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UN PAESE CON "DUE PRESIDENTI"!!! BERLUSCONI CONTINUA A CANTARE LA "SUA" CANZONE. IL PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA", DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’", SONO IO: "FORZA ITALIA" ... E CONTINUA AD ATTENTARE ALLA VITA DELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE E REPUBBLICANE.

ABUSO ISTITUZIONALE DEL NOME "ITALIA" DA PARTE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: DIMISSIONI SUBITO. Un appello - a c. di Federico La Sala

STORIA D’ITALIA, 1994-2011: LA LUNGA OFFESA E LA DEVASTANTE OFFENSIVA DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA.
martedì 8 novembre 2011

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>DIMISSIONI SUBITO. ---- LA CADUTA DEL GOVERNO, LA TRAPPOLA POLITICA DI UN GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE, E LA NECESSITA’ DI ELEZIONI ANTICIPATE (di Giovanni Sarubbi - Una ipotesi nient’affatto peregrina).

lunedì 7 novembre 2011

Una ipotesi nient’affatto peregrina

Una trappola politica è stata lanciata, quella del governo di unità nazionale. Ci vogliono invece le elezioni subito e l’abbandono del neoliberismo. Ce lo chiede innanzitutto la Madre Terra che ci ricorda che non si può impunemente abusare dell’ambiente.

di Giovanni Sarubbi *

Il trappolone sembra dunque pronto. L’esca succulenta è lì in bella mostra e c’è chi è disponibile ad ingoiarla insieme all’amo e a tutta la lenza. Anche gli autori sono noti a cominciare da Giuliano Ferrara direttore del giornale semiclandestino “il foglio” nonché tribuno televisivo pro governo a spese dei contribuenti.

Ci riferiamo alla questa volta probabile caduta del governo Berlusconi, a meno di una nuova e non improbabile campagna acquisti dell’ultima ora. La caduta del governo, a lungo invocata dalle opposizioni e più volte tentata con svariati voti di fiducia, sembra essere questione di pochi giorni, o addirittura di poche ore, stando agli ultimi dispacci di agenzia, e potrebbe trasformarsi in un vero e proprio boomerang se le opposizioni sceglieranno la via del governo tecnico o di unità nazionale che dir si voglia piuttosto che quello del voto anticipato subito.

Lo schema a noi, che non ne capiamo molto di politica, lo confessiamo, ci sembra molto semplice. Il PDL e la Lega dicono che in caso di caduta del governo, o di dimissioni di Berlusconi come dichiara Giuliano Ferrara, l’unica alternativa sarebbero le elezioni anticipate a gennaio. Questa dichiarazione sembra fatta apposta per ottenere la risposta negativa delle opposizioni ed in particolare del Presidente Napolitano che è sensibilissimo agli argomenti della BCE e del FMI. Verrà dunque proposto un governo tecnico che verrà presieduto da una personalità definita di “alto profilo”, cioè gradita alle istituzioni europee ed in particolare alla BCE e al FMI. Si fa il nome di Mario Monti, il più quotato, che sarebbe l’uomo di garanzia per l’attuazione del programma lacrime e sangue che la BCE ed il FMI vogliono imporre all’Italia. In seconda battuta potrebbe esserci Giuliano Amato ma sarebbe come dire di male in peggio.

Il PD ha manifestato più volte l’intenzione di abboccare all’amo. Più volte il vicesegretario Letta ed il segretario Bersani e l’immancabile D’Alema hanno detto di “essere pronti ad assumersi tutte le proprie responsabilità”, che tradotto in linguaggio corrente è come dire alla BCE e al FMI “chiedete e vi sarà dato”, qualsiasi cosa. Casini, Rutelli e Fini con il loro Terzo Polo accoglierebbero entusiasti la soluzione che verrebbe appoggiata anche da una parte del PDL, quella che fa capo a Scajola o al sardo Pisanu. Se l’IDV accettasse tale soluzione, e Di Pietro si è dimostrato possibilista, la maggioranza parlamentare ci sarebbe ed il “governo tecnico” potrebbe approvare, anche con la benedizione e la sollecitudine del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la ulteriore manovra che dovrebbe succhiare le ultime gocce di sangue che ancora scorrono nel corpo dei lavoratori dell’industria italiani, dei pensionati, dei piccoli artigiani, dei contadini o dei dipendenti pubblici, dei disoccupati, cioè del 90% della popolazione italiana, mentre rimarrebbe sostanzialmente indenne quel 10% di ricchi che possiedono il 50% circa della ricchezza nazionale. Escluso dai tagli sarebbe solo il settore militare perché le armi, quando si programmano politiche criminali come quelle che sono in cantiere, non si toccano, sennò la repressione violenta delle inevitabili manifestazioni di piazza come la si farebbe?

