Le grandi manovre nel governo della Chiesa
di Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera, 19 dicembre 2009)
L’unico non tenuto a presentare le dimissioni era il cardinale Tarcisio Bertone, dato che l’ufficio del Segretario di Stato si esercita ad nutum Summi Pontificis : dipende dalla sola volontà del Papa. Così quando Bertone, 75 anni il 2 dicembre, si è presentato con la lettera, Benedetto XVI ha sorriso, «guardi che non ce n’era bisogno! », e lo ha confermato finché resterà lui. Per tutti gli altri vertici della Curia romana, invece, a 75 anni si rimette il mandato, al massimo ci sono proroghe: e anche quelle limitate.
Perciò nei prossimi mesi si preparano a cambiare alcune caselle decisive, nel governo della Chiesa: a cominciare dalla potente Congregazione per i vescovi, che dal 2000 è guidata dal cardinale Giovanni Battista Re. La sostituzione di Re è data per imminente, il 30 gennaio compirà 76 anni, scadrà il primo anno di proroga e Oltretevere non è previsto un secondo. Ci sono state dilazioni più lunghe, due anni e oltre, ma il dicastero che «provvede a tutto ciò che attiene alla nomina dei vescovi» non vive un bel momento: da ultimo, lo scandalo dei preti pedofili in Irlanda, con relativi vescovi che li hanno coperti, ha provocato lo «sdegno» e la «vergogna» del Papa, qualcosa non ha funzionato nella gestione dei pastori e si impone un rinnovamento. Non sono ancora state prese decisioni, anche se il nome più accreditato è quello dell’arcivescovo Giuseppe Bertello, 67 anni, nunzio apostolico in Italia: originario del Canavese come il cardinale Bertone, è molto stimato dal segretario di Stato, che lo volle nunzio nel 2007. Un altro nome autorevole è quello del cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney: a luglio, però, il Papa ha nominato segretario della congregazione (cioè numero due) il portoghese Manuel Monteiro de Castro, ed è quindi più probabile che il prefetto sia italiano. Il cardinale Pell, piuttosto, potrebbe guidare in futuro Propaganda Fide , congregazione per le terre di missione, il cui prefetto viene definito «Papa rosso »: il cardinale Ivan Dias, 73 anni, non è in scadenza ma ha qualche problema di salute.
Oltre la scadenza, invece, è il cardinale Walter Kasper, 77 anni a marzo, presidente del Consiglio per l’unità dei cristiani: entro Pasqua è atteso il successore (sì è parlato, ma è solo un’ipotesi, del vescovo di Ratisbona Gerhard Müller). Anche il cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero, compie in agosto 76 anni, come in settembre il cardinale Franc Rodé, alla guida degli istituti di vita consacrata, e il cardinale Paul Cordes, presidente del pontificio consiglio «Cor Unum» per i progetti umanitari. Si provvederà per gradi: nello stile della «riforma gentile» avviata nel 2005 da Benedetto XVI.