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ESPERIMENTO ITALIA. L’ANNO DELLA VERGOGNA (1994): NASCE IL PARTITO DEL "NUOVO" PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA" ... E C’E’ ANCORA!!!

CERVELLO, POLITICA, E TECNICHE DI DOMINIO: L’USO ISTITUZIONALE DEL "PARADOSSO DEL MENTITORE" IN ITALIA E LE ULTIME NOVITA’ DALL’INGHILTERRA. Una nota di Federico La Sala e un articolo di Enrico Franceschini

sabato 24 ottobre 2009 di Federico La Sala
[...] David Cameron, leader dei conservatori britannici e, stando agli attuali sondaggi, prossimo primo ministro dopo le elezioni della primavera 2010, ha arruolato tra i suoi consiglieri degli esperti di neuroscienza e di economia comportamentale è un segnale dell’importanza che questo genere di studi hanno assunto nelle sfide elettorali del ventunesimo secolo. «Lo facevamo anche noi», rivela Matthew Taylor, ex-collaboratore di Tony Blair a Downing street [...]
STORIA D’ITALIA (...)

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> CERVELLO, POLITICA, E TECNICHE DI DOMINIO: L’USO ISTITUZIONALE DEL "PARADOSSO DEL MENTITORE" ---- UN GOLPE SOTTILE. SVEGLIA ITALIA!!! LA RIVOLTA DEI POETI (di Pietro Spataro).

mercoledì 25 novembre 2009

La rivolta dei poeti: «Berlusconi, giù le mani dalla democrazia»

di Pietro Spataro *

Tanto, dicono, sopravviene rapido e crudo l’oblio». È un verso della poesia di Roberto Roversi che pubblichiamo qui accanto. Una delle tante che compongono questa «antologia della ribellione » che gira sull’on line da qualche giorno e sta suscitando grande interesse.Unastranezza nell’Italia di oggi. Trenta poeti (giovani e vecchi, del Nord e del Sud) si mettono al lavoro e scrivono versi per protesta: contro la minaccia incostituzionale di Berlusconi, per difendere il valore della resistenza e della memoria. Sembrava un’impresa impossibile. Quando Davide Nota, che è un giovane poeta di ventotto anni pieno di passione, ha cominciato a telefonare a noi più anziani, in pochi avremmo scommesso sulla riuscita. Pensavamo a Pasolini e misuravamo la distanza tra il suo grido e questa «Italia rotta» di oggi. Racconta Davide: «Tutto è cominciato quando Berlusconi ha proposto di cambiare nome alla Festa della Liberazione. Ne abbiamo parlato io e Gianni D’Elia e all’inizio si pensava a una cosa così, duepoesie contro l’oblio». Poi invece le poesie sono diventate di più: per la precisione quarantadue.

I poeti sono trenta e sono diversi tra loro: ci sono i «grandi vecchi » come Roberto Roversi, quelli della generazione di mezzo come Gianni D’Elia, Maurizio Cucchi e Franco Buffoni. Ma poi soprattutto ci sono tantissimi giovani: quelli che sono lanuova generazione che esprimeforse la rabbia più fresca e battagliera. Questa antologia insomma è un altro segno che qualcosa si muove nel mondo della cultura. «Si tratta di una rivolta della coscienza - spiega Gianni D’Elia - Assistiamo a un attacco al diritto che fa spavento. È ilmomentodi farecomediceva Dante: “Così gridai con la faccia levata”. Nonpossiamo permettere che la cultura sia travolta dalla tv». Aggiunge Franco Buffoni: «Cerchiamo di far sentire un fiato civile in un’epoca di disinteresse. Siamo noi i veri liberali, mica loro».

Nata per difendere la Costituzione e i valori dell’antifascismo la raccolta strada facendo ha assunto anche un taglio diverso. È diventata il grido di dolore contro la decadenza dell’Italia. «Un tentativo di resistenza contro l’orrore che abbiamo attorno - dice Maria Grazia Calandrone - Abbiamo il dovere di batterci contro questa catastrofe, cominciando dalla scuola che deve fornire gli strumenti per capire. Siamo circondati da una cultura della paura e del sospetto che fa venire i brividi». Aggiunge Flavio Santi: «Questa destra è pericolosa. Noi tentiamo di scalfire il muro di silenzio. I poeti ci sono ancora, questo vogliamo dire: per fermare l’omologazione per cui tutto va bene e tutto è uguale». È la prima volta forse nella storia d’Italia che trenta poeti si mettono insieme per gridare più forte. L’antologia sta girando nei vari social metwork, appare su alcuni siti importanti (Micromega, Reset italia, Nazione Indiana e daoggi anche sul sito dell’Unità). È una piccola cosa, ma spesso dalle piccole cose viene il meglio. È un modo per dire no a quello che Leopardi chiamava «il servilismo verso l’imperio dell’autorità». E oggi purtroppo in giro se ne vede un bel po’. Servirà? Direbbe Franco Fortini: «La poesia / non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi».

