Il numero 806 di Internazionale, la nota rivista settimanale che traduce articoli esteri, raccoglie una serie di servizi legati al tema del Viaggio, che però non descrivono i villaggi turistici di impronta occidentale, ormai sparsi in tutto il mondo, ma offrono un immagine meno idilliaca della tanto lodata globalizzazione.
Il primo articolo è di Johann Hari, apparso sul quotidiano britannico The Independent con il titolo The dark side of Dubai.
Com’è noto, Dubai è la città più importante (...)
sig. zaven, ho letto questo suo "illuminato" commento navigando su internet e non posso esimermi dall’intervenire. Mi sembra che il fatto, da lei citato, che lo sfruttamento esiste in tanti paesi, non assolta nessuno! Se lei ritiene che x tal motivo gli Emirati Arabi siano legittimati a ridurre in schiavitù migliaia di miserabili mi sembra pura follia! Ogni turista che viene a Dubai vede questi miserabili lavorare sotto ricatto nei cantieri di queste mega torri dei vostri neo faraoni sotto un sole cocente con anche 50 gradi e per 12 ore al giorno in condizioni di reale schiavitù (tra l’altro ne muoiono a fiumi). Se lo sdegno che ciò provoca in un turista occasionale non tocca invece voi che li vedete ogni giorno e solo perché vi piace tenervi le tasche piene di soldi e camminare con auto di lusso, alla faccia di quei poveracci. Almeno abbiate la decenza di tacere, in attesa e nella speranza che cominciate a protestare e a pretendere dal vostro regime di rinunziare a qualche minuzia per dare a questa gente la libertà e una vita dignitosa.
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