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COSTITUZIONE, CATTOLICESIMO E BERLUSCONISMO, E L’ABUSO DELLA PAROLA "ITALIA" E L’ABUSO DELLA PAROLA "CRISTIANI"

L’ATTACCO CONGIUNTO DI PAPI ATEI E DEVOTI CONTRO L’ITALIA E LA LEGGE DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Una nota (2006) di Federico La Sala

Costituzione Italiana, Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
sabato 14 agosto 2010 di Federico La Sala
[...] Il messaggio del patto costituzionale, come quello del patto eu-angelico ...e della montagna è ben-altro!!! La Costituzione è - ripetiamo: come ha detto e testimoniato con il lavoro di tutto il suo settennato il nostro Presidente, Carlo A. Ciampi - la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemlea), e non la ’Legge’ di “mammasantissima” e (...)

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> L’ATTACCO CONGIUNTO DI PAPI ATEI E DEVOTI CONTRO L’ITALIA ---- IL PAPA E GLI ARTISTI. BELLOCCHIO: ASSENTE PER COERENZA (di Orazio La Rocca)

domenica 22 novembre 2009


-  Il Papa: "La fede non toglie nulla al genio"

-  Inno alla bellezza davanti a quasi 300 artisti. Bellocchio: assente per coerenza
-  Monsignor Ravasi: ecco un momento per rilanciare l’amicizia tra l’arte e la Chiesa

di Orazio La Rocca (la Repubblica, 22.11.2009)

CITTÀ DEL VATICANO - «Cari artisti, non abbiate paura di dialogare con i credenti, con chi, come voi, è alla ricerca della bellezza. La fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre». Mano tesa e cuore aperto di papa Ratzinger al mondo dell’arte, ieri, nella michelangiolesca Cappella Sistina. Davanti a 266 artisti provenienti da tutto il mondo, Benedetto XVI è praticamente tornato a spalancare le porte della Chiesa a tutte le discipline artistiche con l’intento di ricucire quella sorta di "strappo" che negli ultimi anni era stato all’origine della lontananza tra arte contemporanea e gerarchie cattoliche. Duplice il motivo dell’incontro, celebrare il decennale della Lettera agli artisti scritta il 4 aprile 1999 da Giovanni Paolo II e il 45esimo anniversario del primo storico incontro tra un papa, Paolo VI, e il mondo dell’arte, del 7 maggio 1964. Due pontefici, Wojtyla e Montini, autori di altrettanti «significativi gesti» concepiti per «rilanciare l’amicizia tra l’arte e la Chiesa che tanti frutti aveva generato nei secoli passati», come spiega in apertura l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura.

Ad ascoltare Ratzinger alcuni tra i più bei nomi delle più disparate discipline artistiche dall’Italia e dall’estero. Ma con una defezione, anche polemica. Il regista Marco Bellocchio è rimasto al Torino Film Festival. «Per coerenza - spiega - Ci deve essere corrispondenza tra quello che si fa e ciò in cui si crede. Se credo che l’aborto non sia assassinio e che il crocifisso incomba nelle scuole ad applaudire il Papa non ci vado».

All’ombra delle bibliche figure della Sistina c’erano invece artisti come Jannis Kounellis, Arnaldo Pomodoro, Bill Viola, grandi architetti (Mario Botta, Vittorio Gregotti, Paolo Portoghesi, Santiago Calatrava, Zaha Hadid), scrittori, tra i quali Affinati, Bevilacqua, Camon, La Capria, Tamaro. Ma anche una nutritissima pattuglia di cantanti e musicisti (tra gli altri Baglioni, Bocelli, Cocciante, Ranieri, Morricone, Venditti, Vecchioni, i Pooh) e di registi, tra cui Pupi Avati, Mario Monicelli, i fratelli Paolo ed Emilio Taviani, Giuseppe Tornatore e Nanni Moretti. Tra gli attori, Piera Degli Esposti, Raul Bova, Lino Banfi, Franco Nero e tanti altri. Sergio Castellitto è l’unico a prendere la parola prima del Papa per leggere stralci della Lettera agli artisti di Wojtyla, nella quale il pontefice polacco indicò nella ricerca della bellezza «il punto di incontro» tra arte e Chiesa. Un concetto rilanciato con forza da Benedetto XVI, ma con un’aggiunta teologica che, in un certo senso, spiazza qualche ospite presente, sostenendo che «la ricerca del bello e dell’arte porta anche alla riscoperta del Trascendente e, in ultima analisi, di Dio». Da qui il deciso invito a «tutti voi, cari artisti, a non avere paura di confrontarvi con la sorgente prima e ultima della bellezza».

«Cari artisti - ribadisce Ratzinger - voi siete custodi della bellezza, voi, grazie al vostro talento, avete la possibilità di parlare al cuore dell’umanità, di toccare la sensibilità individuale e collettiva, siate perciò grati dei doni ricevuti e fatevi comunicatori di bellezza attraverso la bellezza. La Chiesa è con voi». La mano tesa del Papa viene accolta da un lungo applauso finale e da espressioni di consenso da parte di quasi tutti i presenti. Qualcuno, come Susanna Tamaro si augura «che non sia solo una manifestazione di facciata». Altri si rallegrano per l’attenzione mostrata da Ratzinger all’arte «senza dimenticare la musica e la canzone popolare», ricorda Massimo Ranieri, al quale fa eco il collega architetto Claudio Baglioni, che parla di una «iniziativa importante e necessaria».


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