L’associazione nazionale magistrati: "Così giustizia in ginocchio"
Il sindacato delle toghe auspica "una riforma seria per un servizio giustizia credibile"
Processo breve, allarme dell’Anm
Bersani: "Ci metteremo di traverso"
ROMA - E’ scontro aperto sulle norme che limitano la durata dei processi. Che non piacciono all’Anm e nemmeno all’opposizione. Ma che la maggioranza vuole portare avanti con determinazione. "Metteranno in ginocchio la giustizia - dice il presidente Palamara dell’Anm -, la cui macchina è già disastrata. Con il processo breve - continua - non si dà giustizia alle vittime del reato", mentre si rischia di "dare impunità a chi ha commesso fatti delittuosi". Il leader del sindacato delle toghe ribadisce inoltre che i magistrati "vogliono dire basta a guerre e contrapposizioni", ma auspicano "una riforma seria per un servizio giustizia credibile agli occhi dei cittadini". Ieri, sempre contro il processo breve, erano scesi in sciopero gli avvocati penalisti.
Il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo ha confermato il varo della norma blocca-processi, come ha rivelato oggi Liana Milella su Repubblica. "Dobbiamo adeguarci alla sentenza della Corte costituzionale del 14 dicembre", ha spiegato. In quella sentenza, firmata da Giuseppe Frigo, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 517 del codice di procedura penale che non prevede la facoltà dell’imputato di richiedere al giudice del dibattimento il giudizio abbreviato, relativamente al reato concorrente contestato in dibattimento, quando la nuova contestazione concerne un fatto che già risultava dagli atti di indagine al momento di esercizio dell’azione penale. Dunque, di fronte a una nuova contestazione deve essere riaperto il termine per consentire eventualmente all’imputato di chiedere il rito abbreviato. I processi interessati sarebbero sospesi per tre mesi. "C’è una sentenza", ha insistito Caliendo, "cui bisogna porre rimedio".
E oggi, anche il Pd fa sentire la sua voce: "Contro il processo breve ci metteremo di traverso - dice il segretario Pierluigi Bersani - Dopo le decisioni assunte ieri da governo e maggioranza stiamo entrando in un tunnel pericolosissimo. Non solo è una disarticolazione del sistema giudiziario ma è un’aministia per i colletti bianchi. E non si può per l’esigenza di uno mettere a repentaglio il sistema intero".
"Se Berlusconi pensa di essere uno statista - ammonisce il segretario del Pd - ora è il momento di dimostrarlo. Non si può pensare di parlare contemporaneamente di processo breve e di riforme. A questo punto, se intende andare avanti su questa strada, la destra si assuma le sue responsabilità" chiude il segretario democratico.
Molto critica anche l’Idv che, per bocca del capogruppo alla Camera Massimo Donadi parla di "schiaffo a tutti gli italiani onesti". "Il Pdl aumenta la velocità sulla giustizia per salvare Berlusconi dai processi prima delle regionali mentre la vera priorità è affrontare la crisi economica - continua Donadi - L’unica cosa che accelera nel Paese è l’inflazione, ma evidentemente a questa maggioranza non interessa perchè se ne infischia dei problemi concreti delle persone".
* la Repubblica, 12 gennaio 2010