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"TABULA CORTONENSIS". ETRUSCOLOGIA ED ERMENEUTICA ....

A CORTONA, UNA QUESTIONE DI EREDITA’ (E DI VERITA’). Massimo Pittau svela i segreti della "Tabula" dell’etrusca "Curtun". Una nota di Marco Massetani - a cura di Federico La Sala

A dieci anni dalla presentazione del documento è l’unico studioso ad aver analizzato i 206 vocaboli
martedì 29 settembre 2009 di Federico La Sala
[...] 
«È bene sgombrare il campo da un equivoco durato mezzo secolo - af­ferma Pittau - quello di credere che la lingua etrusca sia un mistero. Anco­ra non possiamo dire di tradurla alla perfezione, ma riusciamo a decifrare e a leggere l’etrusco, che presenta una ricca terminologia poi confluita nel la­tino. Rimango dell’idea che la Tabula non riferisca di un atto di compraven­dita basato sulla pratica romana dello in iure cessio - conti­nua Pittau - bensì che tratti piuttosto di un (...)

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> Una stele per svelare il linguaggio degli Etruschi, ritrovata nel sito di Poggio Colla, in Toscana, da Gregory Warden del Mugello Valley Archaeological Project.

giovedì 31 marzo 2016

Una stele per svelare il linguaggio degli Etruschi

Il ritrovamento di un stele etrusca potrebbe aiutare a ricostruire il linguaggio di questo popolo antico, arricchendo anche lo studio sul funzionamento delle città e della società

di Anna Lisa Bonfranceschi (Wired. 30.03.2016)

Alta più di un metro e pesante oltre 200 chili, ricorda la stele di Rosetta. Ma invece di essere egiziana è etrusca e contiene circa 70 lettere e alcuni tratti di punteggiatura - un linguaggio in parte perso - che potrebbe aiutare a capire qualcosa di più sulla cultura degli antichi Etruschi, ricostruita soprattutto grazie alle necropoli e agli oggetti funerari.

La lastra in questione risale a 2.500 anni fa, è in arenaria ed è stata ritrovata nel sito di Poggio Colla, in Toscana, nelle fondamenta di un tempio, dove probabilmente veniva esposta come simbolo di autorità, come ha spiegato Gregory Warden del Mugello Valley Archaeological Project, che ha ritrovato la pietra. Pietra che si spera possa aiutare a far luce sul linguaggio degli Etruschi, grazie alla lunghezza del testo rinvenuto e al fatto che, non trattandosi di un testo funerario, probabilmente saranno presenti parole nuove. “Sappiamo già come funziona la grammatica etrusca, quali sono i verbi, gli oggetti, e alcune delle parole”, ha aggiunto Warden: “ma speriamo che l’analisi della lastra ci riveli il nome del dio o della dea che veniva adorata in questo sito”, richiamando il grande peso avuto dalla religione nella civiltà etrusca.

La pietra, dopo essere ripulita, sarà quindi sottoposta a fotogrammetria e scansioni laser, per essere poi analizzata dall’esperto di linguaggio etrusco Rex Wallace della University of Massachusetts Amherst. Ma in attesa delle analisi sul linguaggio la stele racconta già qualcosa, come spiega Jean MacIntosh Turfa dell’University of Pennsylvania Museum: “Iscrizioni lunghe più di poche parole, su materiali permanenti, sono rare per gli Etruschi, che utilizzavano materiali deperibili come libri in panni di lino e tavolette di cera. Questa lastra è la prova di un culto religioso permanente con dediche monumentali, almeno precocemente nel tardo arcaico, dal 525 al 480 a.C”. Il suo riutilizzo più tardi, continuano gli esperti, nelle fondamenta di un santuario è indizio di importanti cambiamenti nella struttura della società stessa.


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