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In principio, la Costituzione: la Legge dei nostri Padri e delle nostri Madri Costituenti. Per un riorientamento antropologico, e teologico-politico....

IL RISPETTO E LA DIGNITÀ DELLE DONNE E LE 21 "MADRI DELLA REPUBBLICA": LA VIA MAESTRA PER UN’ALTRA POLITICA. Un intervento di Gabriella Manelli, seguito da una nota di Federico La Sala

sarebbe interessante dipanare il filo intrecciato di passione e audacia che lega donne e partigiani. Una cosa è certa: numerose furono le donne che, mentre combattevano insieme ai partigiani per i diritti di tutti, intrapresero il loro cammino di crescita personale e politica.
sabato 12 febbraio 2011 di Federico La Sala
[...] «Solo osando, la politica riesce a fare storia»: è Machiavelli, citato da Romitelli, sempre a proposito di partigiani. La stessa cosa si può dire delle donne, ieri e oggi: se vorranno tornare a incidere sulla storia, come è avvenuto negli anni 60-70 del secolo scorso, non potranno che affrontare in modo inedito, sperimentale, quanto di irrisolto, di incognito vi è oggi nei rapporti fra governanti e governati. Con passione e audacia [...]
DEMOCRAZIA: ABBI IL CORAGGIO DI PRENDERE LA (...)

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> IL RISPETTO DELLE DONNE ---- "Il ritorno di Lilith" di Joumana Haddad: "Spero che questo libro rappresenti una speranza per la donne arabe oppresse, ma anche per quelle italiane, e che sia un punto d’incontro tra Medioriente e Occidente" (Joumana Haddad).

giovedì 22 ottobre 2009

Aki-Adnkronos 21.10.09

Libri: Haddad, da "Il ritorno di Lilith" una speranza per tutte le donne oppresse "Spero sia punto d’incontro tra Medioriente e Occidente

Roma, 21 ott. -(Aki) - "Spero che questo libro rappresenti una speranza per la donne arabe oppresse, ma anche per quelle italiane, e che sia un punto d’incontro tra Medioriente e Occidente". E’ quanto ha affermato ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL la poetessa e giornalista libanese Joumana Haddad, in Italia per presentare il suo nuovo volume ’Il ritorno di Lilith’ (ed. L’asino d’oro), disponibile da domani in libreria.

La poetessa spiega i motivi che l’hanno spinta a scrivere un’opera in cui viene riportato alla memoria dei lettori il mito antichissimo di Lilith, la prima donna creata, che non volle sottomettersi ad Adamo, ma che anzi lo abbandonò nel paradiso con un atto di disobbedienza. "Ci sono tanti cliché sulla donna araba in Occidente - afferma la Haddad - la maggior parte ritiene che tutte le donne arabe sono oppresse e velate. E’ una tendenza a generalizzare, mentre in verità ci sono molte più sfumature e c’è anche un altro modello di donna nella società araba, emancipata e libera, che si batte per i suoi diritti".

’Il ritorno di Lilith’, la prima opera integrale della Haddad in italiano, è un libro scritto "con le unghie", secondo la poetessa libanese per la quale "scrivere è innanzitutto un atto fisico, violento e aggressivo, ma solamente nei confronti di me stessa". "E’ qualcosa - afferma - come scavare con le unghie nella carne per andare a pescare i segreti, i misteri, le parole nascoste che ci sono in me".

La Haddad in Libano è caporedattrice di ’Jasad’, una rivista in lingua araba specializzata nella letteratura e nelle arti del corpo, all’interno della quale vengono trattati argomenti come la sessualità e i diritti delle donne, temi di cui è difficile parlare nella società araba. "Jasad è una rivista per uomini e donne - afferma la Haddad - che affronta il tema del corpo, anche se non è facile trattare questo argomento nella mia lingua e nel mio mondo. Eppure, se torniamo ad alcuni scritti in lingua araba di mille anni fa ci sono testi che parlano del corpo e dell’erotismo con una semplicità che scioccherebbe anche lo scrittore occidentale più aperto".

La poetessa libanese non teme ritorsioni da parte dei gruppi religiosi più estremisti. "Quando ho scritto ’Il ritorno di Lilith’ non ho pensato che gli estremisti fossero un ostacolo alla sua realizzazione - sostiene - Ero appassionata dall’idea di scrivere quest’opera e l’ho fatto, anche se molti credono che mi sia gettata nel fuoco".

L’ultimo pensiero della Haddad è per Rania, la regina di Giordania, in visita ufficiale a Roma. "Ho tanto rispetto e ammirazione per la regina Rania - dichiara la scrittrice - perché non accetta il modello stereotipato della donna araba oppressa che non ha potere e che vive lasciandosi andare al volere dell’uomo". (Spi/AKI)


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