Undicietrenta
Una domanda soltanto
di Roberto Cotroneo *
Un senso di disorientamento c’è, ed è un disorientamento di un paese che comincia a preoccupare seriamente. Basta solo aprire una delle tante homepage sui siti di informazione che riassumono notizie ed eventi della giornata per rimanere sconcertati. Li elenco, uno di seguito all’altro, e penso che siamo finiti in una rappresentazione dell’assurdo.Il nostro Governo da un mese ci ripete che siamo - quasi - fuori dalla crisi, e il nostro premier si è chiesto più volte come mai non aumentano i consumi, soprattutto tra i dipendenti pubblici.
Ma oggi i dati di una indagine di Confindustria ci dicono che un terzo delle piccole imprese (sulle quali si fonda l’economia del nostro paese) chiuderanno, con un milione di posti di lavoro a rischio. Un disastro sociale e umano di proporzioni gigantesche.
Subito dopo scopriamo che quattro sottoufficiali dei Carabinieri, e dico i Carabinieri, l’arma per eccellenza, sono stati arrestati perché ricattavano un governatore di Regione, il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo, per un video privato su di lui che sarebbero riusciti a girare. Marrazzo nega, e dice che è tutta una bufala. Ma che i Carabinieri siano accusati di spaccio di droga e di tentativo di estorsione, tra l’altro a un uomo di governo, è clamoroso.
La terza notizia dice che Giulio Tremonti minaccia le dimissioni, e che Umberto Bossi lo difende. Tremonti? Non era Tremonti l’uomo vincente di questo Governo, colui che meglio, e con maggiore autorevolezza, poteva dialogare con l’opposizione. Una persona con solide competenze, e grande intelligenza. Uno dei pochi? E non era Tremonti un uomo stimato da Berlusconi e da D’Alema? E allora cosa è successo? Colpa di Berlusconi che ha annunciato di voler ridurre l’Irap.
Ma intanto Tremonti, qualche giorno fa, contraddicendo tutto quanto aveva sostenuto e detto negli ultimi due anni, aveva fatto l’elogio del posto fisso, seguito a ruota dallo stesso presidente Berlusconi. E questo aveva lasciato senza parole Confindustria.
Se aggiungiamo le polemiche di questi giorni, ancora sullo scudo fiscale, e poi sul papello, e l’inquietante ipotesi di un patto tra Cosa Nostra e lo Stato nell’estate del 1992, esce un quadro su cui ogni commento e inutile. Con una sola domanda, la più semplice, ma anche la più vera e la più terribile: siamo ancora un paese civile? O ci stiamo coprendo di ridicolo di fronte all’intero mondo?
* l’Unità, 24 ottobre 2009