BOFFO: FELTRI, NULLA DI CUI SCUSARMI *
ROMA - "Chiedere scusa? A chi e per cosa non capisco". Il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, non retrocede di un passo nella vicenda delle rivelazioni sul direttore di Avvenire, Dino Boffo, e a Radio Anch’io su Radiouno spiega: "Non ho nessuna arma se non la penna e da questa vicenda traggo un unico insegnamento: che in Italia si può parlare male solo di alcuni ma se si alzano gli altarini di altri si viene sommersi dagli insulti". Feltri difende il documento che ha pubblicato su Boffo: "non é una velina ma un decreto penale di condanna in cui si accenna a molestie a sfondo anche sessuale. C’é una velina, ma non è questa, fatta circolare dai servizi segreti del Vaticano".
Respinge, il direttore del Giornale, le accuse di fare vendette ma ribadisce che la vita privata di Boffo è importante perché "non è un cittadino qualsiasi ma il direttore del giornale della Cei, ovvero il portavoce del Vaticano". E sottolinea di essersi occupato di questa vicenda nel momento in cui "finalmente ho avuto - dice Feltri - le carte di una cosa che si sapeva ma non si poteva scrivere senza le prove". Di diverso avviso il direttore dell’Unità, Concita De Gregorio, ospite della trasmissione con il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, e del Riformista, Antonio Polito. Per De Gregorio "non si possono paragonare posizioni come quella di un privato cittadino con il presidente del consiglio perché è ovvio che chi si rivolge al premier lo fa per ottenere qualcosa". Per Polito invece l’errore di Feltri in questa vicenda è nel fatto che "tu dici che Boffo sarebbe noto omosessuale mentre questo non risulta da nessuna parte. Ribatte Feltri: "gli atti ci sono, peccato che gli atti li può tirare fuori solo Boffo che sa quello che è accaduto".
PADRE LOMBARDI: FELTRI VUOLE CONFONDERE CON FALSE ACCUSE
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha smentito "nel modo più categorico" l’affermazione fatta oggi dal direttore del Giornale, Vittorio Feltri, in una trasmissione radiofonica secondo la quale la velina diffusa sul caso Boffo proverrebbe dalla Gendarmeria Vaticana. "Smentisco nel modo più categorico questa infondata affermazione. Viene il sospetto - aggiunge Lombardi - che vi sia una intenzione di fomentare confusione diffondendo false accuse". In realtà nel suo intervento Feltri aveva parlato di "servizi segreti del Vaticano", entità in realtà inesistente - ha osservato il portavoce vaticano - precisando che, se Feltri si riferiva ai servizi di sicurezza vaticani, questi spettano alla Gendarmeria.
PAPA A BAGNASCO: STIMO CEI E SUO PRESIDENTE
Una telefonata e’ intercorsa oggi pomeriggio tra Benedetto XVI e il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Angelo Bagnasco. Nel corso della conversazione - riferisce una nota dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Cei - il Papa ’ha chiesto notizie e valutazioni sulla situazione attuale ed ha espresso stima, gratitudine ed apprezzamento per l’impegno della Conferenza Episcopale Italiana e del Suo Presidente’.
BOFFO: VATICANO CONFERMA SOLIDARIETA’ BERTONE - Il segretario di Stato vaticano, card.Tarcisio Bertone, ha parlato con il direttore di Avvenire Dino Boffo, "manifestandogli la sua vicinanza e solidarietà". Lo ha confermato il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, precisando che l’iniziativa è stata presa da Bertone nella sua qualità di segretario di stato vaticano. "I tentativi di contrapporre la segreteria di Stato e la Conferenza episcopale" italiana "non hanno consistenza", ha affermato Lombardi.
GUP: NO ACCESSO AD ATTI, SOLO DECRETO PENALE
No a un accesso indiscriminato agli atti del procedimento che a Terni ha coinvolto Dino Boffo da parte del gip di Terni Pier Luigi Panariello che ha autorizzato i giornalisti a fare copia solo del decreto penale con il quale il direttore di Avvenire è stato condannato a un’ammenda di 516 euro per molestie personali. A comunicare ai cronisti la decisione è stato poco fa lo stesso giudice.