Il Quirinale arriva su Youtube Online il messaggio di fine anno
Anche Napolitano sbarca su Youtube. Domani 31 dicembre 2009, infatti, con il consueto messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica agli italiani, il Quirinale lancerà il suo canale ufficiale sulla celebre piattaforma di videosharing.
Il canale - che sarà accessibile all’indirizzo www.youtube.com/presidenzarepubblica e raccoglierà i filmati degli interventi più significativi dell’attività del Capo dello Stato - sarà aperto da un messaggio di benvenuto del presidente Napolitano: «Apriamo le porte del Quirinale ai tanti utenti dei nuovi media non solo per ampliare e rendere sempre più efficienti e moderni gli strumenti della nostra comunicazione ma anche per promuovere e favorire un rapporto sempre più stretto e trasparente con i cittadini. Le nuove tecnologie non conoscono né barriere né frontiere. Ci incontreremo in questo spazio per costruire, insieme, occasioni di partecipazione alla vita democratica».
Non si è fatta attendere la reazione entusiasta di Chad Hurley, fondatore di YouTube. «YouTube - afferma Hurley - rappresenta un eccezionale strumento per promuovere democrazia e dialogo tra cittadini e istituzioni. Sempre più figure istituzionali nel mondo si sono affidate a YouTube come strumento di comunicazione, dal Vaticano alla Regina Rania di Giordania alla Regina d’Inghilterra. Oggi per noi è un grande passo in avanti poter aggiungere a questa lista il presidente Napolitano».
A partire dalla nascita di YouTube, nel febbraio 2005, numerosi leader mondiali, esponenti del mondo politico e istituzioni hanno scelto YouTube per comunicare con il mondo intero. Il canale della presidenza della Repubblica si aggiunge ad altri esempi in Italia e nel mondo.
In Italia, in particolare, esistono già il canale della Camera dei Deputati, quello del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, quello del Vaticano. Nel mondo, poi, alcuni tra i canali istituzionali più noti appartengono alla presidenza di Israele, al governo iracheno, alla Regina Elisabetta II e al governo britannico, alla regina Rania di Giordania, all’Unione Europea, alla Casa Bianca, alla Camera dei Rappresentanti e al Senato degli Stati Uniti d’America.
* l’Unità, 30 dicembre 2009 (ripresa parziale).