-  Un appunto in prosa di poesia
-  Roberto Roversi

-  Largisce pace la pace
-  e la guerra di guerra risuona.
-  La guerra dice la pace fiacca e induce
-  all’ozio l’uomo calcolatore.
-  La guerra dice che la guerra è
-  inevitabile furore
-  e il grido degli uomini in battaglia
-  strappa nel cielo penne e penne agli angeli
-  peccatori.
-  Tanto, dicono, sopravviene rapido e crudo l’oblio
-  on mazza e scudo
-  a scalciare il sudario dei ricordi
-  che hanno acidula voce
-  e sono bagnati nel fiume di sangue degli anni
-  (senza pietà)
-  Ma i pensieri di ferro rovente non sono la rana
-  buttata in un fosso sperduto.
-  Il furore a Cassino
-  Varsavia Stalingrado
-  Dresda Coventry Berlino
-  tutta Italia spianata
-  porte d’inferno aperte ogni giornata.
-  Calpestare l’oblio
-  il viaggio dei ricordi non è mai finito
-  là c’ero anch’io.

-  Golpe sottile
-  Giuliano Scabia

-  Si aggira nelle menti, nei media,
-  un golpe sottile, un assopimento
-  spettacolare indotto da paura
-  e dissolversi delle visioni. L’ora
-  è venuta di lasciare il novecento
-  con le sue catastrofi e bellezze,
-  ma dicendo: siamo orgogliosi
-  di ciò che fu fatto per il bene,
-  non lo rinneghiamo: voi, col vostro
-  Gran Porcone e le sue Madonne
-  velinose andate pure alle glorie
-  delle falsate storie. Dignità e valore
-  è libertà, durezza e verità, amore
-  delle città, non tresca, non truffa,
-  non menzogna. Ciò che bisogna
-  adesso è: SVEGLIA ITALIA!
-  Scrollati dal fango che t’ammalia!

-  Nella piatta illusione del tempo
-  Maurizio Cucchi

-  Nella piatta illusione del tempo,
-  Nella comunità precaria
-  Dei morti e dei vivi,
-  Non si cancella l’offesa, non si modifica
-  Il senso della storia. Nel presente
-  Totale la vittima
-  E l’assassino conservano
-  Espressioni diverse, facce
-  Opposte: il nero
-  Resta nero e la storia
-  Non lo stinge, non lo sbiadisce.
-  Mai.

-  La Liberazione
-  Gianni D’Elia

-  Sciagurata sineddoche d’Italia,
-  la parte per il tutto del peggiore
-  carattere affarista, Smisuralia
-  d’iniquo e ingiusto, sovrano e signore.
-  Italiano del Duemila, tutta aria
-  di denaro e potere, il solo amore,
-  bassa statura, che animo non varia,
-  di riccastro ed impresario in calore.
-  Insigne erede di sozza fazione,
-  ossessa forza, che il Paese caria
-  dagli schermi e dai fogli del padrone,
-  liberaci di te, ci manca l’aria.
-  Per quanto studi per l’eterna azione
-  cammini già la tua vita mortuaria,
-  sei già nel tuo pacchiano Partenone,
-  sciagurato diffuso in terra ed aria.
-  S’aspetta che tu vada, odioso clone,
-  Primo, Secondo e Terzo Berluscone,
-  tu, già fuori della Costituzione,
-  contro i cives e la Costituzione,
-  tu e la tua burlesca Liberazione!

-  Credono di essere il paese
-  Lina Salvi

-  Credono di essere il paese,
-  ma sono fuori dallo Stato,
-  appiccando il fuoco con viso
-  coperto, a tradimento, alle baracche
-  di quei nomadi, che con un euro
-  comprano tre mattoni
-  per una casa nel loro paese,
-  i nostri sono scappati incuranti,
-  nelle auto ritoccate, i bambini
-  a decine chiedono notizie
-  dei loro compagni, perplessi,
-  in un’altra storia.

-  Altra preghiera
-  Pietro Spataro

-  Liberaci dal vuoto del potere
-  dall’ideologico concorrere violento
-  dai tribunali di partito, dall’erosione
-  del libero discorrere degli uomini
-  allontanaci dalle urla di governo
-  dagli elenchi fraudolenti dei nemici
-  dall’odio che scava a fondo e lascia
-  lungo la via un’aspra solitudine
-  forma essiccata del pensiero
-  decadenza inarrestabile, inquietudine

-  Soprattutto e con ogni forza
-  Raimondo Iemma

-  Metto in comune un bicchiere.
-  Sorrido a uno sconosciuto
-  cerco altre parole
-  telefono a un amico
-  di cui da tempo non ho notizie
-  riconosco la voce di sua madre.
-  Quanto più sgomenta
-  la sofferenza di ogni uomo
-  per la ferocia dei suoi pari
-  quanto più subdolo diventa
-  il nuovo vocabolario
-  di inchiostro bianco cenere
-  non smetterò di credere nella felicità e nel domani
-  nell’idea che queste due parole
-  abbiano tanti significati
-  quanti sono gli uomini.
-  Soprattutto e con ogni forza
-  non cederò alla tentazione
-  di opporre disprezzo al disprezzo
-  nonostante tutto vorrò praticare il coraggio e
-  l’amore.
-  Ho voglia di stare al mondo e lottare.

-  Aprile
-  Davide Nota

-  Se ne vanno, la notte, silenziosi,
-  in lenta carovana, gli occhi al suolo,
-  i morti che di noi ancora sono
-  morti e se ne vanno silenziosi.
-  Il vento tra le foglie del castagno,
-  il passo tra le felci, il legno franto,
-  il canto delle rane nello stagno,
-  il pianto scivoloso del canale...
-  Scompaiono, di notte. Torneranno
-  come le pietre che la terra inuma?
-  Sapere i loro segni che consuma
-  la pioggia non ci basta a ricordare
-  che vivi ci sognarono e son morti.

* l’Unità, 25 novembre 2009


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