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TEOLOGIA-POLITICA LUCIFERINA. Un omaggio al nostro Presidente della "Repubblica" del "Popolo della Libertà", nel giorno del "suo" compleanno ....

A SILVIO BERLUSCONI UN "NOBEL" E UN "GRAZIE", DAVVERO E SENZA IRONIA (NON C’E’ NIENTE DA RIDERE), PER AVER MOSTRATO ALL’ITALIA INTERA L’ENORME POTERE DISTRUTTIVO DEL GIOCO ("IO MENTO") DEL MENTITORE: "FORZA ITALIA" (1994-2009)!!! Una nota di Bruno Gambardella - a cura di Federico La Sala

STORIA D’ITALIA. ABUSO ISTITUZIONALE DEL NOME "ITALIA" (1994-2009): "STATO" DI ECCEZIONE, "STATO" DI MENZOGNA, "STATO" DI FOLLIA ... ORA BASTA: DIMISSIONI SUBITO E RIPRISTINO DELLA VERITA’!!!
martedì 29 settembre 2009 di Federico La Sala
[...] Non so come il nostro grande leader abbia preso la notizia della costituzione del comitato per l’assegnazione del premio Nobel per la pace 2010 allo stesso Berlusconi. Persino il mondadoriano Panorama non ha potuto fare a meno di ironizzare (e forse sghignazzare) sul video che promuove l’iniziativa. Ci sono le immagini di Silvio con Obama tra le macerie de L’Aquila mentre una commovente colonna sonora ci ricorda che l’Abruzzo, ancora incredulo per tanto attivismo e abnegazione, (...)

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> L’ENORME POTERE DISTRUTTIVO DEL GIOCO ("IO MENTO") --- “Libertà, Socialismo, Democrazia. Il ‘cinismo sociale’ di Vilfredo Pareto”. Intervista a Bruno Gambardella.

giovedì 4 giugno 2015

Il prof Gambardella presenta il suo libro

di Redazione *

E’ un libro che, all’apparenza, può sembrare ostico. E distaccato dalla realtà. Ed invece, proprio la lettura e la rilettura del pensiero di Vilfredo Pareto, ci fornisce un’utile cartina di tornasole per approfondire, con maggiore cognizione di causa, quello che sta accadendo oggi. Il saggio “Libertà, Socialismo, Democrazia. Il ‘cinismo sociale’ di Vilfredo Pareto” (Link Comunicazione di Silvio Sarno editore) è un utile punto di partenza per analisi più approfondite. In fondo, è proprio quello che vuole il suo autore, l’eclettico Bruno Gambardella, laureato in filosofia con il massimo dei voti, impegnato in politica e nel sociale, docente di Italiano e Storia presso il Liceo Artistico di Avellino.

“In questo saggio - scrive l’autore - si analizzano, a partire da “I sistemi socialisti” e “La trasformazione della democrazia”, le due grandi opere politiche di Pareto, alcuni grandi temi del Novecento, ancora oggi straordinariamente attuali”. E come dare torto a Gambardella? Anche la nostra intervista è un lungo viaggio, un percorso concreto ed incisivo nell’attualità. Che prende le mosse, però, dal 1990.

“Il libro è, in effetti, la mia tesi di laurea, è lo smontaggio e la ricostruzione di questo mio lavoro universitario che ormai avevo chiuso nel cassetto. Per la tesi scelsi Pareto per non omologarmi ai pensieri “unici” dell’Università di Napoli: il pensiero comunista e quello ciellino-democristiano. Da socialista-liberale alla Rossetti, ho subito cercato una terza via e l’ho trovata in Pareto. Era, inoltre, un intellettuale, un pensatore italiano ed avevo scoperto da poco che veniva considerato anche uno dei primi autori di sociologia. Personalmente, la lettura della società data dai sociologi mi ha sempre appassionato”.

Il cassetto nel quale la tesi era finita, è stato riaperto anni dopo. Innanzitutto, grazie alla passione di Gambardella anche per la storia economica. E poi, per le “cattive” amicizie (si scherza, s’intende) che lo hanno motivato ulteriormente a scrivere il saggio: il docente universitario Gianpaolo Basile e l’imprenditore Silvio Sarno.

“Ho provato a capire anche quello che sta avvenendo oggi, partendo proprio dal pensiero di Pareto. Logicamente, non abbiamo delle risposte, ci lasciamo con diversi quesiti. Che sia questo il numero zero?”. Si parla, ovviamente, di Karl Mark e di quello che ha rappresentato. “La straordinaria intuizione di Pareto è l’aver capito che il marxismo era una religione. La forza di Mark non erano le ricette economiche che suggeriva, tra l’altro tutte sbagliate, ma il fatto di infondere speranza. Ecco, oggi è quello che manca sia alla destra che alla sinistra. Non infondono più speranza. Ci è riuscito per 20 anni Berlusconi ma, in fondo, le sue ricette erano un bluff. Renzi, oggi, sta cercando di restituire dei sogni. Non so se ci riuscirà”.

“Il vero problema - prosegue Gambardella - è che si naviga in mare aperto e si allarga sempre di più la forbice tra più ricchi e i più poveri, con il ceto medio che ormai si è incattivito”. “La sinistra - aggiunge - deve darsi da fare, deve ripensare al suo modo di fare politica e alle strategie necessarie a garantire libertà, socialismo e democrazia. Innanzitutto la libertà, e per libertà intendo anche strategie che garantiscano la libertà d’impresa, sciogliendo le aziende da lacci e lacciuoli burocratici ormai insopportabili”.

A Gambardella, non va molto giù il fatto che l’Italia sia, in prevalenza, formata da piccole e medie imprese. “Credo che non sia sempre una fatto positivo, soprattutto quando poi queste piccole imprese non fanno sistema tra di loro, cosa che accade troppo spesso. E mi convince ancora di meno il capitalismo familiare, altro grave problema italiano. Non bisogna essere necessariamente figli di geni per essere dei geni. Ho conosciuto, nei miei tanti anni di insegnamento, tanti figli di geni che erano degli emeriti coglioni. Il compito della sinistra, oggi, è la giustizia sociale al momento della partenza”.

Dunque, nella lettura di oggi, Gambardella diventa anch’egli paretiano, con quel cinismo sociale che caratterizzava il grande pensatore. “Pareto leggeva la realtà e la descriveva in modo sprezzante, urticante, strappando il velo dell’ipocrisia e del buonismo. Non possiamo esimerci dal farlo anche noi, non possiamo esimerci dal dire delle grandi verità, si riferiscano esse a Berlinguer o a Renzi oppure ad altri. Berlinguer, che tutti santificano, purtroppo ha contribuito a mettere la sinistra nell’angolo. Renzi mi auguro non sia un grande bluff come Berlusconi”.

In attesa della presentazione ufficiale del libro, che sarà lanciato in tutta la Campania, Gambardella riflette, in conclusione, sul ruolo degli imprenditori. “Chi oggi fa impresa - dice - è un eroe civile e come tale deve essere considerato. Ma, nello stesso tempo, credo che il dovere dell’imprenditore sia anche quello di calarsi maggiormente nella società civile e di creare reti virtuose. Un grande limite degli imprenditori italiani, a cominciare dalla Confindustria e dalla Confcommercio, è di non aver mai investito nella formazione della cultura d’impresa. Troppo spesso gli imprenditori sono isolati dai contesti nei quali vivono”.

* AFFARI ITALIANI, Giovedì, 16 ottobre 2014


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