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FILOLOGIA E TEOLOGIA. A KAROL WOJTYLA, IN MEMORIA. "Se mi sbalio, mi corigerete" (Giovanni Paolo II)

PER RATZINGER, PER IL PAPA E I CARDINALI, UNA LEZIONE DI GIANNI RODARI. L’Acca in fuga - a cura di Federico La Sala

LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!
mercoledì 25 settembre 2013
«Se una società basata sul mito della produttività ha bisogno di uomini a metà - fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà - vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla» (Gianni Rodari, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Einaudi, Torino 1973, p. 171).
Deus charitas est: et qui manet in charitate, in Deo manet, et Deus in eo (1 Gv., 4.16).
SE UN PAPA TEOLOGO SCRIVE LA SUA PRIMA ENCICLICA, TITOLANDOLA "DEUS CARITAS (...)

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> PER RATZINGER, PER IL PAPA E I CARDINALI, UNA LEZIONE DI GIANNI RODARI. --- GRAMMATICA DELLA LIBERTA’. 40 anni fa Rodari scrisse le regole della fantasia (di Giovanni Nucci).

lunedì 13 maggio 2013


-   Grammatica della libertà
-  40 anni fa Rodari scrisse le regole della fantasia
-  Il motto dell’autore era «Tutti gli usi della parola a tutti»
-  Un valore di liberazione che è la lezione più attuale e importante ancora oggi

-  di Giovanni Nucci (l’Unità, 13.05.2013)

SCRIVEVA TULLIO DE MAURO NEL 1974 RIGUARDO ALLA «GRAMMATICA DELLA FANTASIA»: «COME CIMAROSA COL SUO MAESTRO DI CAPPELLA COME RILKE nelle Lettere ad un giovane poeta, come Goethe e Leopardi in certe loro pagine, un’artista ha messo in tavola le carte del suo gioco. E ne è nato, elegante e geniale, un classico».

Quello che sembra suggerirci è che questo libretto vada oltre il suo oggetto, la contingenza del suo tempo, del suo scopo dichiarato, dei suoi primi ed immediati lettori.

Su queste pagine potremo, in effetti, scrivere di Rodari una volta al mese, quindi praticamente una su due, il che è abbastanza imbarazzante: Rodari ha pubblicato circa cinquanta libri, si andrebbe avanti per quasi quattro anni, dopo di che si potrebbe ricominciare da capo trovando ogni volta una nuova meraviglia in quei libri, un motivo di incalzante attualità per poterne parlarne. Diventerebbe, così, la rubrica di un solo autore, condotta da un critico che legge e rilegge sempre gli stessi cinquanta libri. Sarebbe, in effetti, meraviglioso: tanto da assomigliare ad un racconto di Borges o (peggio, molto peggio!) di Gianni Rodari.

Ora, per quanto possiamo tranquillamente considerare i racconti e le poesie, e le filastrocche di Rodari universali, impermeabili al tempo e alla geografia, non dovrebbe essere altrettanto facile farlo per la Grammatica della fantasia che però (com’è, come non è) uscita giusto quarant’anni fa, sta lì imperterrita e ancora oggi ispira e aiuta gli scrittori e i poeti per ragazzi, così come gli accademici, i critici, i giornalisti, gli insegnanti, i librai, i promotori della lettura, i bibliotecari, gli editori, gli animatori, i maestri e i genitori. Già loro (si potrebbe dire) fanno una buona fetta della popolazione utile ed intellettualmente attiva, ma (si potrebbe obiettare) cosa dovrebbe interessare questo libro ad un sottosegretario, al capitano di un bastimento, ad un vigile urbano (a parte l’evidente motivo d’essere essi stessi molto probabilmente protagonisti d’una buona cifra di altri libri di Rodari)?

Per rispondere prendiamo volentieri in prestito delle righe a riguardo di Marzia Corraini: «Mi limito, ed è assolutamente sufficiente, a osservare l’importanza di questo titolo (...). C’è una grammatica della fantasia. Ci sono regole o semplici modalità e stimoli per indicare una via. C’è la fantasia e la grande capacità di inventare partendo dal noto. E proprio qui sta la grandezza di Rodari, nel fa vedere come “usare la testa” liberamente per procedere verso la conoscenza attraverso piccoli progressi, prima sulla strada tracciata, poi tresgredendo, mettendo assieme opposti e lontani, immaginando sintesi e soluzioni non previste. Rodari certo, e con lui Munari e anche Alighiero Boetti, Toti Scialoja. Geniali autori e pensatori che ci hanno insegnato (...) che esiste anche una modalità da proporre, da segnalare, da indicare perché ognuno di noi possa utilizzare con originalità la propria fantasia o meglio il proprio “pensiero”».

IL VALORE ASSOLUTO DELL’ARTE

C’è, per tornare a De Mauro, un valore assoluto dell’arte, che non è detto siamo capaci di cogliere, e che va al di là del valore che presupponiamo di poterle attribuire. A volte quel valore si trasferisce alle opere che ne parlano, dell’arte. Volendolo cercare di esplicitarlo relativamente alla Grammatica della Fantasia di Rodari, citiamo ciò che ne dice lui stesso: «Io spero che il libretto possa essere ugualmente utile a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possano avere la parole. “Tutti gli usi della parola a tutti” mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo».

Ed ecco che l’attualità del suo pensiero, del Rodari filosofo che in questo libro si esprime al meglio, viene subito fuori: non dobbiamo scordarci, oggi più che mai, il valore di liberazione che può avere la parola: proprio quando la libertà sulle parole sembrerebbe essere assoluta, e le sta invece sempre di più impoverendo di potere e di importanza. Perché se le parole sono strumento di liberazione, occorre salvaguardarle con la massima attenzione. «Tutte le parole a tutti quanti». Quindi.

-  La dimensione segreta dello scrittore rivelata da un libro: Marcello Argilli, «Gianni Rodari. Una biografia», Einaudi, Torino 1990. Rodari è lo scrittore per bambini più noto nel mondo, l’unico che tutti gli alunni italiani conoscono, e tutti gli insegnanti nominano. Eppure dell’uomo Rodari, della sua personalità e della sua vita privata, del suo impegno si sa pochissimo.
-  In questo libro, che per la prima volta ne tratteggia la psicologia, le abitudini, gli interessi culturali, emerge il Rodari bambino e adolescente, il giovane provinciale che si impegna nella politica e nel giornalismo, per diventare, appena trentenne, il poeta e lo scrittore che rinnova la nostra letteratura infantile.
-  A questo filo biografico si accompagna una rivisitazione della sua opera per ragazzi, e il racconto, pur senza pretese sistematiche, illumina ampie zone della biografia dello scrittore, con una attenzione particolare alla novità dei suoi libri, alle difficoltà che questi inizialmente incontrarono, alla loro immensa fortuna e all’evoluzione poetica rodariana. -Questo appassionante lavoro di recupero viene svolto da un amico trentennale di Rodari, Marcello Argilli, che con lui ha lavorato, avendo in comune le stesse fondamentali matrici culturali. L’autore non solo ha fornito di Rodari una personale testimonianza diretta, ma ha raccolto un’importante quantità di documenti, di lettere, di preziosi testi inediti.


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