E se si fa il governo tecnico con l’appoggio del PD o dell’IDV, lo ha detto chiaramente Casini proprio ieri, lo si fa perché loro rappresenterebbero quella parte di società chiamata a subire pesantemente i costi della manovra. Tutti i responsabili provinciali e regionali del PD, per quel che ci risulta, sono d’accordo con tale soluzione che viene vista senza alternative. Ma questa scelta avrà pesanti conseguenze non solo sul piano materiale per la maggioranza della popolazione, ma anche sul piano politico. Sarà inevitabile per i lavoratori dell’industria italiani, per i pensionati, per i piccoli artigiani, per i contadini o per i dipendenti pubblici o i disoccupati, individuare nel PD e nell’IDV i responsabili dei sacrifici loro imposti. Fra sei mesi o un anno quando si tornerà alle urne saranno proprio il PD e l’IDV ad essere puniti dall’elettorato perché, statene pur certi, il PDL e la Lega faranno una dura opposizione alle misure “lacrime e sangue” che il “governo tecnico”, e non più il governo PDL-Lega, ci farà ingoiare, con le buone o con le cattive.

Ed il trappolone è servito perché a quel punto è facile prevedere che PDL e Lega, epurati da chi avrà appoggiato il governo tecnico, ritornerà a vincere le elezioni.

Fantapolitica? Non crediamo, soprattutto dopo la riuscita della manifestazione del PD di sabato 5 novembre. E’ purtroppo oramai un classico di quel partito mobilitare la propria gente che risponde generosamente per poi tradirla un attimo dopo. E’ successo già altre volte con le varie primarie indette dal PD trasformatesi subito dopo per migliaia di militanti di quel partito in scoramento ed abbandono della politica. Come non ricordare, per esempio, quando è venuto fuori il tentativo del solito D’Alema di accordarsi con il PDL per la sua nomina a ministro degli esteri della Commissione Europea subito dopo le primarie per la elezione di Bersani a segretario del PD. E l’unico partito che cresce costantemente sia nei sondaggi sia nei voti reali è quello degli astenuti, quelli che a votare non ci vanno più perché hanno perso completamente la fiducia nella possibilità di cambiare perché “destra o sinistra pari sono”, come è possibile ascoltare ad ogni angolo di strada. E come dargli torto se le prospettive politiche a breve termine sono quelle prima indicate?

Il PD e l’IDV ed i partiti che sono attualmente fuori dal parlamento come SEL e la Federazione della Sinistra (PRC, PDCI, Socialismo2000, Lavoro e solidarietà) devono rifiutare l’abbraccio mortale con il terzo polo ed il trappolone che, dal nostro modestissimo punto di vista, è stato confezionato da Berlusconi e Bossi e da ben noti loro consiglieri che di politica e di manipolazione dell’opinione pubblica ne capiscono certamente molto ma molto di più dei pesci lessi che abbondano nel PD o nell’IDV (e ci scusino i pesci!).

L’unica alternativa, nel caso di caduta del governo, sono dunque le elezioni anticipate subito, con un raggruppamento unitario di centro-sinistra che escluda terzi poli parafascisti e che si liberi del pensiero unico neoliberista e faccia soprattutto pagare il debito a chi lo ha prodotto e non a quel 90% di italiani che non ne hanno colpa e su cui lo si vorrebbe scaricare. E non si illudano il PD o l’IDV di rappresentare il cosiddetto mondo del lavoro o di poterlo dirigere e orientare come meglio credono, ma la stessa cosa vale anche per i partiti di sinistra attualmente fuori dal parlamento. Non è più così da quanto quei dirigenti del PD che provengono dal vecchio PCI decisero di distruggerlo nel biennio 1989-1991, ed il 40% di astenuti alle elezioni lo dimostra al di la di ogni possibile dubbio.

E che ci voglia un ritorno ad una politica di rigoroso rispetto della nostra Costituzione lo dimostrano anche i tanti morti di questi giorni causati da alluvioni e disastri ambientali provocati dal prevalere nel mondo e nel nostro paese di una economia finalizzata non al bene comune ma all’arricchimento infinito di poche famiglie a livello planetario, anche a spese dell’intero sistema ecologico della Madre Terra che ci ospita, e scusate la ripetizione per i miei quattro lettori, come ospiti sempre più sgraditi. Il capitalismo selvaggio dei nostri tempi sta distruggendo l’intera Terra. E allora è ora il momento di cambiare e di buttare via pastrocchi indecenti che fanno venire il vomito al solo pensarli. Giovanni Sarubbi

* www.ildialogo.org/editoriali, Lunedì 07 Novembre 2011


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