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ARCA DI NOE’, MEMORIA DELLA BUONA-ALLEANZA, E FINE DEL CATTOLICESIMO-ROMANO. La gerarchia vaticana confida nella carestia della sapienza ("Deus caritas est") di Benedetto XVI, non nella sovrabbondanza dell’amore del Dio di Gesù ("Deus charitas est": 1 Gv. 4, 1-16).

CRISTIANESIMO E TEMPI SUPPLEMENTARI. Erri De Luca parla delle "Penultime notizie circa Ieshu/Gesù". Un’intervista di Alessandro Bottelli - a cura di Federico La Sala

«Voi credete con la sovrabbondanza dell’amore, non con la carestia della sapienza», viene detto a Ioséf/Giuseppe, dopo che gli è stata annunciata la nascita di un figlio ...
lunedì 19 ottobre 2009
[...] «Sì, questi tempi supplementari infiniti tra l’annuncio e la sua manifestazione finale durano da duemila anni. È un po’ quello che, in scala più grande, viene comandato a Noè, quando gli viene commissionata un’arca gigantesca, superiore per dimensioni a un campo di calcio, alta tre piani e piantata in mezzo alle montagne e ai boschi. Insomma, un lavoro enorme, portato poi a termine da solo. Un’opera visionaria, molto più della torre di Babele, che voleva costringere l’umanità sua (...)

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> CRISTIANESIMO E TEMPI SUPPLEMENTARI. ---- A STEFANO CUCCHI, UNA NOTA (di Erri De Luca - Un giovane arrestato di nome Gesu’).

giovedì 12 novembre 2009

Un giovane arrestato di nome Gesù

di Erri De Luca (Liberazione, 11 novembre 2009)

Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro. Perché parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l’aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine di partita.

I colpi riportati sopra il corpo non dipendono da flagellazioni, ma da caduta riportata mentre saliva il monte Golgota appesantito da attrezzatura non idonea e la ferita al petto non proviene da lancia in dotazione alla gendarmeria, ma da tentativo di suicidio, che infine il detenuto è deceduto perché ostinatamente aveva smesso di respirare malgrado l’ambiente ben ventilato.

Più morte naturale di così toccherà solo a tal Stefano Cucchi quasi coetaneo del su menzionato.


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