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UNA NAZIONE DI BURATTINI E MARIONETTE. EVANGELO, COSTITUZIONE, E UNA GERARCHIA VATICANA SENZA GRAZIA ("CHARIS") E AMORE ("CHARITAS") TUTTA ATTENTA A SERVIRE IL "DIO DEGLI AFFARI" (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006).

PINOCCHIO E NOI, ITALIANI ED ITALIANE: IL CROCIFISSO E UN PEZZO DI LEGNO. INDIETRO NON SI TORNA. Una nota su una discussione già fatta (2003) - di Federico La Sala

"C’era una volta. - Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. - No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno" (Collodi)!!!
mercoledì 2 novembre 2011
[...] Cosa rappresenta oggi per noi, italiani e italiane, il crocifisso? Niente, niente più: il cattolicesimo (e lo dicono pure tutti i sondaggi e le statistiche, al di là delle apparenze e degli opportunismi) ormai è solo una categoria sociologica che non esprime più L’ANIMA della "buona-notizia" e del "lieto-evento", ma dice solo dell’appartenenza ad una parziale visione politico-culturale di una determinata parte della società italiana. Non dice più né delle radici, né di nostro padre e (...)

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> PINOCCHIO E NOI, ITALIANI ED ITALIANE --- Il Crocifisso bianco di Chagall “vietato” agli studenti: opera “pericolosa” per insegnanti di una scuola di Firenze.

venerdì 13 novembre 2015

Ma i quadri sono di tutti, sta ai prof farlo capire

di Tomaso Montanari (la Repubblica, 13.11.2015)

TRE giorni fa, il papa si è fatto portare nel Battistero di Firenze un’opera liberissima (per certi versi “eretica”) di un artista ebreo e (già) comunista: il Crocifisso bianco di Chagall.

Oggi quella stessa opera sembra “pericolosa” a insegnanti che si preoccupano che la visita scolastica alla mostra di arte sacra in cui è esposta non sia percepita come un atto di proselitismo, che potrebbe mettere a disagio bambini non cristiani. Tutto dipende non dal vero statuto di quel dipinto o di quella mostra (invero un po’ troppo confessionale, anche nel movente: appunto la visita del papa), ma dalla posizione di chi guarda.

Francesco è straordinariamente anticonformista, ma bisogna pur dire che un papa muove da una posizione di forza: mentre i bambini musulmani o atei che vanno nelle scuole italiane si trovano il crocifisso al muro, e l’ora di religione cristiana da evitare. Il nostro non è mai diventato, nei fatti, uno Stato laico.

Lo è, però, nei principi fondamentali: cioè nel progetto. Dicendo (all’articolo 9) che il patrimonio storico e artistico è «della nazione », la Costituzione intende dire - tra l’altro - che la Repubblica tutela non solo il patrimonio in sé, ma la sua appartenenza a tutta la nazione, senza ulteriori differenze di appartenenza: ogni cittadino, in quanto membro della nazione e sovrano, è così proprietario dell’intero patrimonio nazionale. È per questo che un cittadino italiano di religione musulmana possiede il Battistero di Firenze non meno del vescovo stesso.

Dunque, non c’è davvero niente di male a portare bambini di qualunque fede a visitare monumenti e opere cristiane: ma il punto è come quei luoghi e quelle opere si leggono, si spiegano, si sanno restituire a ciascuno di quei bambini. Quella mostra, e tutta la nostra altissima arte sacra, si possono (e, anzi, si devono) raccontare non come lezioni di catechismo, ma di storia dell’arte, di storia della cultura. Come pagine di educazione civica.

Ma bisogna saperlo fare: ed è in questo senso che questa preoccupazione è comunque carica di futuro. La domanda è: abbiamo formato le competenze che permettano di educare i nostri figli, di qualunque fede siano, ad una conoscenza laica (cioè storica) della funzione civile del patrimonio, oltre che del suo significato originario? Anche per questo, portare (ma davvero) in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, l’insegnamento della storia dell’arte è sempre più urgente.


