Giustizia, l’appello del Pdl
"Dialogo con toghe e opposizione"
Il no di Pd e Franceschini: "Le riforme si fanno in Parlamento"
L’Anm: "Si a riforme condivise, ma non siano punitive"
ROMA - La Consulta per la giustizia del Pdl apre all’opposizione e alle toghe lanciando l’idea di una "bicamerale bis" che porti a una riforma condivisa. Un segnale di disgelo sulla delicata questione. Il primo passo di questo tentativo è stata la richiesta al governo di "attendere" l’evoluzione del dialogo, senza fare scatti in avanti. Positivo il giudizio dell’Associazione nazionale magistrati. "Nel metodo, ben vengano luoghi istituzionali in cui la magistratura associata sia invitata a dare il proprio contributo tecnico e ad esprimere le proprie valutazioni, senza pregiudizi da nessuna parte. Poi nel merito vedremo i frutti", dichiarano presidente e segretario dell’Anm, Luca Palamara e Giuseppe Cascini. "L’Anm - aggiungono - dice sì a riforme della giustizia, no a quelle punitive". Davanti alle aperture della maggioranza, però, arriva il no secco del Pd.
Partire dal testo della bicamerale. "Il Pdl deve assumersi la responsabilità di un’ incisiva iniziativa politica, diretta a riaprire il confronto con tutte le forze politiche per contribuire a presentare al Parlamento un progetto, ove possibile, condiviso", si legge nella nota della Consulta Pdl. Il punto da cui partire sarebbe il testo prodotto a suo tempo dalla bicamerale, che "potrebbe offrire pregevoli indicazioni di lavoro comune".
Schifani: "L’immunità sarebbe un ritorno al passato". Un altro segnale di distensione dal presidente del Senato, Renato Schifani, che si dice contrario all’immunità parlamentare: "Sarebbe un ritorno al passato".
La proposta. La presa di posizione del Pdl arriva all’indomani della nuova sollecitazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha sottolineato quanto siano "inderogabili" le riforme e invitato le forze politiche a farne oggetto di un confronto serio e sereno, senza che diventino "materia di scontro politico". Soprattutto, l’apertura della Consulta Pdl alle opposizioni va in direzione opposta rispetto all’intenzione di procedere da solo, facendo ricorso al referendum, annunciata da Silvio Berlusconi all’indomani della bocciatura del lodo Alfano.
Un incontro il 4 novembre. "Il tema della giustizia - aggiunge la nota - continua a essere argomento centrale della discussione e del confronto politico. Ancora una volta forti polemiche in ordine a singoli accadimenti rischiano di porre in secondo piano le vere problematiche della giustizia e paralizzare le riforme. La Consulta - si legge in una nota - invita quindi tutte le forze politiche a partecipare a un incontro presso i Gruppi parlamentari, Sala Colletti, il prossimo 4 novembre alle 19 per concordare tempi e modi di attuazione della proposta".
Dialogo con magistratura e avvocati. L’appuntamento è esteso anche ai magistrati e agli avvocati. "La consulta - prosegue la nota - ritiene che ove vi sia la effettiva volontà politica di individuare linee comuni sarà possibile elaborare un testo compiuto in tempi assai brevi e che comunque si potrà anche avviare un proficuo confronto sulle leggi ordinarie". Infine, l’invito al governo affinché attenda la conclusione dei tentativi di dialogo "prima di voler presentare un proprio testo di riforma costituzionale".
Il no del Pd. L’apertura della consulta Pdl è accolta con freddezza da Lanfranco Tenaglia, responsabile giustizia del Pd: "La proposta di ’bicameralina’? Sarebbe bene che la maggioranza facesse prima chiarezza al suo interno, dove le divaricazioni sono molte, e che poi portasse le proprie proposte nelle sedi proprie e cioè in Parlamento, dove già da tempo giacciono inascoltate proposte e idee del Pd".
"Smentire notizie su norma su prescrizione". Tenaglia chiede al governo di smentire le indiscrezioni secondo le quali la maggioranza intenderebbe approvare una norma che riduce i tempi della prescrizione nei processi: "Sarebbe un fatto gravissimo. Per accompagnare alla prescrizione il processo Mills e quello sui diritti tv si manderebbero al macero migliaia di processi, con buona pace della sicurezza dei cittadini, dell’effettività della pena e dei diritti delle parti offese".
Il no di Franceschini. Parlando più da candidato alla nuova segreteria che da attuale segretario, Franceschini ha detto: "Se il popolo delle primarie mi rieleggerà, il 4 novembre i gruppi parlamentari del Pd non andranno a questa ’nuova bicamerale’". Secondo Franceschini, le riforme del Pdl in tema di giustizia finora si sono tradotte solo in leggi ad personam "e intenti punitivi verso quei magistrati colpevoli solo di applicare la legge e rispettare il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla giustizia". "Non è il tempo di pasticci e di nuove bicamerali - dice Franceschini - le proposte di legge si discutono solo nelle aule parlamentari in un rapporto privo di ambiguità tra maggioranza e opposizione".
* la Repubblica, 23 ottobre 2009