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Cultura e civiltà. L’ordine simbolico della madre.....

NEL REGNO DI EDIPO. L’ordine simbolico di "mammasantissima" - Una nota di Federico La Sala

GESU’: "JE SUiS ... CHRETIEN" !!! Non ... "CRETIN"!!! A ‘PALERMO’ COME A ‘ROMA’, MA SEMPRE A TEBE...
mercoledì 1 marzo 2006 di Emiliano Morrone
“Mammasantissima”: l’ordine simbolico dell’alleanza della madre e del figlio!!!
A ‘PALERMO’ COME A ‘ROMA’, MA SEMPRE A TEBE
NEL REGNO DI EDIPO.
Una nota di Federico La Sala
Caro Peppe Sini
(Direttore de "La nonviolenza e’ in cammino")
A proposito del tuo “messaggio di saluto inviato [...] al convegno sul contributo della nonviolenza alla lotta contro la mafia svoltosi a Palermo il 21-22 maggio 2005”, ripreso e riproposto nella “domenica della (...)

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> A ‘PALERMO’ COME A ‘ROMA’, MA SEMPRE A TEBE - NEL REGNO DI EDIPO. - di Federico La Sala

venerdì 3 marzo 2006

P.S.

“GESU’” E “MARIA”...CHE ‘BELLA’ E ‘SANTA’ ALLEANZA!!!

Una nota sull’ordine simbolico della madre ...e del figlio

di Federico La Sala

Dalla teoria alla pratica: Ratzinger - Benedetto XVI apre alla donna-MADRE e Luisa Muraro (la teorica dell’ordine simbolico della MADRE: cfr. Intervista*, “Più che di morale, ci dice qualcosa di Dio”, a c. di Lorenzo Fazzini, Avvenire, 02.03.2006) apre all’ uomo-FIGLIO - e tutti e due stringono una “santa alleanza” e ... partono per sogni incestuosi sul ’corpo’ e sul ’trono’ di "DIO". GESU’ e MARIA!!!...e questo che cosa è se non la teorizzazione e la santificazione dell’incesto e della struttura edipica, ‘cattolica’ - ‘universale’, di cui Freud - ‘Giuseppe’ (il grande interprete dei sogni) ha denunciato abbondantemente vita morte e miracoli, “peste” e “corna”!!! Dopo la tempesta di vento e la chiusura del Libro, al funerale di Karol Wojtyla-Giovanni Paolo II (del cui travaglio non si è proprio capito e voluto far capire niente), per queste pacchianate pre-evangeliche non c’è proprio più futuro!!! Cerchiamo di svegliarci.... e cerchiamo di capire che significa essere esseri umani!!! (03.03.2006)

Federico La Sala


*

«PIU’ CHE DI MORALE, CI DICE QUALCOSA DI DIO»

Luisa Muraro:«Nell’enciclica si coglie il senso del mistero»

di Lorenzo Fazzini (Avvenire, 02.03.2006)

Ha letto l’enciclica Deus est caritas come donna impegnata nella riflessione filosofica ed ermeneutica. E pure come persona che «non aderisce a nessun credo», ma «non per questo anticlericale», come lei stessa si è definita. Luisa Muraro, filosofa della differenza sessuale, analizza il documento papale sull’amore scoprendo «bagliori caldi» di pensiero nel testo di Benedetto XVI. Condividendo in maniera convinta la critica di Ratzinger al marxismo in nome di un «qui e ora inattingibile al pensiero e assoluto» rispetto a ogni strumentalizzazione.

Quali sono questi punti "caldi" del documento di Benedetto XVI? «Due, soprattutto: quando dice che "il programma del cristiano è un cuore che vede". E quando scrive che "Dio ci coglie di sorpresa". Credo che questi elementi vengano proprio dal suo cuore, che li abbia scritti senza la preoccupazione della dottrina. Qui il Papa vuole - a mio parere - comunicare il senso del divino che ha dentro di sé. Non gli interessa la morale, ma qualcosa di Dio, che a noi arriva proprio nel modo in cui lui lo percepisce. Si sente, in questi frangenti, che Benedetto XVI è uno come noi, che parte dalla sua bisognosità creaturale di Dio, e ci comunica quanto lui stesso ha provato di Dio».

«Un cuore che vede» è un’espressione quasi materna... «Sì, è vero, mi ha richiamato subito la figura della madre verso il proprio figlio. E vorrei ricordare quanto lo psicoanalista inglese Donald Woods Winnicott diceva delle mamme "sufficientemente buone", che in quanto tali adempiono il programma cristiano, così come lo prospetta Benedetto XVI. Anche se devo sottolineare che nell’analisi dell’amore compiuta nell’enciclica manca il riferimento all’amore materno».

Nel suo testo il Papa critica il marxismo da un punto di vista inedito: «L’uomo che vive nel presente viene sacrificato al moloch del futuro». Qui e altrove Benedetto XVI sembra fare spazio ad una prospettiva di "trascendenza terrena" che può unire credenti e non credenti: cosa pensa al riguardo? «Questo mi sembra una questione cruciale, che considero il punto più alto dell’enciclica. Finora il marxismo respingeva la religione in quanto rimandava al Cielo ciò che doveva essere un’esperienza umana, da sperimentarsi qui e ora. In questo passaggio, invece, Benedetto XVI segna un punto importante nella critica al marxismo: rifacendosi ad un "qui e ora", il Papa afferma la precedenza del presente sull’assente. E segna un’affermazione fondamentale della metafisica nei confronti della religione moderna e postmoderna, che su questo punto è un macchinoso marchingegno che si fonda sul filo dell’assenza. Per il Papa questo "qui e ora" è la presenza dell’amore. E Benedetto XVI si oppone alla modalità pratica del marxismo, che usa l’altro per ottenere un suo fine - con effetti aberranti, come si è visto nella storia. A tutto questo il Papa contrappone la testimonianza di un "di più" presente nell’amore cristiano che rende visibile un assoluto che nessuno può controllare. Questo, a mio giudizio, è il punto cruciale dell’intero testo, perché il "qui e ora" come testimonianza dell’amore rimanda a un altro che è inattingibile e che nessuno può possedere in maniera speculativa. Infatti l’amore è il punto di contatto fra quello che noi siamo nella nostra finitezza e l’infinitezza (per usare un’espressione di Simone Weil) che i cristiani chiamano Dio, che è appunto amore».


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