Il crocifisso di Chagall “vietato” agli studenti

Firenze, il consiglio di classe teme di “urtare la sensibilità dei bambini islamici”

L’imam: “Io visiterò la mostra”

di Maria Vittoria Giannotti (La Stampa, 13.11.2015)

Gli alunni della terza elementare della scuola Matteotti non potranno vedere La Crocifissione bianca di Chagall, il dipinto ammirato da Papa Francesco nel corso della sua recente visita fiorentina. L’opera, così come gli altri quadri esposti nella mostra «Bellezza divina», dedicata alla visione del sacro di grandissimi artisti contemporanei, potrebbe infatti urtare la sensibilità delle famiglie non cattoliche. Una considerazione che avrebbe spinto il consiglio interclasse dell’istituto ad annullare la visita della scolaresca, scatenando le ire dei genitori.

La notizia, pubblicata sulle pagine della Nazione, ha suscitato un vespaio di polemiche in città. E lo stesso sindaco Dario Nardella è stato tra i primi a prendere una ferma posizione in un post pubblicato sulla sua bacheca Facebook: «Se è vero - ha scritto - che una scuola fiorentina ha annullato la visita degli alunni ad una delle più belle mostre fiorentine di arte sacra degli ultimi anni per venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche saremmo davanti ad un fatto quantomeno insensato».

Palazzo Strozzi

In effetti, l’esposizione allestita da mesi in Palazzo Strozzi è di altissimo profilo e contiene opere di maestri come Van Gogh, Fontana, Picasso, Matisse e Munch. Dell’opportunità o meno di portare gli alunni in gita alla mostra si è parlato il 9 novembre scorso, durante un consiglio interclasse, composto da docenti e rappresentanti dei genitori.

La motivazione «religiosa» alla base della scelta di annullare la visita è contenuta in uno dei verbali, redatti dai rappresentante di classe, che è stato fatto circolare tra i genitori, come prevede la prassi, solo a fine riunione. Molti di loro sono scesi sul piede di guerra: «Allora, seguendo questa logica, i nostri figli non potranno ammirare neppure le chiese della nostra città?» hanno chiesto a insegnanti e dirigenti scolastici.

Il preside dell’istituto finito nell’occhio del ciclone, ribatte alle accuse e precisa: «La visita non è stata annullata perché nessuna visita era precedentemente stabilita, la programmazione è ancora in corso e non è detto che non si faccia. Non vogliamo discriminare l’arte, tanto più in una città come Firenze. Tutti, indipendentemente dalla fede, devono poter godere delle bellezze dell’arte».

Da parte loro, gli insegnanti della scuola spiegano che la religione non c’entra: le gite e le visite ai musei vengono programmate solo sulla base di criteri didattici. Mentre una mamma della Matteotti, rappresentante di classe, precisa che «al momento, la gita alla mostra Divina Bellezza è sospesa, così come quella alla Galleria d’Arte Moderna e al Museo del Novecento. Ma è una cosa normale: queste cose vengono decise più avanti nel corso dell’anno scolastico».

Indagine ministeriale

A fare chiarezza, nei prossimi giorni, sarà lo stesso preside che ha già chiesto un incontro con i docenti e che, al momento, non è in possesso del documento che ha suscitato le polemiche. «Si tratta di atti non ufficiali» precisa. Della questione, comunque, si occuperà anche un ispettore del ministero dell’Istruzione, che, oggi stesso, potrebbe varcare la soglia dell’istituto Matteotti.

Solo una volta che la situazione sarà chiarita, saranno «prese le misure per eventuali responsabilità» spiega il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. Per tutta la giornata, il mondo della politica ha commentato la vicenda, anche con toni accesi. Per il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi, il no alla mostra è frutto «di un laicismo esasperato, retaggio ideologico di qualche prof».

«L’arte non ha bandiera né religione» sottolinea la senatrice Pd Rosa Maria Di Giorgi, parlando di «errore educativo mascherato da scelte ideologiche». E se la Lega si prepara a una manifestazione davanti alla scuola Matteotti, il capogruppo in consiglio regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli chiede «il licenziamento degli pseudo educatori».

A invocare le dimissioni degli insegnanti, anche il presidente dei deputati di Ap-Ncd, Maurizio Lupi, mentre l’imam Izzedin Elzir, capo della comunità islamica fiorentina, ha annunciato la sua intenzione di visitare la mostra. Intanto gli organizzatori dell’esposizione rassicurano tutti sulla laicità al 100% dell’allestimento in corso a Palazzo Strozzi, dicendosi disponibili a tenere una lezione agli alunni della Matteotti su Bellezza Divina.


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