e il Sud dell’Italia si può. Il Belpaese è ancora in tempo per salvaguardare la propria unità ma dovrà individuare i punti "critici" e stilare un piano di lavoro frutto di un nuovo patto tra gli italiani, tra i cittadini, le associazioni e i Comuni. Per riunificare l’Italia, un’altra volta.

L’idea arriva dal professor Tonino Perna, economista e sociologo, che per il 26 ottobre 2010 ha organizzato tre giornate "celebrative" dell’Unità d’Italia durante le quali si discuterà di federalismo fiscale, green economy, diritti sociali e Meridione. Sposa l’iniziativa Don Ciotti, arrivano le adesioni di Paul Ginsborg e Marco Revelli. Il dibattito avrà luogo a Teano, la città dove, 150 anni fa, Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II si strinsero la mano legando indissolubilmente il Nord e il Sud del Paese. E come allora, il 26 ottobre di quest’anno verrà siglato un nuovo patto che dovrà, questa volta, essere condiviso dalla "base", dal "popolo" e da circa mille sindaci che, dal Nord e dal Sud del Paese, si riverseranno nella cittadina campana per dare l’idea di "un’unità che nasce non dall’incontro di due figure ’regnanti’ ma dalla volontà delle comunità locali", spiega Perna.

Una scommessa, questa, sorta da una preoccupazione: "Io e altri miei colleghi temiamo - spiega il professor Perna, che insegna all’Università di Messina - l’incubazione di uno sviluppo insostenibile. Nel 1994 scrissi un libro e l’ultimo capitolo trattava il tema dello sganciamento delle aree ricche da quelle povere. Avviene in molte zone del mondo: in Catalogna, in ex Jugoslavia e in Italia. La crisi economica ha rilanciato questa spinta alla secessione. Ecco perché - conclude - attraverso tre giornate di riflessione, attraverso la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali, dei Comuni, dell’associazionismo e dei movimenti, tenteremo di rifondare l’unità del nostro Paese. Partendo, questa volta, da nuove questioni legate ai tempi moderni".

Il primo giorno. Verità, riconciliazione e memoria condivisa. Ecco le parole chiave inserite nel piano di lavoro stilato dal Professor Perna, da Don Ciotti, da Ugo Biffieri, presidente della Banca Etica, da Walter Bonan, il referente delle politiche della montagna FederparchI, da Giulio Marcon, uno dei più rappresentativi membri della cooperazione non governativa italiana e da tanti altri. Attraverso questi tre concetti, i migliori storici italiani e stranieri, Paul Ginsborg, Marco Revelli e Piero Bevilacqua, per citarne alcuni, ricostruiranno il puzzle della storia d’Italia e con i loro racconti, forniranno una versione plausibile di ciò che davvero accadde nel 1861. "Il programma che emergerà dovrà quindi essere utilizzato nelle scuole - spiega Perna. Perché abbiamo bisogno che negli istituti venga proposto agli studenti un racconto veritiero dell’Unità, frutto di una ricostruzione fattuale che vada al di là della mitologia di un Sud arcaico o, al contrario, saccheggiato del Nord". Basta forzature, quindi. Per ricucire i rapporti tra Nord e Sud è necessario fare i conti con lo scomodo passato del Paese senza il quale sarà impossibile raggiungere una "riconciliazione".

Il secondo giorno. Si aprirà all’insegna dello sviluppo sostenibile. I rappresentanti delle associazioni, delle banche, delle imprese e dell’altraeconomia tenteranno di rispondere ad alcune domande: "E’ ancora possibile stilare una piattaforma di cooperazione Sud-Nord fondata sul principio del commercio equo e solidale e della finanza etica?" Per il professor Perna e i suoi colleghi tutto questo si può fare. A patto che vengano individuati i settori produttivi di beni e servizi dove far crescere le nuove forme di mercato per mettere insieme valorizzazione dei produttori e bisogni dei consumatori. A questo servirà la seconda giornata a Teano.

Terzo giorno. Si farà festa. E per concludere l’incontro si combineranno, in un unico documento, i contenuti elaborati durante le tre giornate. Per celebrare la nuova Unità d’Italia che non si reggerà più su una mera dichiarazione di principi ma su un elenco di punti chiave che i firmatari si impegneranno a rispettare. Per costruire un’altra idea di Paese. Un esempio? "Prendiamo l’articolo 1 della Costituzione - suggerisce il professore. ’L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro’. Ora immaginiamo di poterlo così integrare: ’L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro dignitoso e minimo vitale per tutti i residenti’. Non sarebbe forse questo un concetto più adatto alle condizioni dei lavoratori attuali?".

Ecco, lo sforzo è tutto qui: consiste nell’ammettere che dal 1860 ad oggi l’Italia, nel bene e nel male, è cambiata. Così, per per rilanciare la cooperazione tra il Nord e il Sud del Paese, sfatando il rischio della rottura, il ricordo di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II non basta più. Ma è necessaria la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Per disegnare un’altra Italia possibile.

* la Repubblica, 06 maggio 2010


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