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In principio, la Costituzione: la Legge dei nostri Padri e delle nostri Madri Costituenti. Per un riorientamento antropologico, e teologico-politico....

IL RISPETTO E LA DIGNITÀ DELLE DONNE E LE 21 "MADRI DELLA REPUBBLICA": LA VIA MAESTRA PER UN’ALTRA POLITICA. Un intervento di Gabriella Manelli, seguito da una nota di Federico La Sala

sarebbe interessante dipanare il filo intrecciato di passione e audacia che lega donne e partigiani. Una cosa è certa: numerose furono le donne che, mentre combattevano insieme ai partigiani per i diritti di tutti, intrapresero il loro cammino di crescita personale e politica.
sabato 12 febbraio 2011 di Federico La Sala
[...] «Solo osando, la politica riesce a fare storia»: è Machiavelli, citato da Romitelli, sempre a proposito di partigiani. La stessa cosa si può dire delle donne, ieri e oggi: se vorranno tornare a incidere sulla storia, come è avvenuto negli anni 60-70 del secolo scorso, non potranno che affrontare in modo inedito, sperimentale, quanto di irrisolto, di incognito vi è oggi nei rapporti fra governanti e governati. Con passione e audacia [...]
DEMOCRAZIA: ABBI IL CORAGGIO DI PRENDERE LA (...)

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> IL RISPETTO DELLE DONNE E LE 21 "MADRI DELLA REPUBBLICA": LA VIA MAESTRA PER UN’ALTRA POLITICA. --- Carta Costituzionale e Concilio Vaticano II: La credente capace di parlare a tutti, ecco a voi Rosy Bindi.

venerdì 27 novembre 2009

La credente capace di parlare a tutti, ecco a voi Rosy Bindi

di Roberto Monteforte (l’Unità, 27 novembre 2009)

Rosy la «pasionaria», la toscana tenace. La «credente » rispettosa dei dettami della Chiesa, ma capace di assumersi in autonomia le proprie responsabilità politiche e istituzionali pagando anche il prezzo dell’incomprensione, come le capitò da ministro della famiglia quando avanzò la proposta dei Dico (il riconoscimento dei diritti dei conviventi). Che si confronta in modo aperto sulla bioetica e sul fine vita, sui nuovi diritti in una società sempre più multietnica e multiculturale, e sui temi dell’identità, della sicurezza, dell’accoglienza. Dello sviluppo e della democrazia economica.

C’è tutto questo nel «Quel che è di Cesare» (editore Laterza pagine 127, costo 10 euro) la sua biografia politica, non solo raccolta, ma anche sollecitata - soprattutto sui temi della bioetica - dalla cronista parlamentare Giovanna Casadio. Pagine dense e sincere che parlano di una scelta di vita al servizio del bene comune. Una scelta da «credente» che fa sua la dimensione della laicità, non solo come affermazione dell’autonomia del politico cattolico, ma anche di una politica che non può essere totalizzante, che deve avere limiti precisi. «In fondo la critica più radicale al potere assoluto e al cesarismo si trova nel Vangelo, perché - spiega - a Cesare si restituisce la moneta e non si consegna mai la persona, la sua libertà e la sua dignità».

Lo afferma mettendo in guardia dagli ideologismi dogmatici clericali e laicisti. Indica una via, quella del confronto, dell’ascolto delle ragioni dell’altro. È così che si batte il «cesarismo moderno» e si ridà dignità etica alla politica. È l’esperienza di laicità del cattolicesimo democratico che la Bindi ripropone. Esperienza «minoritaria», ma essenziale all’interno del cattolicesimo politico.

Con due assi portanti, essenziali e attualissimi: la lezione del Concilio Vaticano II e la Carta Costituzionale. Coniugare principi liberali e questione sociale, costruire una democrazia moderna: è stata la lezione «laica» di Alcide De Gasperi e di Aldo Moro, fautori di un progetto politico che fosse convincente anche per i laici. La Bindi l’attualizza. Lo fa smascherando i tentativi della «destra nel nome di Dio» di presentarsi come l’unica vera interprete dei valori che stanno a cuore alla Chiesa. Sottolinea il basso tasso di laicità di chi è alla ricerca del «voto del cielo». Invita al coraggio politico non solo i cattolici chiamati a misurarsi con la sfida bipolare, lasciandosi alle spalle improponibili nostalgie neocentriste. Ma anche l’intero Pd: il partito che ritiene il naturale erede di questo percorso. Occorre guardare avanti.


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