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LINGUA, MAFIA, E COSTITUZIONE. L’ANNO DELLA VERGOGNA (1994): NASCE IL PARTITO DEL "NUOVO" PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA" ... E C’E’ ANCORA!!!

NEL PAESE DEI "DUE" PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA, BARBARA SPINELLI CERCA DI TROVARE "LE PAROLE PER BATTERE LA MAFIA". L’intervento agli stati generali di Libera - a cura di Federico La Sala

Forse però è venuto il momento di dire quello che sappiamo, e non solo di farci domande. Di dire, come fece Pasolini il 14 novembre 1974 a proposito delle trame eversive italiane (....)
lunedì 26 ottobre 2009 di Federico La Sala
[...] Ha detto una volta Giancarlo Caselli una cosa non dimenticabile: «Se essi sono morti (parlava di Falcone, Borsellino) è perché noi tutti non siamo stati vivi: non abbiamo vigilato, non ci siamo scandalizzati dell’ingiustizia; non lo abbiamo fatto abbastanza, nelle professioni, nella vita civile, in quella politica, religiosa». Per questo corriamo il rischio, sempre, di disimparare perfino la speranza [...]
L’ITALIA E L’ANNO DELLA VERGOGNA (1994): L’ALLARME DI DON GIUSEPPE DOSSETTI E (...)

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> NEL PAESE DEI "DUE" PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA ---- La solitudine dell’Antimafia: «Certe leggi sono il vero papello» (di Claudia Fusani)

lunedì 26 ottobre 2009

La solitudine dell’Antimafia: «Certe leggi sono il vero papello»

di Claudia Fusani (l’Unità, 26 ottobre 2009)

E’ una riunione molto affollata che riuscirebbe a dare un po’ di ottimismo a Pier Paolo Pasolini. «Io so ma non ho le prove... parlo perché non sono compromesso col potere» scriveva l’intellettuale nel 1974. Oggi, ma non da oggi, quelli di Libera, 1500 associazioni in lotta permanente contro le mafie, sanno, hanno indizi, prove e, soprattutto, fanno i nomi. Chiamano le cose col loro nome.

Tano Grasso, presidente del Fondo antiracket, accusa di «ipocrisia le associazioni di categoria che nel sud organizzano convegni e passerelle ma poi non accompagnano un solo imprenditore a denunciare il racket». Francesco Forgione, ex presidente dell’Antimafia, quantifica che la «corruzione in Italia sottrae ancora oggi il3% del pil», decine di milioni di euro l’anno. Il procuratore Giancarlo Caselli denuncia «un sistema-giustizia che produce inefficienza mettendo in crisi la lotta alla criminalità».

Barbara Spinelli, intellettuale e giornalista, si mette in gioco di persona e dice, citando la lettera di San Paolo: «Speriamo in ciò che ancora non vediamo». La sua è un’orazione civile lunga venti minuti sul «senso della legge che si sfibra» e che prende il via da un dato antico quanto assoluto: «Solo il potere può fermare il potere perché chiunque ha potere è portato ad abusarne ». Parole che fanno spellare le mani ai presenti. In qualche modo, da qualche parte, danno coraggio.

Stati generali dell’Antimafia, auditorium della Conciliazione, giornata finale. Organizza Libera, il motore è don Luigi Ciotti, la benzina sono tutte «le antenne» di Libera sparse nel territorio, da Niscemi a L’Aquila passando per Caserta e Fondi e su al nord. Cosa fare in concreto sul fronte della lotta alle mafie è nei 12 punti del Manifesto e nel lavoro dei 17 gruppi di lavoro.

Ma la sensazione è che si voglia andare oltre. «Qui oggi si sta scaricando un fortissimo disagio nei confronti della politica» osserva Nando Dalla Chiesa che modera sul palco.

Libera si candida a diventare partito? Guai, dice don Ciotti, «noi muoviamo rilievi non contro la politica ma per amore della politica». Il fatto è che rispetto alla politica, ai partiti, la lotta alla mafia non ha più referenti certi «né da una parte né dall’altra» precisa Grasso. «Quando parliamo di antimafia, a chi parliamo?» chiede il responsabile del Fai. «Fuori da qui la percezione del problema è debolissima. Nel sud ancora oggi è impossibile fare libera impresa, eppure è 1/4 dell’Italia e siamo nel cuore del G8». Don Ciotti cita Bobbio e i «democratici in allarme quali siamo noi oggi».

La crisi prima ancora che economica è «etica e politica», è la crisi di «diritti calpestati da leggi anticostituzionali». A cominciare dal reato di immigrazione clandestina, «un mostro giuridico che colpisce la persona e non il crimine». Si fa un gran parlare di papello in questo periodo, dice don Ciotti alludendo alla presunta trattativa stato-mafia denunciata da Ciancimino jr. «Io non voglio sottovalutare nulla ma scusate, cosa sono norme che aboliscono le intercettazioni come strumento di indagine, il fatto che non vengono sciolti comuni infiltrati dalla mafia come Fondi, misure come lo scudo fiscale se non frutto di una trattativa? La mafia esulta per questo moderno e gigantesco papello». Sono troppi i pozzi della politica avvelenati, «allora tocca cambiare falda, cercare acqua nuova e pulita».

Sotto scacco, di fronte al «potere che ha sfondato il muro delle buone regole», Dalla Chiesa usa metafore militari: «La società civile ha il dovere di organizzare presidi di qualità nei retroterra della scuola e della cultura, dell’informazione e della legalità, pensare ad un accerchiamento e poi contrattaccare ». Se non è l’atto di nascita di un partito, assomiglia molto a un programma politico.

Le dodici richieste di Libera alle forze politiche

-  1) Testo unico delle leggi antimafia
-  2) Agenzia nazionale per la gestione trasparente di beni sottratti alle mafie
-  3) Colpire i legami mafia-politica rivedendo i reati di voto di scambio e dello scioglimento dei comuni
-  4) Codice etico per impedire elezione di condannati o rinviati a giudizio
-  5) Stop ai condoni, più concreto il contrasto all’abusivismo edilizio
-  6)Le persone oggetto della tratta di esseri umani sono “vittime”
-  7) Diritto di cittadinanza ai migranti
-  8) Nuova legge antidroga con al centro la tutela della salute delle persone
-  9) Nuova legge antidoping
-  10) Authority contro il riciclaggio
-  11) Reato di intermediazione contro traffico d’armi
-  12) 21 marzo giornata vittime di mafia


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