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Emiliano Morrone ed Alex Cimino alla Manifestazione Agenda Rossa; Roma, 26 Settembre 2009

RESISTENZA: una canzone di Emiliano Morrone ed Alessandro Cimino

Un signore ha comperato il silenzio e generato un Italia senza testa ed un sistema trapiantato che ha disfatto la memoria...
giovedì 1 ottobre 2009 di Francesco Saverio Alessio
Emiliano Morrone ed Alex Cimino alla Manifestazione Agenda Rossa; Roma, 26 Settembre 2009
RESISTENZA
Questo stato è originato dalle stragi nello Stato.
Un signore ha comperato il silenzio e generato
un’Italia senza testa ed un sistema trapiantato
che ha disfatto la memoria e la giustizia sotterrato.
Questo stato è originato dalle stragi nello Stato.
Quel ministro ha dichiarato: "Non ricordo cosa è stato,
Borsellino, un magistrato, mi onorava da insediato".
Tanto Stato lì c’è stato, (...)

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> RESISTENZA --- "July 19th": «19 di luglio o come instaurare una seconda Repubblica fondata sul sangue di una strage di Stato» (di Alberto Mattioli - Se Borsellino in musica è "strage di Stato").

lunedì 28 settembre 2009


-  Se Borsellino in musica
-  è "strage di Stato"

di ALBERTO MATTIOLI (La Stampa, 28/9/2009)

Il titolo è forte. Tradotto, suona così: «19 di luglio o come instaurare una seconda Repubblica fondata sul sangue di una strage di Stato». L’originale è in inglese, a sua volta tratto da Lampi nel buio, un brano di Salvatore Borsellino dedicato all’assassinio di suo fratello Paolo, appunto il 19 luglio del 1992, e a tutti i relativi misteri.

Un giovane compositore, Giovanni Mancuso, l’ha musicato («Perché in inglese? Perché vorrei che queste cose si sapessero anche all’estero e poi perché l’inglese è più adatto alla mia musica») e ieri l’ha eseguito in prima assoluta alla Biennale Musica di Venezia.

Però non è stato distribuito il testo, né in inglese né in italiano, mentre sul programma il titolo diventava un anodino July 19th. Finita l’esecuzione, Borsellino è salito commosso sul palco per ringraziare, ma ha anche aggiunto che «sarebbe stato bene se fossero stati dati al pubblico tutti i mezzi per capire».

Mancuso, lei si sente censurato? «L’atmosfera era tesa, ma diciamo che alla fine sono stato contento di aver potuto suonare la mia musica». Sarà. Certo che di questi giorni, con indagini, ferite e polemiche riaperte, parlare di «strage di Stato» è esplosivo. E la musica, si sa, è il detonatore più potente che esista.


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