LA GRATUITA’, L’AMORE GRATUITO ("CHARITAS"), E "L’AVVENIRE" DEI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA - SENZA GRAZIA ("CHARIS") E SENZA FUTURO.
L’economia e la teologia del dio Mammona ("Deus caritas est") è finita!!! .... Ma la gerarchia della Chiesa cattolica continua con il suo "latinorum"!!!:
(Federico La Sala)
L’AMORE GRATUITO ("CHARITAS") DI SUOR EMMANUELLE.
In tempo di economia debole, torna d’attualità la sfida del dono: come provocazione e occasione per lanciare proposte Soprattutto per i giovani
Ossola: leggere san Francesco contro la logica del «balconing»
Gratis. La risposta alla crisi
Il critico: «Oggi dilaga la cultura del rischio come ’beau geste’, però è dispendio di sé e non generosità»
DI PAOLO L AMBRUSCHI (Avvenire, 21.09.2010)
La letteratura pare viaggiare su rotte assolutamente slegate dalla gratuità. A «Torino Spiritualità » sarà Carlo Ossola, uno dei massimi critici letterari e filologi italiani, autore del recente saggio Il continente interiore, a indicare i percorsi per ritrovare la virtù del dono attraverso la parola scritta. Che non deve essere necessariamente merce, perché a volte non ha prezzo.
Professore, che senso attribuisce a gratuità e dono in questi tempi?
«Un senso molto ristretto: la ’gratuità’ oggi dilaga come beau geste pericolosamente esibito, sino alla tragica novità del balconing, che ha fatto molte vittime quest’estate a Ibiza; la ’gratuità’ non è la dépense, il dispendio di sé, bensì - all’opposto - il riconoscere che ciò che ci è più prezioso (la vita, in primis) l’abbiamo ricevuto gratis. La gratuità ’la si vede dopo’ averla riconosciuta (da ciò la riconoscenza), tanto essa passa naturalmente silente, discreta, impercettibile. Come a Emmaus».
È possibile incontrare tali valori in questa società e nella letteratura che esprime?
«La letteratura è della stessa natura dell’acqua: serve ’a scavar pietre, a nutrire arcobaleni. /... Quanto è leggero tutto questo in una goccia di pioggia. / Con che delicatezza il mondo mi tocca» dicono i versi della poetessa polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel nel 1996. Il gratuito non è un dono, ma quello sguardo che fa del mondo una goccia di rugiada, si lascia contemplare «in piccole eternità», sempre Szymborska, La gioia di scrivere. Il gratuito, come la poesia, non conosce la parola ’cosa’».
Ma allora quali autori e letture suggerisce per accompagnare la ricerca della gratuità?
«Per la luminosa profondità della testimonianza, il diario del segretario generale dell’Onu Dag Hammarskjöld (1905-1961), Tracce di cammino: è il continuo ricercare, nella rettitudine dell’agire, la comunione con l’offerta. Porrei accanto la raccolta dei Fioretti di san Francesco, perché non c’è gratuità senza povertà: in essa dono e contro-dono cessano, perché non c’è nulla da dare: si è ’a mani vuote’. Infine Tarabas di Joseph Roth: una lezione e una parabola verso l’abbandono. E anche, per chi volesse vederne applicazioni nel viver quotidiano, il Comment vivre ensemble di Roland Barthes, un piccolo trattato di delicatezza contro l’arroganza. Poiché non c’è gratuità senza effacement, senza il ’non lasciar traccia’, nell’anonimato».
La lettura di un testo letterario è senz’altro un gesto che arricchisce l’anima. Può restare slegato oggi dall’aspetto commerciale?
«La domanda comincia a prender forma quando il libro diventa merce. Ciò che ci ha formati sono i versi che abbiamo imparato a memoria, quelli che abbiamo cantato, i libri presi a prestito in biblioteca, i racconti d’infanzia che ci hanno accompagnato, la sera, verso il sonno (uno su tutti: Il piccolo principe ). I libri che abbiamo regalato perché parlassero, all’altra, all’altro, a nome nostro. Questa memoria non avrà mai prezzo. I veri libri sono ’impagabili’».
Come proporre la gratuità ai più giovani?
«’Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento’ (Mt 10, 8-10). La grazia è un dono, ma la giustizia nella sobrietà è un esercizio che va insegnato, praticato, va ogni giorno riappreso, perché questa società chiede, anzi impone l’oblio della giustizia. La gratuità non mira a un equilibrio tra dato e avuto, ma alla remissione nella pace. Insegnare la pace pacificando, il perdono perdonando, la gratuità rendendo grazie».
PERSONAGGIO
Un mistico all’Onu
Svedese di nascita e di religione evangelica, Dag Hammarskjöld (1905-1961) è stato segretario generale delle Nazioni Unite per due mandati consecutivi, dal 1953 alla morte, avvenuta in un oscuro incidente aereo nell’Africa del sud.
Economista di formazione (fu anche presidente della Banca di Svezia), Hammarskjöld era uomo di profonda religiosità: dopo la scomparsa, tra le sue carte venne ritrovato un diario non destinato alla pubblicazione nel quale l’uomo politico indicava le sue «Tracce di cammino», ispirate a varie figure della mistica medievale.
Hammarskjöld - unico caso nella storia finora - ha ricevuto il Nobel per la pace postumo, nel 1961.
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Il critico letterario Carlo Ossola e il regista Gabriele Vacis partecipano domani alle 21 presso il Circolo dei Lettori a un incontro di «Torino Spiritualità», il dialogo su «Gratuità, la sola moneta dell’arte»; li intervistiamo in questa pagina. La manifestazione torinese, intitolata quest’anno «Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote, prosegue poi fino a domenica 26 settembre. Tra gli altri ospiti: il monaco buddhista francese Matthieu Ricard, ex biologo molecolare, e padre Stefano Roze dell’Abbazia di Sant’Antimo, assistente spirituale del movimento «Goum».